ALBERGHETTI, Giusto Emilio, iunior
, iunior. Nato a Venezia nel 1666 da Giovanni Battista di Orazio, fu il quarto, almeno, di tale nome nella sua famiglia, ma di maggiore notorietà (qualche attribuzione a lui, invece che ai due omonimi e quasi contemporanei parenti, figli rispettivamente di Sigismondo e di un altro Giovanni Battista, non è, del resto, facilmente evitabile). Seguendo le orme del padre, fonditore ed artigliere di valore, servì la Repubblica in Dalmazia, in Morea e in più luoghi della Terraferma, ottenendo dal Senato più volte, sia in qualità di generale d'artiglieria sia come maestro di scienza balistica, onorevoli riconoscimenti per sé e per i congiunti.
Da giovane fu ingegnere e soprintendentè al catastico della Morea, dietro le conquiste fattevi dalla Repubblica nel tardo '600; e fiancheggiò là l'opera del fratello maggiore, Orazio. Fu, però, probabilmente un omonimo dell'A. colui che introdusse nel 1691 l'uso dei mortai da bomba. In una sua lettera autografa da Venezia, del 1marzo 1692, l'A. diede ragguaglio al doge delle cose del Peloponneso, presentando al tempo stesso la postuma Scrittura sopra le fortificationi di quell'Istmo, del fratello Orazio, annotata e commentata (entrambi gli scritti sono ora tra i mss. Cicogna 3248, già 2216, nn. VI-VII, al museo Correr di Venezia). Ancora dell'A. è un pregevole Compendio della fortificatione, edito a Venezia, nel 1694, con bel frontespizio e tavole incise, da Girolamo Albrizzi. Distinto in due parti, l'una per l'architettura militare difensiva, l'altra per quella offensiva, esso si rivolge all'esame delle fortificazioni d'altri paesi ed è soprattutto inteso ad assicurare la preservazione delle più recenti conquiste veneziane d'oltremare. Come "sopraintendente alle artiglierie" l'A. compose un Essame et istruzzione del capo maggiore alli scolari bombardieri, Venezia 1718, interessante trattatello di didattica militare e per la scienza dell'arma.
Anche dopo la nomina a soprintendente (1699), l'A. non cessò l'attività diretta di fonditore all'Arsenale, se fu lui a gettare i due mezzi cannoni (1700) che si conservano al Museo nazionale di artiglieria, e se col suo nome altri singolari cannoni di ferro rimangono dell'anno 1718. Lavorava ancora nella domestica fonderia almeno sino al 1722. Nominato sergente generale delle artiglierie il 15 marzo 1742, l'A. resse la carica per dodici anni, prestando la sua opera, quasi nonagenario, tra i pericoli del 1754, alle fortificazioni di Corfù. Tornato a Venezia, morì il 1 genn. 1755.
Tra i cinque fratelli dell'A. merita menzione Carlo senior, il quale sovraintese nel 1675 all'applicazione all'armata veneziana della nuova artiglieria escogitata dal fratello primogenito Sigismondo. Un figlio dell'A. fu, nel 1792, tra gli ultimi nominati dal Senato all'ufficio di fonditore d'artiglieria.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Senato Terra, Decreti, fz. 1189, 1268, 1290, 1339, 1949 (19 febbr. 1694, 22 maggio 1700, 22 ott. 1701, 5 marzo 1705 e 15 marzo 1742); Senato Mar, reg. 184, c. 204 r (decr. 4 ag. 1718); Senato Secr., Rettori, reg. 107, c. 197, ecc.; Avogaria di Comun, fz. 315, n. 5; 393, n. I; 2928, n. 252 (frat. Alberghetti, 1705-08); Provved. s. Feudi, bu. 243 (investiture feudali alla famiglia, sino all'8 luglio 1711); Museo civico Correr di Venezia, Cod. Graden. 190 (= 71), LP. Gradenigo], Mem. stor. de' capit. gener. ecc., I, pp. 837-839: da cui il Cod. Cicogna 664 (= 1796), pp. 139-141, e vari altri; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 1, Brescia 1753, p. 282; E.A. Cicogna, Delle Inscrizioni Veneziane..., I, Venezia 1824, pp. 141-142; II, ibid. 1827, p. 431; V, ibid. 1842, pp. 537-538; M. D'Ayala, Bibliografia militare italiana, Torino 1854, pp. 82, 136 (attribuendo erroneamente al 1695 il Compendio della fortificatione); P. Riccardi, Biblioteca matematica italiana, I, Modena 1870, coll. 12-13 (con descrizione bibliol. del Compendio, rettificando il D'Ayala quanto alla datazione); Id., Correzioni ed aggiunte, V, Modena 1876, col. 4; VII, ibid. 1928, col. 2, n. 2 (descriz. bibliol. dell'Essanze et istruzzione del capo maggiore ecc.); G. De Lucia, La sala d'armi nel Museo dell'Arsenale, Roma 1908, p. 121; C. Montù, Storia della artiglieria italiana, II, Roma s.d. [ma 1934], p. 1097; E. Malatesta, Armi ed armaioli, Milano 1939, p. 20; U. Thieme F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Kiinstler, I, p. 182.