BOLOGNETTO, Alberto
Cardinale, nato nel 1538, di famiglia signorile e colta. Latinista elegante e versatissimo nel diritto civile insegnò, nel 1562, a Bologna e poi, dal 1565 al 1574, a Salerno. Nel 1576, Gregorio XIII lo nominò protonotario apostolico e nunzio in Toscana nel momento in cui i rapporti tra la Santa Sede e il granduca erano tesi per l'attività dei visitatori apostolici a Firenze, a Pisa e a Siena. Il granduca, che non ammetteva che i luoghi cadessero più sotto la giurisdizione ecclesiastica, aveva pregato il papa di richiamare i visitatori, e il papa commise al B. l'incarico di terminar la visita. Il B. la portò a fine senza contrasti, rimanendo in Toscana fino al 1578, quando fu inviato nunzio a Venezia. Il papa, consigliato dal card. Borromeo, riteneva essere a Venezia più urgente che altrove la riforma. Pertanto, incaricò il B. e i vescovi Agostino Valier e Federico Cornaro della visita ai monasteri; ma, per l'opposizione del Senato e del doge, il B. credette bene di cominciar la visita da solo a San Francesco. Ciò parve al papa debolezza, e senz'altro il nunzio fu richiamato; tuttavia, nell'aprile 1581 venne destinato nunzio in Polonia: e qui lo zelo religioso e la capacità diplomatica del B. rifulsero in un'azione vasta e profonda per la restaurazione del cattolicesimo. Entrato subito in rapporti coi più influenti vescovi, seguì dappertutto il re, a costo di disagi e pericoli, patrocinando gl'interessi cattolici: meravigliosa fu la sua attività per i Comizî generali del 1582.
Nella "Relatione d'alcune cose pertinenti a Comitij futuri" il B. stesso addita al suo successore la via da battere: intesa coi vescovi; intesa col re; nessun riconoscimento della confederazione di Varsavia, che i cattolici subiscono solo perché si convien loro "la croce più che la spada"; salvare quel che si può della giurisdizione ecclesiastica; procurare che sia tolta la sospensione della riscossione delle decime; nessuna rinuncia, ma composizione, in attesa di tempi migliori.
Dal re, intanto, aveva ottenuto parecchio: il fallimento delle trattative per la concessione della libertà di religione ai commercianti inglesi, la deliberazione del sovrano di non assumere al suo servizio persone sospette di eresia, la preventiva richiesta di consiglio al nunzio nell'eleggere un vescovo, la cura nel provvedere di degni pastori le chiese del territorio esposto alla penetrazione dell'eresia, l'adozione del calendario gregoriano, indice della risorta autorità pontificia nel paese. Ben meritata fu dunque la porpora, a cui venne innalzato il 13 dicembre 1583. Ma ammalatosi durante il ritorno, il B. si spense a Villaco il 9 maggio 1585.
Bibl.: F. Ughelli, Italia sacra, Venezia 1718, III, p. 729; Theiner, Annales ecclesiastici, III, Roma 1862; Galluzzi, Istoria del Granducato di Toscana, Firenze 1781, IV; S. Romanin, Storia documentata di Venezia, Venezia 1857, VI; F. Calori Cesis, Il cardinale A. B. e la sua nunziatura di Polonia, Bologna 1863; L. Pastor, Storia dei papi, IX (trad. ital.), Roma 1925.