ALAGONA
Questa famiglia, che divenne famosa in Sicilia, pare di origine spagnuola. Lo storico Zurita menziona sovente, in Aragona, membri di tale famiglia, e a lungo discorre di quelli che si resero illustri in Sicilia. A. Mango ricorda un Blasco che nel 1214 fu conte di Sastago in Aragona, e come poi venisse altro Blasco in Calabria e in Sicilia, e il terzo Blasco fosse conte e maestro giustiziere del regno di Sicilia.
Il personaggio più famoso della famiglia è, in Sicilia, Artale A., bàiulo, ossia tutore dell'unica figlia del re di Sicilia Federico III il Semplice, morto nel 1377, e uno dei quattro vicarî, che governarono la Sicilia durante la minore età della regina Maria nel tempo della sua dimora in Ispagna, prima del matrimonio con Martino il Giovane. Egli aveva vaste ambizioni di dominio siciliano; ma, nel gennaio 1379, il conte Guglielmo Raimondo Moncada rapiva dal castello Orsino di Catania la giovinetta Maria, e la portava nel castello di Licata. poi di Augusta, col proposito di condurla in Ispagna. Fierissima esplose l'ira di Artale, che vedeva rotti d'un colpo i suoi piani: e mise assedio attorno ad Augusta. Si facevano intanto palesi le mire della corte di Spagna, d'impadronirsi della Sicilia. Nell'agosto del 1382, il Dalmao riusciva a far fuggire sopra le sue navi la regina Maria, e la condusse a Cagliari. Artale moriva nel febbraio 1389 in Catania, e il duca di Montblanch, padre di Martino il Giovane, poi re di Sicilia, se ne rallegrava come di ventura grandissima, convalidando così il giudizio di molti contemporanei, cioè che, vivente Artale, nulla i Martini sarebbero riusciti a fare nell'isola.
Di un altro Artale, nipote del primo, è pure grande la rinomanza, per la vigorosa resistenza che oppose ai Martini e a Maria, dopo il loro avvento nell'isola (1392). Nulla curandosi della condanna a morte di Andrea Chiaramonte (giugno 1392) per la sua opposizione all'ingresso dei sovrani in Palermo, il giovane Artale Alagona tenne desto un movimento rivoluziomrio in Catania e nel territorio attorno, per tener lontane le truppe regie. Accanito fu l'assedio del castello di Aci, presso Catania e, a vigilanza di Catania, tenuto da Artale, fra trattative di pace più o meno sincere. Anche l'assedio di Catania durò a lungo, e solo nel 1394 il duca di Montblanch se n'impossessò. Artale cercò allora rifugio a Genova e poi a Milano, presso Gian Galeazzo Visconti, procurando di suscitare contro i Martini quest'altro poderoso avversario. Sembra che la famiglia A. si sia estinta rapidamente, come quella dei Chiaramonte, pur essi ambiziosi e ribelli di fronte al potere regio.
Bibl.: Zurita, Anales de la Corona de Aragón, Saragozza 1650, I: Inveges, Annali di Palermo, III, Palermo nobile, Palermo 1651; G. Galluppi, Nobiliario della città di Messina, Napoli 1878; A. Mango, Il Nobiliario di Sicilia, I, Palermo 1912; D. Scavo, in Memorie per la storia lett. di Sicilia, I, Palermo 1756; I. La Lumia, Estratti da un processo per la lite feudale, ecc., in Documenti della Società siciliana di storia patria, s. 1ª, III, Palermo 1878; id., I quattro vicarî (1377-1396), in Storie siciliane, II, Palermo (1882); G. La Mantia, Documenti in lingua spagnuola (1381-1409), in Sicilia, Palermo 1899; F. Guardione, in Arch. stor. Sic. Orientale, Catania I (1904); G. Sambon, Le monnayage d'Artale d'Alagona, in Revue numismatique, 1913.