AITHRA (Αἴϑρα o Αἔϑρα)
Figlia di Pitteo, re dei Trezeni. Presa in sposa con uno stratagemma da Egeo, nella stessa notte giacque con lei Posidone, cosicché il figlio di lei Teseo, è detto ora figlio di Egeo ora di Posidone. Egeo nascose sotto un sasso una spada, per riconoscere il figlio quando fosse divenuto grande e Teseo la trovò prima di partire per le sue eroiche imprese. Quando questi rapì Elena, la affidò ad A. mentre andava nell'Ade con Peritoo. Ma vennero i Dioscuri a liberare la sorella e portarono via anche A., che poi segui come schiava Elena a Troia. Dopo la distruzione della città fu riconosciuta e liberata dai nipoti Acamante e Demofonte, che la riportarono in patria.
Dalla tradizione letteraria (Paus., v, 19, 2) sappiamo che sull'Arca di Cipselo era raffigurata A. prigioniera dei Dioscuri e maltrattata da Elena, e nell'Iliupersis dipinta da Polignoto (Paus., x, 25, 7) nella Lesche degli Cnidî a Delfi A. era raffigurata accanto ad Elena.
Numerose le rappresentazioni del mito, specie su vasi greci. Come una scena d'inseguimento è raffigurato l'amore di Posidone per A. su una hydrìa del Vaticano, su un'anfora del British Museum e su una kỳlix a Francoforte (da Vulci). A. è raffigurata su una kỳlix di Hieron e Makron con Teseo giovanetto che ha in mano la spada del padre; la scena è raffigurata su una gemma e su un rilievo già a Villa Albani (Roma). In un cratere a calice del Museo Civico di Bologna A. è raffigurata con Teseo in una scena di commiato. Nella tazza di Codro (Bologna, Museo Civ.) A. è raffigurata col capo avvolto dal mantello nella casa di Egeo. Nei vasi raffiguranti l'Iliupersis A. appare come una vecchia nutrice accanto ad Elena, o presa per mano dai nipoti liberatori. La stessa scena è stata identificata in una metopa del lato N del Partenone. Nel frammento della Tabula Iliaca nel Museo dei Conservatori è raffigurata A. accanto alla porta di Troia coi nipoti liberatori.
Monumenti considerati. - Posidone e A.: J. C. Hoppin, Red-fig., p. 439, 14; J. D. Beazley, Red-fig., p. 166; British Museum: J. C. Hoppin, op. cit., i, p. 375-7; anfora del pittore Eucharides; J. D. Beazley, op. cit., 155, n. 31; Francoforte: J. C Hoppin, op. cit., i, pp. 108, n. 3; 109; A. e Teseo: J. C. Hoppin, op. cit., ii, p. 82, 83; A. Furtwängler, Gemmen, tav. xlii, 7; W. Helbig, Führer, ii, Lipsia 1912, n. 1924; cratere a calice: G. Bermond Montanari, C. V. A., Bologna, fasc. iv, tav. 77 (1, 2); tav. 73 (3, 4); tazza di Codro: L. Laurinsich, C. V. A., Bologna, fasc. i, tav. 21, 2; Iliupersis: hydria di Vivenzio, Furtwängler-Reichhold, ii, p. 286, tav. 34; cratere a calice del pittore Myson (Londra, Br. Mus.): J. D. Beazley, op. cit., p. 171, n. 46; 2 crateri a volute del Pittore dei Niobidi (Bologna, Mus. Civ.): G. Pellegrini, Catalogo dei vasi dipinti delle necropoli felsinee, Bologna 1900, nn. 268, 269; kylix di Brigos (Louvre): Furtwängler-Reichhold, tav. 25; tav. 114; anfora da Agrigento: J. C. Hoppin, op. cit., i, p. 77, n. 9; p. 71, n. 83; metopa del Partenone: Ch. Picard, Manuel de archéol. grecque. La sculpture, IIe période classique, Ve siecle, Parigi 1939, p. 431 ss., fig. 178.
Bibl: W. H. Roscher, in Roscher, I, cc. 200-201, s. v.; K. Wernicke, in Pauly-Wissowa, I, cc. 1107-1109, s. v., n. 1; C. I. G., 77, 46.