AIONE (Haio, Ayo)
Friulano di legge longobarda, partecipò alla congiura antifranca del duca Rotgaudo e, fallita l'insurrezione, trovò scampo tra gli Avari. Fatto più tardi prigioniero dal re Pipino, in breve ottenne grazia e ricuperò i suoi beni; servi poi con fedeltà Carlo Magno, che lo onorò col titolo di conte e con singolari favori "propter bene meritum suum servitium", come appare da diplomi del 799 e deIl'809. Nell'804 presiedette con il conte Cadolao e il prete Izzone, in qualità di "missi dominici", il placito del Risano, presso Capodistria, promosso dal patriarca di Grado Fortunato.
Là essi diedero ascolto alle proteste dei vescovi e dei maggiorenti delle città istriane, che si lamentavano dei sistemi politico-amministrativi introdotti, in contrasto con la tradizione, nel governo della provincia dal duca Giovanni e del favore con cui il duca aveva incoraggiato l'immigrazione di contadini slavi, sgraditi agli Istriani. I tre "missi", cui toccò di far redigere il protocollo dell'adunanza, mostrarono equanimità e larghezza di vedute nel dirigere il libero dibattito e, a conclusione di esso, imposero al duca Giovanni di dare garanzia che avrebbe rispettato per l'avvenire le consuetudini locali.
Fonti e Bibl.: Pippini, Carlomanni, Caroli Magni Diplomata, a cura di E. Mühlbacher, in Monumenta Germ. Hist., Diplomata Karolinorum, I, Hannoverae 1906, p. 251 n. 187, pp. 279-280 n. 209; I placiti del "Regnum Italiae", a cura di C. Manaresi, I, Roma 1955, in Fonti per la Storia d'italia, XCII, pp. 48-56; B. Benussi, Nel Medio Evo. Pagine di Storia istriana, Parenzo 1897, pp. 136 n. 54, 177; R. Udina, Il placito di Risano, in Archeografo Triestino, s. 3, XVII (1932), pp. 61 ss.; A. Tassini, Fortunato di Grado e il placito del Risano, in Pagine Istriane, I (1950), pp. 22-28.