albergare
. Si trova per lo più in poesia ed è usato transitivamente e intransitivamente. Significa in genere " aver albergo ", " abitare ", sia in senso proprio, come in If XX 48 ne' monti di Luni, dove ronca / lo Carrarese che di sotto alberga, e in Pg XXVII 111; sia in senso figurato, come in Rime CXVII 13 quella parte [cioè il cuore] dove Amore alberga, e in Cv IV XXX 5 Allora si troverà questa donna nobilissima quando si truova la sua camera, cioè l'anima in cui essa alberga. Ed essa filosofia non solamente alberga pur ne li sapienti, ma eziandio... essa è dovunque alberga l'amore di quella. Estensivamente vale " soggiornare ", come in Pg XXVII 82 e quale il mandrian che fori [cioè fuori di casa, all'aperto] alberga, / lungo il pecuglio suo queto pernotta.
Significa " dare albergo ", quindi " accogliere ", in Pg XXVI 62 sì che 'l ciel v'alberghi.
Bibl. - F. Brambilla Ageno, Il verbo nell'italiano antico, Milano-Napoli 1964, 116.