ALAGONA, Blasco, il Vecchio
Aragonese, nato nella prima metà del sec. XIII, risulta già in Sicilia anteriormente al novembre del 1285, in quanto in questo tempo fu in Messina tra i testimoni della cessione a Giacomo dei diritti sulla corona di Sicilia da parte del fratello Alfonso (G. La Mantia, Codice diplomatico dei re aragonesi di Sicilia, I, Palermo 1918, p. 350). Accorto guerriero, mostrò subito le sue eccezionali doti di organizzatore e di tattico. Nel 1291 occupò Montalto e sconfisse e prese prigioniero Guidone da Primerano. Ma alla fine dello stesso anno fu richiamato in Catalogna per scolparsi di una accusa di peculato. Era da poco tornato in Sicilia e si accingeva a riprendere la guerra, godendo dell'amicizia del giovane principe Federico, quando nel 1294 il re Giacomo lo richiamò di nuovo in Catalogna. Allorché l'anno seguente Giacomo notificò la sua rinuncia al regno di Sicilia, l'A. fuggì dalla sua corte e tornò in Sicilia, schierandosi al fianco di Federico, e chiamando a sé, con l'autorità del nome e della fama, tutti i guerrieri aragonesi. Federico, fatto re il 25 marzo del 1296, ricompensò la sua fedeltà nominandolo capitano dell'esercito.
In questa veste nel 1296, egli partecipò alla campagna di Calabria: vi fu nominato luogotenente, quando il re dovette, in quell'anno, rientrare in Sicilia. Richiamato nell'isola l'anno seguente da Federico, che dubitò per un momento della sua fede, fu immediatamente rispedito al campo per frenare l'avanzata di Ruggiero Loria, che aveva occupato Catanzaro. L'A., con truppe assai inferiori a quelle del nemico, riportò nella seconda metà del settembre del 1297, nei pressi della città, una clamorosa vittoria sulle forze del Loria, ferendo lo stesso ammiraglio traditore e uccidendo o catturando molti nobili guerrieri. Nel gennaio del 1299 re Federico lo premiò concedendogli il castello e la terra di Naso, tolti ai traditori Giovanni e Matteo Barresi. Combatté ancora contro i Catalani di Giacomo Il e nella sfortunata battaglia navale del Capo d'Orlando (1299) salvò la nave del re.
Ascoltato consigliere di Federico III, sia in questioni politiche, sia, più ancora, in quelle militari, ebbe tutto il merito della grande vittoria di Falconara, combattuta il io dic. 1299, in cui fu catturato Filippo d'Angiò e disfatto l'esercito angioino. Sfruttando sempre la maggiore mobilità dei fanti nei confronti della pesante cavalleria francese, colse una nuova vittoria l'anno seguente a Gagliano, facendo prigioniero Gualtiero V, conte di Brienne.
Morì nel 1301 durante l'assedio di Messina, forse per avvelenamento causato da cibi guasti.
Fonti e Bibl.: Nicola Speciale, Historia sicula, in R. Gregorio, Bibliotheca scriptorum..., I, Paformi 1791, pp. 346, 352-353, 358, 383-386, 423-427, 439-440, 441-442; M. Amari, La guerra del Vespro siciliano, II, Milano 1886, pp. 212, 257, 279, 289, 307, 329-332, 340-342, 365, 381, 390-396, 400-405, 417, 443, 445-446; H. E. Rohde, Der Kampf um Sizilien in den Jahren 1291-1302, Berlin u. Leipzig 1913, pp. 81-82, 87; F. Giunta, Aragonesi e Catalani nel Mediterr., I, Palermo 1953, pp. 22-70.