ACCARISI (Accarigi, Acharisio, Accarisio), Alberto
Nativo di Cento, visse nella prima metà del sec. XVI. Dottore in legge, fu uno dei primi studiosi del lessico e della grammatica italiana. La sua Grammatica volgare,la cui prima edizione è quella di Bologna del 1536 e che fu ristampata più volte, ed anche in francese, a Lovanio nel 1555, porta il segno del magistero bembesco: gli esempi sono addotti da Boccaccio, Petrarca, Dante e, in primis,dallo stesso Bembo; il modello suggerito, quello di una naturalezza linguistica priva di artificiosità e formata sulla grande tradizione toscana. Ma l'opera cui si raccomanda maggiormente la sua fama è il Vocabolario, Grammatica et Orthographia de la lingua volgare, con ispositioni di molti luoghi di Dante, del Petrarca et del Boccaccio (Cento, presso l'autore, 1543; Venezia 1550), che s'inserisce con una certa autorità fra le numerose pubblicazioni di simil genere apparse in quegli anni, e in particolare supera per organicità e ampiezza lessicale due precedenti vocabolari - considerati i primi della lingua italiana - e cioè la Raccolta di voci del Decamerone di Lucilio Minerbi (1535) e il Vocabulario di cinquemila vocabuli Toschi..... del Furioso, Boccaccio, Petrarcha e Dante di Fabricio Luna (1536).Il Vocabolario dell'A. mescola insieme problemi grammaticali, lessicali e sintattici, e in questo risponde proprio alle necessità divulgative, che erano state indirettamente suggerite dal Bembo ai suoi seguaci. Un dato linguistico molto importante è che l'opera dell'A. già distingue nettamente fra lessico poetico e lessico prosastico.
Il Vocabolario procurò all'A. l'elogio del Doni (La Libraria,Vinegia 1550, p. 6: "onde noi gl'habbiamo d'havere un grand'obbligo").Lo stesso Doni (La seconda Libraria,Vinegia 1580, p. 15) ricorda, nella sua bizzarra e talvolta fantastica bibliografia, due manoscritti dell'A., L'anima della lingua italiana,in cui erano studiate le diverse origini dei vocaboli italiani, e la Discordia degli autori volgari,nel quale metteva appunto in rilievo le diversità ortografiche dei vari autori. G. Baruffaldi senior (nelle note alla sua Tabaccheide,Ferrara 1714, p. 128) ricorda di lui una commedia dal titolo La cuffia.
Le osservazioni grammaticali e ortografiche dell'A., pubblicate da F. Sansovino nella sua raccolta Le osservazioni della lingua volgare di diversi huomini illustri, cioè del Bembo, del Gabriello, del Fortunio, dell'Acarisio, et di altri scrittori (Venetia 1562),non sono invece cosa diversa dalla Grammatica et Orthographia già pubblicate nel citato Vocabolario,al contrario di quanto attestano quasi unanimemente i suoi biografi.
Bibl.: G. M. Pannini, Compendiosi ragguagli di Cento e degli insigni soggetti figli d'illustri famiglie,Bologna 1655, p. 37; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia,I, 1, Brescia 1753, p. 31; G. F. Erri, Dell'origine di Cento e di sua pieve...,Bologna 1769, pp. 270-271; L. Ughi, Diz. stor. degli uomini illustri ferraresi,I, Ferrara 1804, p. 7; F. Flamini, Il Cinquecento,Milano s.d. [ma 1902], pp. 138, 542; L. Morandi, I primi vocabolari e le prime grammatiche della nostra lingua,in Lorenzo il Magnifico, Leonardo da Vinci e la prima grammatica italiana,Città di Castello 1908, p. 141; C. Trabalza, Storia della grammatica italiana,Milano 1908, pp. 118-120; Encicl. Italiana,I, p. 203.