ALAMANNI NASI, Vincenzo Antonio
Nacque a Firenze da Antonfrancesco e da Maria Maddalena Borgherini il 7 apr. 1679. Addottoratosi al Collegio romano in filosofia e teologia (24 ag. 1702), fu consacrato sacerdote il 16 nov. 1710. Già canonico fiorentino e prelato domestico di Innocenzo XII, Clemente XI gli confermò il proprio favore, affidandogli incarichi di Curia come segretario della Congregazione della bolla Unigenitus e poi della Congregazione del giansenismo e nominandolo segretario della Cifra (marzo 1714-marzo 1721).
Di questa sua attività restano le lettere e le minute di ufficio, scritture varie riguardanti la Unigenitus, la corrispondenza con il nunzio a Parigi dal 1714 al 1720, con i nunzi di Vienna, di Napoli e di Spagna, ecc. Interessante particolarmente il problema del giansenismo nei suoi riflessi religioso-politici è la corrispondenza privata con Fénelon, che l'A. aveva conosciuto a Cambrai durante un viaggio compiuto nel 1708-09 in Francia e in Fiandra. L'amicizia continuò mediante lo scambio di lunghe lettere (maggio 1709-febbraio 1712) utili a Fènelon per far conoscere a Clemente XI e ai cardinali A. Fabroni e G.B. Gabrielli, e al segretario di stato F. Paolucci il proprio pensiero sulle questioni più vive che in quegli anni agitavano la Chiesa. Fu l'A. che sollecitò da Fénelon l'invio di una relazione sull'autorità della S. Sede e sui mezzi più opportuni per vincere la resistenza gallicano-giansenista in Francia.
L'ampia relazione in latino (pubbl. dal Jovy, Fénelon inédit d'après les documents de Pistoia, Vitry-le-François 1917), presentata dapprima al duca di Chevreuse e da questo al p. Le Tellier, sollevò varie difficoltà e quasi certamente non giunse mai nelle mani dell'Alamanni (A. a Fénelon, 13 giugno 1711, in Correspondance de Fénelon..., III, p. 390). Ne resta traccia anche in un Mémoire sur le gouvernernent de la Cour de Rorne, che l'arcivescovo di Cambrai inviò all'A. nel 1710 (v. Correspondance..., III, p. 396), in un Mémoire sur les affaires du Jansénisme, indirizzato al Le Tellier (ibid., III, pp. 237 ss.) e in una lettera all'A, del 15 luglio 1710 (cfr. L'Amateur d'autographes, XXXIV [1901], pp. 141-146 e Rezzi, pp. 18-23), che riassume la posizione di Fénelon.
È certo che una parte molto attiva, di tramite, negli anni precedenti la Unigenitus, ebbe con il Fénelon l'A., che si adoperò per il definitivo riavvicinamento dell'arcivescovo di Cambrai ad alcuni ambienti di Curia, dopo l'ormai lontano episodio di condanna delle Maximes des Saints.
Consultore del S. Uffizio e canonico di S. Giovanni in Laterano, l'A. fu da Innocenzo XIII creato arcivescovo in partibus di Seleucia (fu consacrato il 30 nov. 1723 dal cardinale Lorenzo Corsini) e inviato nunzio a Napoli il 2 dic. 1723; trasferito alla nunziatura di Madrid il 20 dic. 1730, si occupò fra l'altro delle questioni di giurisdizione ecclesiastica apertesi dopo la presa di possesso del Regno di Napoli da parte di don Carlos nel 1734. L'A. morì a Madrid il 26 luglio 1735, mentre stava per partire per Roma, dove avrebbe dovuto ricevere il cappello cardinalizio.
In Firenze gli erano state conferite le dignità di priore di S. Stefano e di abate di S. Girolamo di Fiesole. Di lui, che ebbe larga cultura letteraria e giuridica e fu scrittore elegante, si ricordano due orazioni, l'Oratio de Spiritus Sancti adventu (Romae 1700) e l'Oratio in funere Ludovici XIV (Romae 1716).
Fonti e Bibl.: Le lettere e le scritture dell'A. Quale segretario della Cifra, ecc., lettere dell'A. ai Corsini, lettere di vari all'A., sono conservate nella Biblioteca Corsiniana, Roma, 31. B. 1; 31. D. 6; 31. D. 10; 31. D. 14; 31. F. 25; 32. A. 11; 32. B. 10; 32. F. 10; 32. F. 18; 41. D. 8; 41. D. 11; 41. D. 12; Arch. Segreto Vaticano: Nunz. Napoli, dal vol. 166 al 178, 178 A, 178 B, 179, 354, 354 A, 355, 356; Nunz. Spagna, voll. 235, 236, 237, 237 A, 238, 239, 244 A, 366, 405, 406, 422, 425, 429; Correspondance de Fénelon..., III, Paris 1827, pp. 211, 221, 237 ss., 264 ss., 390, 396; L. Rezzi, Lettres inédites de Fénelon, retrouvées dans la Bibliothèque du Prince Corsini, Roma 1853, pp. 1-31; Lettre de Fénelon à l'abbé A., in L'Amateur d'autographes, XXXIV (1901), pp. 141-146 (art. siglato E.L.); per la biografia, cfr. Arch. di Stato di Firenze, alberi Pucci, cart. 1, n. mt. 6 (Alamanni) e in Biblioteca nazionale centrale, Firenze, mss. Passerini, n. 44, pp. 271-272; v. anche L. Karttunen, Les nonciatures apostoliques permanentes de 1650 à 1800, Genève 1912, p. 229 e tavv. 112, 128; L.V. Pastor, Storia dei Papi, XV, Roma 1933, pp. 691, 699, 709; J. Orcibal, Fénelon et la Cour Romaine (1700-1715), in Mélanges d'archéologie et d'histoire, LVII (1940), pp. 277 ss., R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia catholica..., V, Patavii 1952, p. 352.