Alardo (Erard de Valéry)
Cavaliere crociato tra i più famosi del sec. XIII, fu uno dei numerosi figli di Jean signore di Valéry (Yonne), nato probabilmente intorno al 1220.
Prese parte alla crociata d'Egitto del 1248, rimanendo prigioniero con tutto l'esercito cristiano sotto le mura di Mansura. In seguito partecipò alla guerra tra Margherita di Fiandra e il figlio di primo letto Jean d'Avesne, e fu fatto prigioniero alla battaglia di West Cappel (1253); fu quindi riscattato da Carlo d'Angiò, alleato della contessa. Alla fine del 1265 o ai primi del 1266 giunse a S. Giovanni d'Acri minacciata dal sultano mamelucco di Egitto Baibars. Di ritorno dalla Palestina, sbarcò in Puglia probabilmente nell'agosto 1268, e offrì subito il suo aiuto a Carlo I d'Angiò.
A lui si deve soprattutto l'elaborazione del piano strategico della battaglia di Tagliacozzo e la conduzione tattica delle ultime fasi dei combattimenti. É la fama di questo merito che D. riecheggia: là da Tagliacozzo, / dove sanz'arme vinse il vecchio Alardo (If XXVIII 17-18). L'espressione dantesca tuttavia non va presa alla lettera, come è stato fatto fin qui a cominciare dai chiosatori antichi (Iacopo, Bambaglioli, Anonimo). A., che doveva avere al massimo cinquant'anni - rientrava quindi entro i termini della senettute, che, come è noto, per D. va dai quarantacinque ai settant'anni (Cv IV XXIV 4) - alla battaglia di Tagliacozzo partecipò non solo col consiglio, ma anche con la spada, guidando l'ultimo decisivo assalto (" et Herardus et sui milites flexis loris ad eos [cioè nemici] revertentes, ipsos a latere cum magnis clamoribus invadunt et in eos impetu validissimo proruperunt ", Primato Chronicon, in Mon. Germ. Hist., Script. XXVI, 661), e togliendo Guido di Monfort da un grave impaccio. È probabile poi che, con la qualifica di vecchio, D. volesse alludere non solo all'età, ma anche all'esperienza militare di Alardo. Tutti i cronisti del tempo, infatti, hanno. rilevato questo connotato del personaggio, insieme alla sua valentia e al suo coraggio. Primato (661) per es. lo definisce " vir expertus in rebus bellicis "; e G. Villani (VII 26) dice di lui il " buono [nel significato di ‛ valente ' adoperato anche da D.] messer A... di grande senno e prodezza ". Ci sembra poi che con l'espressione sanz'arme vinse D. volle non escludere una partecipazione diretta e personale di A. ai combattimenti ma semplicemente sottolineare il peso determinante che ebbe il piano di A., che riuscì a compensare l'inferiorità numerica e di armamento dell'esercito di Carlo, ammessa da tutti i cronisti.
Dopo Tagliacozzo, A., tornato in Francia, ebbe dapprima vari incarichi da re Luigi; partecipò poi (1270) alla crociata in Tunisia e nel 1271 pare tornasse in Terra Santa al seguito del principe Edoardo d'Inghilterra. Divenuto camerario di Francia, si rese ancora utile a Carlo d'Angiò per operazioni finanziarie; ma il suo pensiero era rivolto costantemente alla liberazione della Terra Santa: e a questo scopo custodiva ancora, negli anni 1272 - 1274, il denaro pagato dall'emiro di Tunisia come indennità di guerra. Il papa Gregorio X si servì più d'una volta di lui per far pressione sul re di Francia affinché " defensioni terrae sanctae procuret celeriter subvenire " (Registres de Grégoire X, ed. Guiraud, Parigi 1892, n. 806, 826). Nel 1275 ancora una volta " crucis signaculum assumpsit ", e il papa, in previsione di una sua prossima partenza, gli concesse duemila marchi (ibid., n. 836).
Morì nel 1277, legando, nel suo testamento, una somma di denaro per gli aiuti alla Terra Santa.
Uomo di consiglio e di azione, sembra sia stato anche persona colta. La sua figura di crociato e di cavaliere esaltata dalla poesia francese contemporanea (Rutebeuf La complainte du comte Eudes de Nevers, vv. 109-120; La complainte du roi de Navarre, vv. 125-130; G. Guiart La Branche des royaus lingnages, in Recueil des Hist. des Gaules et de la France, XII, 200, 202-203; Gillebert de Berneville, ed. H. Waitz, in Festgabe für G. Gröber, Halle 1899, poesia, III, 46), passò anche nel Novellino (LX).
Bibl. - Le Nain De Tillemont, Vie de Saint Louis, roi de France, Parigi 1848-1851, IV 13, 26; V 6, 18, 192; VI 121; M.H. D'arbois De Jubainville, Histoire des ducs et des comtes de Champagne, IV, ibid. 1865, 494-498; V, ibid. 1863, n. 3015; VI, ibid. 1866, nn. 3358, 3514, 3653, 3663, 3677, 3689, 3835; P. Toynbee, Il vecchio A. in the Inferno (XXVIII 18), in " The Academy " n.34 (4 agosto 1888) 73, ristampato in Dante. Studies and Researches, Londra 1902; A. Longnon, Documents relatifs au comté de Champagne et de Brie, II, Parigi 1904, 23, 50; P. Herde, Die Schlacht bei Tagliacozzo, in " Zeitschrift für bayerische Landesgeschichte " XXV (1962) 706-708 e passim. Cfr. anche Recueil des Historiens de Gaule et de la France, XX, 216, 226-228, 242, 305; XXI, 178 C.
Si veda inoltre la bibliografia relativa a Carlo I d'Angiò e alla battaglia di Tagliacozzo.