DE CÉSPEDES, Alba (App. II, i, p. 762)
Scrittrice italiana, morta a Parigi il 14 novembre 1997. Legata agli ambienti culturali antifascisti, diresse fino al 1948 la rivista Mercurio. Collaborò inoltre a numerosi giornali e periodici.
Motivo ricorrente della sua narrativa è stato il rapporto conflittuale tra la donna e la società borghese, come dimostra il romanzo Dalla parte di lei (1949), difesa appassionata di una donna spinta all'omicidio da una situazione familiare insostenibile. Pur incline a un certo sentimentalismo romantico, nel corso degli anni la scrittrice affrontò con sempre maggiore consapevolezza e razionalità, servendosi di un linguaggio via via più scarno e misurato, i temi della condizione femminile: il rapporto con il mondo maschile, la crisi matrimoniale, l'ansia di esprimere la propria interiorità liberandola dalle pastoie di un'educazione soffocante.
Tale evoluzione appare evidente nelle opere successive: Quaderno proibito (1952), romanzo scritto sotto forma di diario, in cui la protagonista, insoddisfatta del proprio ruolo di sposa e madre, tenta un riesame della sua esistenza, giungendo alla conclusione che non vi è possibilità di uscire dai ruoli 'tradizionali' imposti dalla società; Prima e dopo (1955), in cui Irene, non senza un lungo travaglio, abbandona definitivamente la famiglia per affermare la propria indipendenza. La stessa indagine sulla situazione psicologica e sociale della donna si ritrova nei racconti apparsi con il titolo Invito a pranzo (1955). Nel romanzo Il rimorso (1963), articolato in forma epistolare, la scrittrice, partendo dalla propria esperienza personale, allargò l'indagine all'intera società denunciandone il conformismo e la mancanza di ideali; in esso l'attenzione della de C. è rivolta per la prima volta al mondo maschile rappresentato attraverso la storia di un gruppo di intellettuali che vivono le contraddizioni degli anni che seguono alla Resistenza. Dopo La bambolona (1967), l'opera che ricalca le tematiche care all'autrice e da cui F. Giraldi trasse l'omonimo film (1969), la de C. tornò alla poesia che aveva coltivato in gioventù; alle proteste degli studenti del maggio 1968 s'ispirarono i versi di Chansons des filles de mai (1969), tradotti in italiano dalla stessa autrice nel 1970 col titolo Le ragazze di maggio. Sempre in Francia, dove la scrittrice si era stabilita definitivamente nel 1960, fu pubblicato il romanzo Sans autre lieu que la nuit (1973), apparso in Italia nel 1976 con il titolo Nel buio della notte.
Bibl.: P. Pancrazi, Italiani e stranieri, Milano 1957; P. Carroli, Esperienza e narrazione nella scrittura di Alba de Céspedes, Ravenna 1993; E. Ghidetti, G. Luti, Dizionario critico della letteratura italiana del Novecento, Roma 1997, ad vocem.