SUKARNO, Akmed (Kusno Sosro)
Uomo politico indonesiano, nato a Blitar, Giava, il 6 giugno 1901, morto a Djakarta il 21 giugno 1970; uno dei maggiori esponenti del nazionalismo asiatico e padre dell'Indonesia indipendente, figlio di un maestro elementare. Laureato al politecnico di Bandung, militò dapprima nel movimento musulmano Sarekat Islam. Nel 1927 fondò il Partai Nasional Indonesia. Arrestato dagli Olandesi nel 1929, restò in carcere tre anni, ma fu nuovamente arrestato nel 1933, e confinato senza processo nell'isola di Flores, poi a Sumatra, ove rimase fino all'arrivo dei Giapponesi, con cui collaborò. Nell'imminenza della resa giapponese, il 17 agosto 1945, proclamò la repubblica d'Indonesia indipendente, di cui divenne presidente: successivamente guidò la vittoriosa resistenza contro il tentativo degli Olandesi di restaurare il loro dominio sull'arcipelago. Nel 1959 sciolse l'Assemblea costituente e nel 1960 il Parlamento, instaurando, con l'appoggio dei comunisti, un regime semitotalitario di "democrazia guidata". Nel 1965 un colpo di mano di un gruppo di generali lo privò prima del potere, poi (marzo 1967) anche della carica di presidente. Morì prigioniero nel suo palazzo. Il suo fascino carismatico, la sua eloquenza, il suo acceso nazionalismo, il suo intransigente anticolonialismo (fu promotore nel 1955 della conferenza afroasiatica di Bandung) contribuirono a unificare la nazione indonesiana. Fallì invece nel tentativo di dare al suo potere una base ideologica, fondendo in modo confuso elementi di socialismo con la tradizione islamica e il totalitarismo fascista; ed ebbe gravi responsabilità per la disastrosa politica economica postbellica.
Bibl.: J. Legge, Sukarno, Londra 1972.