Tamiroff, Akim
Attore cinematografico, nato a Baku (Azerbaigian) il 29 ottobre 1899 e morto a Palm Springs (California) il 17 settembre 1972. Con il suo volto rotondo illuminato da uno sguardo bonario e rassicurante e il suo marcato accento, T. fu un caratterista perfetto nel rendere le numerose parti di fianco della sua lunga e intensa carriera svoltasi per lo più negli Stati Uniti. Sostenuto da una solida preparazione attoriale maturata presso la prestigiosa scuola del Teatro d'arte di Mosca, seppe infondere nei suoi personaggi un'eleganza personale anche in virtù di un temperamento umile e audace al contempo. Molto amato da Orson Welles, ebbe tuttavia scarsi riconoscimenti ufficiali penalizzato dalle parti spesso ripetitive e limitanti interpretate: nel 1944 vinse un Golden Globe come miglior attore non protagonista per For whom the bell tolls (1943; Per chi suona la campana) di Sam Wood che nello stesso anno gli valse anche una nomination all'Oscar.
Proveniente da una benestante famiglia borghese (suo padre era un imprenditore) frequentò l'università e la scuola del MChT (Moskovskij Chudožestvennyj Teatr, Teatro d'arte di Mosca) di cui entrò a far parte una volta giunto al diploma. Fu proprio con la compagnia del Teatro d'arte che nel 1923 si recò in tournée negli Stati Uniti dove decise di rimanere. Dopo una decina di anni nebulosi offrì la sua prima interpretazione cinematografica di un certo rilievo in Queen Christina (1933; La regina Cristina) di Rouben Mamoulian al fianco di una strepitosa Greta Garbo. Da allora impersonò diversi ruoli spesso in parti poco significative di attendente o servitore in cui venivano esasperate sia le sue origini, sia la sua fisicità da finto cattivo, ma in fondo ingenuo e pronto al sacrificio. Dopo la bella prova da protagonista in The general died at dawn (1936; Il generale morì all'alba) di Lewis Milestone, che nel 1937 gli procurò la prima nomination all'Oscar, seguì una serie di interpretazioni che, sfruttando la peculiarità della sua presenza scenica, limitarono, sacrificandolo, il suo pur maturo talento artistico anche in film diretti da registi affermati. Tra questi da ricordare Cecil B. DeMille, che lo volle in tre produzioni consecutive e gli affidò parti più consistenti che diedero il vero avvio alla sua carriera cinematografica (Dominique You, ingenuo aiutante del pirata Jean Lafitte in The buccaneer, 1938, I filibustieri; Fiesta, la trasandata guardia del corpo in Union Pacific, 1939, La via dei giganti; e Dan Duroc, il meticcio schierato con gli indiani in Northwest mounted police, 1940, Giubbe rosse); Preston Sturges, che lo aveva precedentemente diretto nel ruolo di uno scanzonato e divertente boss in The great McGinty (1940; Il grande McGinty) e lo riscritturò per il sarcastico The miracle of Morgan's creek (1944; Il miracolo del villaggio) mettendo in risalto le sue sottovalutate doti comiche; Milestone che lo diresse anche in Captain hates the sea (1934), Paris is spring (1935; Una notte al castello) e They who dare (1954; Operazione Commandos); Henry Hathaway che lo scritturò per The lives of a Bengal lancier (1935; I lancieri del Bengala) e Spawn of the North (1938; Il falco del Nord); Frank Borzage che lo diresse in Desire (1936; Desiderio), Disputed passage (1939; Passaggio conteso) e His butler's sister (1943; Le conseguenze di un bacio); Anatole Litvak che lo volle al fianco di Ingrid Bergman e Yul Brynner in Anastasia (1956), ma sopra tutti Welles, che riponeva in lui una cieca fiducia e gli affidò i tre ruoli più importanti della sua carriera, ossia quello di Jakob Zonk in Mr. Arkadin (1955; Rapporto confidenziale), di Uncle Joe Grandi in Touch of evil (1958; L'infernale Quinlan) e di Bloch in Le procès (1962; Il processo).Dagli anni Cinquanta T. lavorò anche in diverse produzioni europee sempre con registi di rilievo tra i quali spiccano Vittorio De Sica (Il giudizio universale, 1961; Caccia alla volpe, 1966), Jean-Luc Godard (Alphaville, 1965, Agente Lemmy Caution ‒ Missione Alphaville) e Claude Chabrol (Marie-Chantal contre dr. Kha, 1965, Marie Chantal contro il dr. Kha), interpretando tuttavia personaggi ben al di sotto delle sue possibilità.
Resta il rammarico di non averlo potuto ammirare in quello che sarebbe stato il ruolo più importante della sua carriera, capace di rendere a tutto tondo le sfumature della sua recitazione: quello di Sancho Panza nell'incompiuto Don Quixote (1955) di Welles.