aiuola
Diminutivo di ‛ aia ' ; è usato da D. due volte: in Pd XXII 151 L'aiuola che ci fa tanto feroci, e XXVII 86 il sito di / questa aiuola, per indicare, mettendone in rilievo la piccolezza, l'emisfero abitato della terra (" La aiuola, cioè la piccola aia, cioè la terra che appar fuor dell'acqua ", Buti), e quindi la terra medesima. Pertanto la parola dantesca non include alcun " senso di ammirazione per la florida bellezza della terra, ma solo quello dispregiativo della sua piccolezza " (M. Sansone, in Lect. Scaligera III 983). Il Landino nota: " Gli parve la terra una piccola cosa a comparazione de' cieli, de' quali è quasi centro; e però la chiama aiuola, id est, piccola aia: ed è luogo tratto di Boezio ". Si noti che in ambedue i luoghi la Terra è contemplata da D. dall'alto del cielo ottavo; e Boezio confronta appunto la piccolezza della Terra all'immensità dell'universo.
Ecco le parole di Boezio (Cons. phil. II pr. VII 3): " Omnem terrae ambitum... ad caeli spatium puncti constat obtinere rationem, id est ut, si ad caelestis globi magnitudinem conferatur, nihil spatii prorsus habere iudicetur. Huius igitur tam exiguae in mundo regionis quarta fere portio est... quae nobis cognitis animantibus incolatur. Huic quartae, si quantum maria paludesque premunt, quantumque siti vasta regio distenditur, cogitatione subtraxeris, vix angustissima inhabitandi hominibus area relinquetur "; e ancora (metr. VII 1-4): " Quicumque solam mente praecipiti petit / summumque credit gloriam, / late patentes aetheris cernat plagas / artumque terrarum situm ". D. stesso dice in Ep VII 15 in angustissima mundi area, e in Mn III XVI 11 in areola ista mortalium. Ma era metafora ricorrente nella letteratura del tempo (cfr. Fatti d'Alessandro 159; Il Tesoro versificato 28), secondo un concetto comune alla tradizione classica: Cic. Rep. VI (Somn. Scip.) 16; Macr. Comm. in Somn. Scip. II V 1-3, XI 9; Cic. Tusc. I XVII 40; Plinio Nat. bist. XI 174; Marc. Cap. VI 584 7-8.