ALATRI (Aletrĭum)
Antica città degli Ernici. Sorgeva nel luogo della città attuale su una pendice che scende al torrente Cosa, affluente del Liri. Il punto più alto dell'abitato, detto La Civita, dove sorge la Cattedrale, corrisponde all'antica acropoli ed è a m 502 di altezza. Insussistente è la tradizione che colloca la fondazione della città nell'epoca preistorica, ad opera degli Ausoni. La grandiosa cinta di mura in opera poligonale è la più bella e la più completa di quante si conoscano.
A. si mantenne fedele a Roma insieme con Ferentino durante la ribellione degli Ernici nel 306 a. C., e si mantenne alleata di Roma anche in seguito, sinché divenne municipio al tempo della guerra sociale.
Poco sappiamo dalle fonti scritte intorno alla storia di A. nell'età romana; unica testimonianza sono i monumenti che sorgono nell'interno della città e nelle sue vicinanze e qualche iscrizione di carattere pubblico.
Le mura, appartenenti alla III maniera dell'epoca ciclopica o poligonale, furono innalzate dai Romani al tempo della ribellione degli Ernici, cioè negli ultimi anni del IV sec. a. C., contemporaneamente alle fortificazioni di Norba e di Alba Fucente.
Le mura della città bassa, formate di grossi blocchi quadrangolari o poligonali di pietra locale, uniti senza malta e ben combacianti fra di loro, compiono un circuito di circa 2 km, elevandosi fino a 3 m. In alcuni punti sono completate con restauri medievali e con l'aggiunta di torri quadrate dello stesso periodo. La parte più alta della città, cioè l'acropoli, fu fortificata con una recinzione propria, ma contemporanea all'altra, ed ebbe la forma di un trapezio allungato da E ad O con cinque porte, di cui due ancora ben conservate; la più grande, detta Porta Civita, alta m 4,50, coperta con architrave monolitico di m 5,13 di lunghezza e di m 1,8o di spessore; l'altra, detta Porta Minore, costruita sullo stesso tipo, reca alcuni simboli fallici sull'architrave ed è fornita di un piano inclinato per salire alla platea superiore, sulla quale sorgono ora l'episcopio e il duomo, fondati sugli avanzi di un antico tempio.
La città bassa era alimentata da un acquedotto, di cui si vedono notevoli rovine al fosso del Purpuro, presso il fiume Cosa, e al trivio fra Collepardo e Vico. Esso proveniva da sopra Guarcino con un manufatto lungo 18 km, fornito all'interno di una conduttura di terracotta a tenuta forzata.
Mancano quasi interamente in A. gli avanzi dell'epoca imperiale; sono invece molto notevoli i resti dell'età romanica.
Bibl: M. Candidi Dionigi, Viaggi in alcune città del Lazio, Roma 1809, tav. 26 ss.; R. Fonteanive, Sui monumenti ed altre costruzioni poligonie nella provincia romana, Roma 1887, p. 109 ss.; C.I.L., X, pp. 566, 980; L. De Persiis, Del pontificato di Sisto I papa e martire, Alatri 1884.