CHARTIER, Alain (Alanus Auriga, e, più comunemente, Alanus Quadrigarius)
Nacque a Bayeux verso il 1385 di buona famiglia normanna. Dai documenti di archivio risulta ch'egli fu canonico di Notre-Dame (dal 1420). Nel 1418, quando il delfino, il futuro Carlo VII, lasciò Parigi, egli faceva già parte della cancelleria come segretario del re. Seguì nell'esilio il giovanissimo principe e collaborò attivamente al tenace abilissimo sforzo di propaganda politica, con cui il vacillante "regno di Bourges" venne consolidando le sue fortune. Servì alla propaganda diplomatica, come "oratore" in missioni importanti: presso l'imperatore Sigismondo (1424); presso il papa Martino V, e a Venezia (1425). Nella primavera del 1426 accompagnò il sire de la Trémöille alla conferenza di Bruges per la pace con la Borgogna; nel 1428 fu in Scozia per negoziare il matrimonio con Margherita di Scozia del futuro Luigi XI. Scendeva forse in Italia per una nuova missione, quando morì ad Avignone, probabilmente verso la fine del 1429.
Presso i contemporanei fu celebre come poeta, e come poeta d'amore. Un vivo e non passeggero entusiasmo accolse soprattutto il suo poemetto La belle dame sans merci (1424), una graziosa quisquilia ove aleggiava qualcosa della melanconia petrarchesca e dell'idealismo cortese. Invece della solita allegoria, balzavano fuori da quei versi due profili che parvero vivi: quello della dama bella e gioiosa che nega spiritosamente la passione che uccide, e quello del giovane pallido e triste, che della sua passione muore. Dava all'insieme un accento di verità l'intervento diretto del poeta: figura dolente di amante sventurato anche lui, che la morte aveva privato della sua dama. Ma per il lettore e lo studioso moderno la figura e l'opera di Ch. hanno soprattutto un'importanza storica: vi troviamo rappresentata la terribile crisi allora attraversata dalla Francia. Nel libretto giovanile, Le livre des quatre dames (1415), scritto all'indomani di Azincourt, c'è solo l'ombra del disastro; ma negli scritti della maturità, nel Quadrilogue invectif (1422), nel Dialogus familiaris amici et sodalis (1425?), particolarmente nell'Espérance ou consolation des trois vertus (1428), c'è la coscienza tormentosa, spesso tragica, della rovina. L'opera di Ch. è un documento della tristezza che allora gravava sugli animi, ma anche della rinascita che veniva maturando fra i duri travagli. L'umanista dignitoso, imitatore felice degli antichi, specialmente di Seneca, si viene formando un ideale di fierezza stoica: il sentimento della patria ridiventa l'idea romana dello stato; il tormento morale tende a superarsi in una disamina realistica dei mali incombenti e in un programma di azione. È evidente in Ch. lo sforzo per divenire la voce della Francia: e certo contribuì a preparar l'atmosfera entro cui doveva raggiare la fiammata liberatrice. Egli ebbe la fortuna di assistere al miracolo tanto sognato, e il suo ultimo scritto è una lettera all'imperatore per informarlo delle gesta miracolose della Puella salvatrice.
Opere: A. Duchesne, Les œuvres de maistre A. Ch., Parigi 1617; Ph. de Chennevières, Rondeaux et ballades publiés d'après un manuscrit de la Bibliothèque Méjanes à Aix, Caen 1846. Le arringhe latine furono pubblicate, non bene, da D. Delaunay, Étude sur A. Ch., Rennes 1876. Del capolavoro, Le quadrilogue invectif, ha dato un'edizione E. Droz nei Clîssiques français du Moy'en-âge, Parigi 1923. Il Tractatus de vita curiali (1927), scritto dall'autore in latino e non in francese, come fu creduto a lungo, fu edito da F. Heuckenkamp, Halle 1899. Dell'importante lettera su Giovanna d'Arco ha dato un'edizione critica A. Cretton, in Archivio storico italiano, 1930, fasc. 30. La Belle dame sans merci fu tradotta in italiano da Carlo del Nero nel 1471 (W. Soederhjelm, La dama senza mercede, in Revue des langues romanes, 1891). Fu pure tradotto in italiano, col titolo Questione d'amore, il dialogo poetico Débat du réveilleinatin (di data incerta).
Bibl.: P. Champion, Histoire poetique du XVe siècle, I, Parigi 1923, pagine 1-165. Per la biobrafia: A. Thomas, A. Ch. chanoine de Paris, in Romania, XXXIII (1904), pp. 387-402; A. Piaget, La belle dame sans merci et ses imitations, in Romania, XXX segg.