Kauerismäki, Aki
Regista cinematografico finlandese, nato a Orimattila il 4 aprile 1957. Si è avvicinato al cinema da autodidatta e con il fratello Mika (n. 1955), anch'egli regista, ha realizzato nel 1981 Valehtelja (Il bugiardo), un mediometraggio (Mika ne firma la regia, Aki la sceneggiatura e vi interpreta una parte). Dopo Arvottomat (1982, I senza valore), dove si è rinnovata la collaborazione con il fratello, Aki ha debuttato nel 1983 come regista con Rikos ja rangaistus (Delitto e castigo), un adattamento del romanzo di F. Dostoevskij. È l'inizio di un'attività che non conosce soste. In quindici anni K. ha realizzato una ventina tra lungometraggi, documentari, film per la televisione e cortometraggi, segnalandosi fra gli esponenti di punta, a livello internazionale, del cinema nordico.
Come il fratello Mika, Aki mostra vivo interesse per i B movies degli anni Cinquanta e la Nouvelle Vague di cui rielabora numerosi motivi coniugandoli con uno stile che rievoca - per la compostezza quasi fredda degli attori, la rarefazione dei dialoghi, l'immobilità della macchina da presa, il gusto per l'ellissi - R. Bresson o Y. Ozu.
Per la sua critica del capitalismo, esemplare la trilogia che, con Varjoja paratiisissa (1986; Ombre nel paradiso), Ariel (1988), e Tulitikkutehtaan tyttö (1990; La fiammiferaia), K. ha dedicato al proletariato. Di film in film K. racconta storie in fondo uguali, di amore e di ribellione, con protagonisti uomini (netturbini, minatori, autisti) e donne (cassiere, operaie, cameriere) che vivono al margine della società del benessere, e poco o nulla si aspettano ancora dalla vita, ma che sono legati dalla 'simpatia' (intesa secondo l'etimologia del termine come 'conformità nel sentire'). Rispetto alla trilogia, una variazione sul tema appaiono Pida huivista kiinni, Tatjana (1994; Tatjana) e Kauas pilvet Karkaavat (1996; Nuvole in viaggio), che hanno segnato il ritorno di K. in Finlandia dopo una parentesi all'estero, caratterizzata dalla produzione di I hired a contract killer (1990; Ho affittato un killer), ambientato a Londra, e di La vie de bohème (1992; Vita da bohème), un adattamento del romanzo di H. Murger girato completamente in bianco e nero.
Due anime all'apparenza contraddittorie ma in realtà inscindibili s'intrecciano nel cinema di K.: una riflessiva, intima e romantica; l'altra irriverente e caustica. La prima prevale nella trilogia e nei film che si collocano sulla linea di questa. Espressione della seconda anima sono invece Calamari Union (1984), e Hamlet liikemaailmassa (1987; Amleto nel mondo degli affari) che propone una trasposizione del testo di Shakespeare al contempo fedele e straniante, ambientata negli uffici di una multinazionale, e Leningrad cowboys go America (1989), una commedia on the road con al centro una rock-band che dalla Lapponia approda in Messico. Il film è anche un omaggio ai Leningrad cowboys, un gruppo musicale di successo in Finlandia, al quale K. ha dedicato anche un documentario (Total balalaika show, 1993) e un altro film (Leningrad cowboys meet Moses, 1994). Ha poi diretto Juha (1999), opera in cui rievoca nelle scelte stilistiche il cinema delle origini.
bibliografia
F. Bono, Cinema Finlandia, Roma 1989.
Aki Kaurismäki, a cura di F. Bono, B. Fornara, A. Signorelli, Bergamo 1990.
R. Connah, K/K. A couple of Finns and some Donald Ducks, Helsinki 1991.
Finlandesi probabilmente... Il cinema di Mika e Aki Kaurismäki, a cura di S. Boni, C. Gianetto, Torino 1998.