AKEPHALOS (᾿Ακέϕαλος)
Divinità o dèmone decapitato e a volte alato, che appartiene al sincretismo tardo, testimoniato in particolare nella letteratura magica dell'Egitto, specie nel formulario dei papiri magici (P. G. M., ii, 97-176; vii, 222-249; viii, 65-110).
Attributi e funzioni sono variabili; i papiri magici contengono numerose allusioni ad un dio acefalo, il quale a volte, dagli epiteti, sembrerebbe identificarsi con un dio solare. Su questa base l'A. è stato anche interpretato come Seth-Typhon o come Osiride; l'iconografia dell'A. si potrebbe infatti anche riferire alla mutilazione di Osiride da parte di Seth. Appare come una figura umana, senza testa, disegnata grossolanamente su di un papiro magico di Berlino (P. G. M., ii). Simile iconografia presenta una gemma della collezione numismatica di Atene (n. 615), che però si inquadrerebbe nella serie degli amuleti (cfr. gnostiche gemme, vol. iii, p. 393). Secondo un'altra interpretazione (C. Bonner), l'A. sarebbe un prodotto della superstizione popolare, più che una divinità, uno dei dèmoni della morte (come Nekydaimon), usati negli scongiuri e nelle profezie: la mutilazione della testa che priva il corpo di ogni sua identità e significato, è infatti simbolo di distruzione e viene usato nelle tabellae defixionum.
Bibl.: A. Delatte, Etudes sur la magie grecque, in Bull. Corr. Hell., XXVIII, 1914, pp. 189 ss.; id., Codices Athenienses: Catalogus Codicum astrologorum graecorum, X, Bruxelles 1924; K. Preisendanz, Akephalos, der Kopflose Gott, Lipsia 1926; A. Delatte, Anedocta Atheniensia, I, Ligi 1927; K. Preisendanz, in Pauly-Wissowa, XVI, 1933, s. v. Nekydaimon; A. Delatte-Ch. Josserand, Contribution à l'étude de la demonologie byzantine, in Mélanges Bidez, I, 1934, pp. 221 ss.; C. Bonner, Studies in magical Amulets, Ann Arbor 1950, p. 165 ss.