KAURISMAKI, Aki
Kaurismäki, Aki (propr. Aki Olavi)
Regista e produttore cinematografico finlandese, nato a Orimattilä (Uusimaa) il 4 aprile 1957. Fin dalle prime prove, si è caratterizzato per uno stile asciutto, con dialoghi essenziali, personaggi bizzarri, situazioni paradossali, musiche rock degli anni Cinquanta e tanghi finlandesi. Il regista rivendica volentieri la propria discendenza ideale dallo stile scarno e laconico di Robert Bresson, ma ne traduce le ambiguità sul versante della commedia, animato da un pizzico di follia che lo avvicina a Luis Buñuel e a Marco Ferreri. Il suo stile si affida all'intensità delle immagini costruite con ascetico minimalismo, ma spesso anche cariche di ironia e venate di toni surreali, e risulta sempre sorretto da una forte lucidità politica. Ha sempre prediletto i film brevi: una pellicola a suo parere non deve durare più di 90 minuti e alcuni suoi lavori non superano i 70. Nel 2002 ha vinto il Gran premio speciale della giuria al Festival di Cannes per Mies vailla menneisyyttä (L'uomo senza passato).
Prima di approdare al cinema si dedicò a vari mestieri, tra i quali il portalettere, il lavapiatti e il critico cinematografico, come da lui stesso ricordato in molte interviste. Passò alla produzione agli inizi degli anni Ottanta come collaboratore del fratello Mika (nato il 21 settembre 1955, diplomato alla Hochschule für Fernsehen und Film di Monaco di Baviera e autore in proprio di numerosi film; v. anche Finlandia). Ispirandosi a Jean-Luc Godard, i due fratelli chiamarono la propria società di produzione Villealfa, mentre la distribuzione assunse il nome viscontiano di Senso Film, due scelte che stanno a testimoniare l'intelligente eclettismo. A partire dalla fondazione del gruppo, i Kaurismäki hanno contribuito con le loro opere a realizzare circa un quinto della complessiva produzione cinematografica del loro Paese. Oltre a girare film, i due fratelli (che si alternano e si integrano nelle funzioni di sceneggiatore e regista) hanno anche creato nel 1986 il Tervetuloa Sodankylän Elokuvafestivaaleille, noto come Midnight Sun Film Festival perché si svolge a metà giugno nel cuore della Lapponia. Fino all'entrata in scena di K. il cinema finnico soltanto sporadicamente era riuscito a distinguersi a livello internazionale.Dopo l'esordio con Saimaa-ilmiö (1981; La sindrome del lago Saimaa), girato a quattro mani con Mika, Aki realizzò da solo un adattamento da F.M. Dostoevskij, Rikos ja rangaistus (1983, Delitto e castigo), il grottesco Calamari union (1985) e una variazione su Amleto, Hamlet liikemaailmassa (1987; Amleto si mette in affari), in cui battute di W. Shakespeare si mescolano ad altre scritte dal regista in un'acre rilettura, in chiave neocapitalistica, del dramma shakespeariano. Per circa due anni K. si è occupato prevalentemente di video dedicati a gruppi musicali, girando, tra l'altro, Leningrad cowboys go America (1989), storia della trasferta americana di un gruppo di musicisti sovietici, interpretata da un complesso di Helsinki. Il regista ha definito questo film (il suo maggior successo commerciale) "il peggior film della storia del cinema all'infuori di quelli di Stallone". Nel 1990 sono stati presentati a New York sette film diretti da K., tra i quali ha ottenuto un particolare successo Ariel (1988), che narra la rocambolesca fuga verso il Messico di un minatore perseguitato dalla sfortuna.Il suo primo titolo di vasta risonanza internazionale è stato però Tulitikkutehtaan tyttö (1989; La fiammiferaia), che, prendendo appena uno spunto dal racconto di H.Ch. Andersen, racconta le vicissitudini di un'operaia di una fabbrica di fiammiferi che reagisce ai guai dell'esistenza avvelenando l'amante, i genitori e uno sconosciuto con un topicida. Ha suscitato consensi anche I hired a contract killer (1990; Ho affittato un killer), girato in Gran Bretagna, dove il regista utilizza lo stralunato Jean-Pierre Léaud (l'attore feticcio di François Truffaut) nella parte di un impiegato rimasto senza lavoro che incarica un killer di ucciderlo, ma poi si pente e vorrebbe fermarlo. È stata poi la volta di una nuova rivisitazione del romanzo di H. Murger (Boheemielämää, 1992, noto anche come La vie de bohème; Vita da bohème), ambientato, con musiche di W.A. Mozart e P.I. Čajkovskij, nella Parigi contemporanea e girato in coproduzione con la Francia. Pidä huivista kiinni, Tatjana (1994; Tatjana) è invece un road movie ambientato a metà degli anni Sessanta che vede due svitati finlandesi e due ragazze russe compiere un viaggio liberatorio all'impossibile ricerca della libertà e della felicità. Kauas pilvet karkaavat (1996; Nuvole in viaggio) presenta una coppia in gravi difficoltà economiche, lui autista di autobus licenziato, lei direttrice di sala di un ristorante fallito, ma con un finale ottimistico alla Frank Capra, in un'opera in cui la leggerezza si coniuga con una lucidità quasi metafisica e priva di sentimentalismi.
Dopo questo film K. ha annunciato il ritiro dal cinema per dedicarsi alla letteratura, ma ha cambiato idea avvertendo l'obbligo di assicurare un lavoro alla cerchia dei collaboratori fissi. La rivisitazione di alcuni film muti lo ha indotto a girare Juha (1999), quarto adattamento del romanzo (1911) dello scrittore finlandese Juhani Aho, già portato sullo schermo anche dallo svedese Mauritz Stiller nel 1921 e dal finlandese Nyrki Tapiovaara nel 1936. K. ha tentato una sfida impossibile girando un mélo muto, in bianco e nero e pieno di riferimenti cinefili. La consacrazione di K. come maestro del cinema contemporaneo è arrivata nel 2002 a Cannes con il Gran premio della giuria per Mies vailla menneisyyttä, storia pirandelliana di un uomo che perde la memoria dopo essere stato picchiato, ma riesce a rifarsi una vita. Autoironico e indifferente a quello che definisce il richiamo dell'Oscar, K. si dice ormai convinto che Hollywood abbia ceduto il suo potere a Wall Street. Il regista utilizza spesso i medesimi attori (come lo scomparso Matti Pellompää e Kati Outinen), vive e lavora nei pressi di Karkkila, una cittadina a sessanta chilometri da Helsinki, dove ha attrezzato un piccolo stabilimento a ciclo completo per la lavorazione dei suoi film.
P. Cowie, Finnish cinema, Helsinki 1991, pp. 168-78; Finlandesi probabilmente… Il cinema di Aki e Mika Kaurismäki, a cura di S. Boni, C. Gianetto, Torino 1998.