AIR (Analisi di Impatto della Regolazione)
AIR (Analisi di Impatto della Regolazione) Metodologia di valutazione preventiva dei vantaggi e degli eventuali svantaggi dei provvedimenti regolativi. L’AIR costituisce un utile strumento di contenimento dei possibili eccessi della regolazione e di garanzia della sua qualità: imponendo, infatti, alle amministrazioni che promuovono un’iniziativa regolatoria di dimostrare i benefici sostanziali che ne derivano, ha la funzione di accertare se, presumibilmente, ogni nuova regolazione (ossia ogni legge, regolamento o procedura) risulta vantaggiosa per la società, contribuendo al raggiungimento di benefici superiori ai costi necessari per introdurla o rispettarla. L’AIR si pone dunque come un ausilio per il governo nel processo di formazione delle politiche pubbliche, fornendo informazioni essenziali all’interno di procedure codificate al fine di assumere decisioni consapevoli. Affinché risulti efficace, è opportuno che l’AIR assista il legislatore fin dalla fase ideativa e non che sia intesa come un semplice adempimento burocratico di cui preoccuparsi a conclusione del lavoro.
Nata nei Paesi anglosassoni e divulgata dall’OCSE a partire dall’ultimo decennio del 20° sec., l’AIR è stata introdotta in Italia nel 1999 dalla prima legge di semplificazione, ma è entrata a regime solo nel 2008 con decreto del presidente del Consiglio dei ministri (d.p.c.m. 170/2008). Successivamente, all’AIR è stata affiancata l’AIC (Analisi d’Impatto sulla Concorrenza), volta a verificare che la regolazione vincoli gli operatori economici nella maniera appena sufficiente a raggiungere gli obiettivi generali perseguiti. L’AIC controlla dunque che i vincoli imposti al sistema economico, da una regolazione che incide sul funzionamento dei mercati, siano solo quelli strettamente necessari. Al fine di assistere il governo nel processo decisionale, i risultati dell’AIR, comprensivi anche di quelli dell’AIC, vengono riportati in un documento che accompagna il testo del progetto normativo o regolamentare. Tale documento si articola nei seguenti punti:
• definizione degli obiettivi perseguiti e degli effetti attesi dalla regolazione;
• analisi del problema che si intende risolvere con una valutazione critica delle alternative disponibili (inclusa l’opzione di non intervento);
• risultati della consultazione pubblica volta a confermare la validità dell’opzione perseguita;
• indicazione delle modalità concrete attraverso le quali ci si attende che la regolazione venga rispettata e definizione dei criteri che l’amministrazione vuole seguire per garantire un corretto monitoraggio;
• accurata valutazione dei risultati conseguiti.
L’analisi di impatto può essere attuata in modo più o meno approfondito a seconda della complessità dei provvedimenti da adottare e pertanto dovrebbe rivelarsi particolarmente utile nei casi più complessi e delicati, quando i risultati dell’intervento pubblico sono più incerti. Tuttavia, il d.p.c.m. esonera il governo dall’effettuare l’AIR non solo, com’è naturale, «in casi straordinari di necessità ed urgenza», ma anche «nelle ipotesi di peculiare complessità e ampiezza dell’intervento normativo e dei suoi possibili effetti». Quest’ultima norma risulta particolarmente critica, poiché priva dell’AIR i provvedimenti che più ne avrebbero bisogno. La necessità di giustificazione dell’intervento pubblico è infatti un atto di trasparenza nei confronti dei cittadini e l’AIR, contemplando una struttura specifica che incorpora anche la consultazione pubblica, volta a verificare con i destinatari ultimi della regolazione i benefici e i costi a essa associati, garantisce una verifica di natura sostanziale particolarmente necessaria proprio nei casi di maggiore complessità e incertezza. Alberto Heimler