Vedi AION dell'anno: 1958 - 1994
AION (Αιών)
È per il pensiero greco il concetto del tempo assoluto, opposto a Chronos, che è il tempo in relazione alla vita umana (Plat., Timeus, 37). Nelle religioni orientali è l'attributo primo della divinità suprema, perciò identificabile con differenti dèi, come il persiano Zervan Akarana e l'egizio Sole-Serapide. Soprattutto nella diffusione dei grandi cicli misterici, mitriaco, orfico e gnostico, A. tende a divenire una divinità a sé stante, nel senso panteistico di essere supremo e primordiale; come tale trova nell'arte una sua figurazione, in cui si rispecchia, tuttavia, la molteplicità di concezioni che sta alla base di quelle dottrine religiose. L'archeologo danese Zoega lo riconobbe, al principio del secolo scorso, in un essere mostruoso, frequente nel culto mitriaco, dotato di testa leonina e di ali, espressione della voracità e rapidità del tempo, avvolto nelle spire di un serpente che allude al corso sinuoso del sole, recante come attributi il fulmine, lo scettro e le chiavi, simbolo del potere del tempo su tutte le cose. Spesso ai piedi del dio è un cratere che vuole rappresentare l'acqua, e allora, in un simbolismo più raffinato, la testa di leone, il serpente e le ali possono rispettivamente identificarsi col fuoco, la terra e l'aria. I monumenti superstiti, provenienti dall'Italia (Roma e Ostia) e dalle province, sono in genere di tarda età imperiale e, pur con varianti, risalgono ad un unico tipo, in cui è possibile riconoscere un prevalere degli elementi fantastici derivati dalle religioni orientali. La concezione filosofica ellenica sembra invece predominare in un'immagine antropomorfica del dio, riconoscibile in un rilievo che si trova tra le rovine di Afrodisiade, e in un mosaico di Antiochia di Siria della metà del sec. III d. C., in entrambi i casi in base all'iscrizione Αἰών che accompagna le immagini. Sul mosaico l'uomo attempato dai baffi grigi e dalla barba fluente, regge con la destra la ruota zodiacale, simbolo del trascorrere delle umane stagioni. Così appare anche su di un mosaico della necropoli dell'Isola Sacra, presso Ostia, di circa un secolo anteriore.
Sembra ancora potersi riconoscere A., con evidenti caratteri di divinità solare, secondo l'influenza gnostica, nel giovane vigoroso stante all'interno della ruota zodiacale nella patera argentea di Parabiago, datata da alcuni al periodo degli Antonini ma forse, piuttosto, del sec. IV; nella figura alata recante il globo terrestre sulla base della colonna di Antonino Pio, e per alcuni aspetti nel giovane dio di un rilievo di Modena, Galleria Estense. (v. anche gnostiche, gemme).
La sopravvivenza del tipo antropomorfico di A. ci è testimoniata, in età giustinianea, da una descrizione di Giovanni di Gaza (῎Εκϕρασις τοῦ κοσμικοῦ πίνακος, i, 1375 s.) e, nel Medioevo, dall'illustrazione del Salmo 89 nel Salterio carolingio di Utrecht, che deriva da miniature molto più antiche.
Bibl: Opere generali: K. Wernicke, in Pauly-Wissowa, I, cc. 1042-1043, s. v.; Lackeit, ibidem, Supplem. III, 1918, cc. 64-68, s. v.; W. Kroll, ibidem, Supplem. IV, 1924, c. 11, s. v.; W. H. Roscher, in Roscher, I, c. 195, s. v. Per l'identificazione di A. mitriaco: G. Zoega, Bassirilievi antichi di Roma, II, Roma 1808, p. 32 ss., tav. LIX; F. Saxl, Mithras, Berlino 1931; per l'elenco dei monumenti: F. Cumont, Textes et monuments figurés relatifs aux Mystères de Mithra, I, Bruxelles 1899, p. 74 ss.; II, 1896, p. 238 ss., figg. 68-69; per l'origine el tipo: R. Pettazzoni, La figura mostruosa del Tempo, in L'Antiquité Classique, XVIII, 1949, p. 265 ss.; R. Dussaud, Le dieu mithriaque léontocéphale, in Syria, XXVII, 1950, p. 253 ss. Per il mosaico di Antiochia e monumenti affini: D. Levi, Aion, in Hesperia, XIII, 1944, p. 269.