Bevilacqua, Alberto
Scrittore, sceneggiatore e regista cinematografico, nato a Parma il 27 giugno 1934. Dopo aver esordito come romanziere nel 1955 e come poeta nel 1961, ottenne la prima vera affermazione nel 1964 con il romanzo La califfa. Autore di sceneggiature e soggetti a partire dal 1960, è passato successivamente alla regia e molti dei film da lui diretti sono adattamenti dei suoi romanzi, realizzati con l'intento di esprimere visivamente il suo mondo narrativo.L'esordio come regista risale al 1970, anno in cui ha diretto La califfa, tentativo di descrivere i conflitti sociali attraverso il complesso rapporto tra un'operaia e il suo datore di lavoro. Il film, che ha costituito il maggior successo di pubblico di B., ha però ottenuto scarsi consensi da parte della critica che ha evidenziato, in questa come nelle opere successive, scelte che privilegiano una semplice trasposizione sullo schermo del testo letterario senza un reale tentativo di scrittura specificatamente cinematografica. Del 1972 è Questa specie d'amore in cui, nel narrare la vicenda di un fallimento coniugale, vengono contrapposte Roma e Parma, viste come paradigmi di due modi opposti di intendere la vita e i suoi valori. Per alcuni anni ha abbandonato gli adattamenti delle sue opere letterarie per elaborare sceneggiature originali: Attenti al buffone! (1975), opera grottesca nella quale un modesto violinista progetta un'estrosa vendetta contro colui che gli ha portato via moglie e figli; Bosco d'amore (1981), da una novella di Boccaccio, che narra una tragica fuga d'amore, sullo sfondo delle lotte intestine tra le grandi famiglie romane del Trecento; Tango blu (1987), ancora una commedia grottesca ambientata in un nightclub milanese. Nel 1985 era però tornato ai soggetti tratti dai suoi romanzi con La donna delle meraviglie, riflessione autobiografica e piuttosto enigmatica sulla crisi esistenziale di uno scrittore di mezza età; ancora più esplicita è l'ambientazione parmense in Gialloparma (1999), dove si tratteggia un quadro amaro di quella ricca borghesia di provincia la cui vita, secondo B., è basata essenzialmente sull'intrigo.
G.P. Brunetta, Storia del cinema italiano, 4° vol., Dal miracolo economico agli anni Novanta, Roma 1998³, pp. 456-57.