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ALASCA

di Pasquale Coppola - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)
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ALASCA (II, p. 73; App. II, 1, p. 105; III, 1, p. 54)

Pasquale Coppola

L'A., 49° stato degli Stati Uniti d'America dal 1959, contava, al 1970, 302.173 abitanti (compresi circa 35.000 militari), dei quali 236.767 bianchi, 16.276 Indiani, 916 Giapponesi, 1498 Filippini, 228 Cinesi, 8911 Negri, 37.577 Eschimesi e Aleutini. Se si confrontano questi valori con quelli del 1950, si nota un incremento di oltre il 100% per quanto riguarda la popolazione totale e la comparsa di nuovi gruppi etnici, i quali si sono spostati nell'A. richiamati dalla sua nuova e importantissima ricchezza: il petrolio. Di conseguenza si è incrementato il numero degli abitanti delle città più industrializzate (Anchorage, Fairbanks e Ketchikan, che contano rispettivamente 46.000,14.000 e 7.000 abitanti), mentre la capitale Juneau ha raddoppiato all'incirca la sua popolazione rispetto al 1950 (13.000 ab.).

Date le particolari condizioni climatiche, l'agricoltura continua ad avere un'importanza piuttosto modesta; al 1970 interessava poco più di 10.000 ha e la superficie destinata a prati e pascoli era di circa 951.000 ha. Le produzioni prevalenti continuano a essere rappresentate da patata, orzo e avena, i cui incrementi di produzione sono, però, meno che proporzionali rispetto agl'incrementi della popolazione, per cui l'A. resta fortemente soggetta alle altre regioni degli Stati Uniti oltre che ad altri Stati (Canada) per il soddisfacimento dei propri bisogni alimentari. Anche il patrimonio zootecnico è rimasto piuttosto modesto, nonostante l'A. si ascriva tra i maggiori produttori di animali da pelliccia: nel 1970 furono censite 31.000 renne; pure molto diffuso è l'allevamento di volpi argentate. Maggiore importanza nel contesto economico della regione conserva la foresta, la quale copre attualmente una superficie di circa 53 milioni di ha, pari al 35% dell'intero territorio dell'Alasca, e alimenta la produzione di polpa di legno, concentrata soprattutto in alcuni grossi stabilimenti di Ketchikan e Ditka. Un certo ruolo tra le attività economiche conserva pure la pesca, che nel 1971 ha permesso la cattura di circa 203.000 t di salmoni, merluzzi e aringhe che, oltre a soddisfare il fabbisogno interno, alimentano una certa corrente di esportazione. Il principale porto peschereccio è Kodiak.

Ma la vera ricchezza dell'A. è oggi rappresentata dal suo sottosuolo, il cui sfruttamento ha sempre rappresentato l'obiettivo dapprima di singoli ricercatori (la febbre dell'oro), poi di gruppi sempre meglio organizzati (la ricerca delle svariate risorse minerarie, e in particolare del petrolio). Anche se attualmente la produzione dell'oro è abbastanza buona (si aggirava sui 400 kg nel 1970), e significativi restano i quantitativi di carbone, rame, argento e stagno, la maggiore risorsa di questa regione americana è ormai rappresentata dal petrolio. Scoperto nel 1951 nei pressi di Umiat, esso è venuto alla luce man mano in regioni sempre più vaste e attualmente interessa l'area di Swanson River-Soldatna, nella Cook Inlet e nella baia di Prudhoe.

La produzione attuale di petrolio, che si aggira sui 12 milioni di t l'anno, è derivata dalla vasta falda petrolifera che si estende sotto la tundra, a tre chilometri di profondità, lungo la costa settentrionale; essa contiene almeno una decina di miliardi di barili di greggio. Si tratta del maggiore giacimento scoperto finora negli Stati Uniti, la cui utilizzazione fu resa possibile in seguito a un accordo intercorso fra il nascente Stato e il governo federale. Infatti, nel 1959 l'A. ottenne dal governo centrale il diritto di appropriarsi di circa un terzo del demanio federale. La scelta del nuovo Stato cadde, fra l'altro, su 800.000 ettari compresi fra la catena di Brooks e il mare di Beaufort, sulla costa settentrionale. Era una zona in cui gli Eschimesi, per secoli, avevano bruciato gli spurghi di petrolio affioranti in superficie per bollire il grasso di balena. Le prime concessioni petrolifere risalgono al 1963. Il 18 febbraio 1968, dopo aver investito quasi 80 miliardi in perforazioni inutili, la società Atlantic Richfield trovò finalmente il giacimento. Per il trasporto del greggio, essendo il mare di Beaufort gelato per gran parte dell'anno, si è ideato un oleodotto basato su tecniche di costruzione avanzatissime, che permetterà il trasporto fino al porto di Valdez sull'Oceano Pacifico. Si tratta di una colossale opera, completata entro il 1977, con una capacità di trasporto iniziale di oltre un milione di barili di petrolio al giorno. La condotta dal livello del mare della baia di Prudhoe si arrampica a 1450 m per valicare la catena dei M. Brooks, risalendo ancora oltre i 1000 m nella catena dell'A. prima di raggiungere Valdez dopo un percorso di 1.300 chilometri.

In definitiva, per l'A., il petrolio rappresenta una svolta storica: tasse e royalties raggiungono ormai quasi un miliardo di dollari all'anno, cioè quasi il doppio del bilancio attuale dello Stato.

Bibl.: R. A. Cooley, Alaska, Madison 1966; S. Cohen, Problems and trends in American Geography, New York 1967; M. L. Olsen, A preliminary list of references for the history of agriculture in the Pacific North West and Alaska, Davis 1968; J. Beaujeu-Garnier, Les régions des Etats-Unis, Parigi 1969; D. N. Michael, U. S. A. 1985, ivi 1969; H. Jarrett, Perspectives on conservation: essays on America's natural resources, Baltimora 1969; Alaska after the Big Sale, in Petroleum Press Service, nov. 1969; Economic impact of Alaskan Oil, ibid., ag. 1970; G. Sacco, Il petrolio dell'Alasca e i problemi del suo sfruttamento, in Rivista Geografica Italiana, 1971 (LXXVIII); J. Soppelsa, Les Etats-Unis, Parigi 1973.

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