ALARE
Arnese che, in coppia con un altro, serve per sorreggere la legna al focolare, la cui forma primitiva è rappresentata da un grosso ceppo e da una pietra cui appoggiare i pezzi di tronco. Nell'Italia antica compare sotto forma di spranghe metalliche sorrette alle due estremità da sostegni a due piedi.
Esempi tipici di a. di bronzo, sono quelli trovati ad Este a quattro piedi e quelli di ferro trovati a Vetulonia. Ad Este ne furono trovati anche di fittili con le estremità rialzate e terminanti con una testa di animale, che quasi sempre riproduce la testa dell'ariete, forse simbolo del sacrificio offerto sull'ara del focolare ai geni familiari; in tutti gli esemplari trovati durante scavi nelle antiche dimore dei popoli veneto-euganei, l'impasto è sempre uniforme: arrossato dal fuoco, grossolano e misto a granuli di trachite.
Nel N dell'Europa gli a., come i principali utensili, appaiono alla fine dell'epoca di Hallstatt sotto l'influenza dei modelli italici; nell'epoca La Tène numerosi gli a. in ferro ed argilla. Specie nel periodo La Tène III ed all'inizio dell'epoca romana, l'a. diviene molto più comune al N delle Alpi e le dimensioni sono più grandi. Gli a. d'argilla sono anche in quest'area tutti ornati con una testa di montone; su molti esemplari alle corna sono sospesi cercini, figurazione delle ghirlande che apparivano sulle vittime.
Bibl: J. Dechelette, Manuel d'archéologie préhistorique celtique et galloromaine, II-III, passim, Parigi 1914; A. Alfonsi, Alari fittili di epoca preromana scoperti in Este, in Bull. Paletn. It., 1901, p. 134: G. Gaudron, Chenets d'argile ornés d'une tête de bélier, in Bull. Archéologique, 1953, p. 249, tav. XVII-XVIII.