Alberico da Barbiano
Conte di Cunio (Barbiano 1348 - Città della Pieve 1409), dopo le prime esperienze militari con Giovanni Acuto (1376) fondò una compagnia di ventura intitolata a San Giorgio (1378). Nel 1380 passò al servizio di Carlo III di Durazzo aiutandolo a riconquistare il Regno di Napoli, che gli era stato usurpato dalla regina Giovanna I.
Sempre più coinvolto nella lotte fra durazzeschi e angioini seguì le sorti dei primi sino al 1392, quando cadde prigioniero di Luigi I d’Angiò nei pressi di Ascoli. Riscattato da Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, A. entrò al suo servizio nel 1393 rimanendovi sino al 1403. Nel 1406 venne chiamato da Ladislao I re di Napoli, al servizio del quale sarebbe rimasto sino alla morte.
M. rileva che A. fu il primo a costituire una compagnia di ventura composta di soli italiani, mentre in precedenza il mestiere delle armi era esercitato soprattutto da stranieri. Nel capitolo del Principe dedicato ai mercenari, cita A. come colui dalla «disciplina» del quale «discese in tra gli altri Braccio e Sforza, che ne’ loro tempi furono arbitri d’Italia» (xii 8).
Nelle Istorie fiorentine ricorda appunto che «la virtù e la disciplina» di A. «in poco tempo tolse la reputazione alle armi forestiere e ridussela negli italiani» (I xxxiv). Questo passo delle Istorie riferisce altri dettagli dell’attività di A., come la fortificazione di Castel Sant’Angelo, a Roma, nel 1400.
Bibliografia: E. Ricotti, Storia delle compagnie di ventura, 2° vol., Torino 1844, pp. 169-207; G. Cimino, Alberico da Barbiano, in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1° vol., Roma 1960, ad vocem.