al-Mantiqi al-Sigistani, Abu Sulayman
Logico e dossografo musulmano attivo a Baghdad (n. forse Siǧistān, od. Sistān, Iran, 912 - m. Baghdad 985 o dopo il 1001). Fu discepolo di Abū Bišr Mattā e di Yaḥyā ibn ‛Adī, cui successe nella guida della scuola di Baghdad. La principale opera attribuitagli (non senza incertezza: probabilmente più che a lui, va ascritta alla sua scuola) è il Kitāb ṣiwān al-ḥikma («Lo scrigno della sapienza») che, rimastaci solo parzialmente, doveva contenere le vite dei filosofi greci e arabi e fornirne dossografia e bibliografia, da Talete al 10° sec. (comprendeva notizie su Abū Sulaymān al-Maqdisī, uno dei probabili autori delle Epistole dei fratelli della purezza). Da quest’opera dipende, in parte, il Libro delle religioni e delle sette di al-Šhahrastānī. Altri testi ascritti ad al-M. «il Logico» sono un’Epistola sul Primo motore e un Trattato sulla natura dei corpi celesti. I vivaci resoconti di Abū Ḥayyān al-Tawḥīdī (m. 1023) permettono di ricostruire l’attività del suo circolo. Le posizioni da lui assunte in filosofia, strettamente dipendenti dai testi greci, sono state avvicinate a quelle di al-Kindī. Grazie ad alcune citazioni del Kitāb ṣiwān al-ḥikma si è potuta ricostruire parte del Contra Aristotelem di Giovanni Filopono il Grammatico.