aiutare (aitare; atare)
Con maggiore frequenza D. usa la forma ‛ aiutare ' che compare 41 volte in prosa e in poesia, in rima o nell'interno del verso; la forma‛ aitare ', formatasi attraverso il provenzale, s'incontra 4 volte, sempre in rima; ‛ atare ' 6 volte, di cui 4 in rima.
Con costrutto transitivo e nell'accezione fondamentale di " dare aiuto ", " soccorrere ", in Vn XII 2 Amore, aiuta lo tuo fedele; XVI 9 9; Rime XC 61 Onor ti sarà grande se m'aiuti; Cv IV II 2 domando aiutorio a quella cosa che più aiutare mi può, cioè a la veritade; If II 69 Or movi, e con la tua parola ornata / ... l'aiuta sì ch'i' ne sia consolata; XXXII 11, XXXIII 69, Pg IV 133, V 87, XI 130, Pd LII 62,XX 114, XXXII 148; e così in Rime dubbie XVII 5, Fiore CCIV 3 e CCXV 6. La costruzione con l'infinito, propria dell'italiano antico, è usata da D. parecchie volte: Vn
xxI 2 8 (ripreso in 5 e 7) Aiutatemi, donne, farle onore; 7 m'aiutino onorare; Pg I 68 de l'alto scende virtù che m'aiuta / conducerlo; XI 34 Ben si de' loro atar lavar le note, e anche in Fiore CXIII 14 sì è mercé atarli governare. Sempre seguito dall'infinito, ma con costrutto assoluto, in Cv IV XXVI 13 aiutare tagliare le legne. In particolare è detto dell'aiuto che D. chiede alle muse perché agevolino con la loro ispirazione la sua opera, in If II 7 O muse, o alto ingegno, or m'aiutate; XXXII 10, Pg XXIX 41, Pd XXIII 58.
Si trova in contesto chiaramente figurato in Cv II VI 8 l'ultima sentenza de la mente, cioè lo consentimento, si tenea per questo pensiero [di Beatrice] che la memoria aiutava, più precisamente " teneva desta la memoria " (cfr. II 3 [tale pensiero] tenea ancora la rocca de la mia mente); in III IV 9 è detto della fantasia che non puote aiutare l'intelletto perché " essa non può delle cose immateriali e insensibili avere o fornire fantasmi o imagini che son sempre cose sensibili interiori " (Busnelli-Vandelli, ad l.); in IV VII 1 l'autoritade imperiale e la filosofica... paiono aiutare le proposte oppinioni, e XI 7 [le ricchezze] vegnono da fortuna che è da ragione aiutata. Con la sfumatura di " rafforzare ", " render più saldo ", a. s'incontra in Cv III VII 15 l'aspetto suo [della donna] aiuta la nostra fede, VII 16 (due volte) e, nella forma passiva, in Cv III Amor che ne la mente 53; anche in Pg XXVI 81 [i lussuriosi] aiutan l'arsura vergognando, con il senso di " accrescere ", " aumentare " la pena fisica (l'arsura del fuoco) con la pena morale (la vergogna). In Pd X 105 Grazïan... l'uno e l'altro foro / aiutò sì che piace in paradiso, l'accenno di D. a l'uno e l'altro foro è stato variamente interpretato: il Lana intende che l'opera di Graziano " piacè alla ragione e alla giustizia "; Pietro Alighieri, seguito dal Buti e dai moderni, che essa si riferisce " ad utrumque forum canonicum et civilem ". Per il Mattalia è " interessante la spiegazione che del verbo ‛ aiutò ' dà N. Tamassia, il quale informa che il termine ‛ adiutorium ' è usato da Graziano per affermare il principio che, quando le due leggi, civile ed ecclesiastica, non sono in conflitto, l'una può e deve essere usata ad aiuto e rincalzo dell'altra ".
Controversa l'interpretazione del passo di Pd XII 72 Domenico fu detto; e io ne parlo / sì come de l'agricola che Cristo / elesse a l'orto suo per aiutarlo: se si intende ‛ aiutare l'orto ' (come l'Ottimo, il Buti e tra i moderni il Casini, il Sapegno, il Mattalia) si dà al verbo a. il valore di " coltivare ", farlo prosperare e, fuori di metafora, di " purificare " la Chiesa; altri (Benvenuto, Cesari, Tommaseo) intendono ‛ aiutare Cristo ', cooperando alla grandezza della Chiesa.
In If XIV 57 l'imperativo aiuta, aiuta!, rivolto da Giove a Vulcano nella lotta contro i giganti, e che Capaneo pensa debba ripetere contro di lui, è quasi interiezione, come in XIII 118 accorri, accorri. Come esclamazione deprecativa, preceduto dal ‛ se ' enfatico, il verbo a. compare in Fiore LXXXI 4 se t'aiuti Iddio, CXCIX 4, CCIII 7.
Ha il valore più specifico di " difendere ", " salvare " da un pericolo, in particolare dalla lupa che ostacola l'ascesa di D. al dilettoso colle, in If 189 aiutami da lei, famoso saggio; così in Rime CII 22, Rime dubbie X 4 e Fiore CCIX 10. Con costrutto riflessivo e con significato affine s'incontra in Rime CIII 13 io non so da lei né posso atarme (in rima con arme), e così in Fiore CXLVI 12. Vale " ingegnarsi ", " sforzarsi ", in Pg XII 130 la mano ad accertar s'aiuta, e XXXIII 84. In Rime CIV 8 'l possente segnore, / dico quel ch'è nel core, / a pena del parlar di lor [delle tre donne] s'aita, il verbo, costruito con la preposizione ‛ da ' probabilmente per francesismo, oltreché come " sforzarsi ", può essere inteso nel senso di " trovare in sé stesso la forza " (Pézard) o " impedire a sé stesso di " (Foster-Boyde; che non accettano la spiegazione " aver difficoltà " del Contini).
Bibl. - N. Tamassia, D. et magister Gratianus, in " Atti del Regio Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti" LXXXII (1922-23).