BONACOSSI, Alberto
Nacque a Ferrara e fu figlio, secondo il Guarini, di Pinamonte di Corradino. La prima notizia su di lui è del luglio 1424 quando fu nominato, insieme con Gabriele Pendaglio, da Niccolò III d'Este fattore generale incaricato della soprintendenza generale delle finanze. Il B. e Gabriele Pendaglia sono i primi titolari a noi noti di tale ufficio, la cui sede era in un palazzo appositamente costruito nella villa di Consandolo. Sembra che il B. avesse già avuto responsabilità finanziarie relative al patrimonio privato degli Este. Egli godeva allora della particolare fiducia di Parisina Malatesta, la giovane moglie di Niccolò III, che lo trattava "tamquam pater carissimus". Né dovette perdere il favore del marchese quando Parisina cadde in disgrazia e venne poi condannata a morte nel 1425.
Sembra che il B. prendesse parte ai negoziati con Venezia e Firenze per la condotta di Niccolò, e probabilmente per questo motivo ricevette la cittadinanza veneziana nel 1425. Nel 1434 fece un donativo di 40 lire al marchese in occasione del matrimonio di Lionello d'Este. Il 13 dicembre dello stesso anno consegnò a Niccolò la somma di 1.500 ducati e 12 grossi prelevata dagli interessi sui 100.000 fiorini che Niccolò aveva depositato presso il Monte comune di Firenze.
Il B. dovette far parte del consiglio segreto del marchese, anche se il suo nome non compare nei documenti politici del periodo ed egli sembra aver avuto principalmente alcune funzioni di carattere finanziario.
Il 29 genn. 1439 il marchese Niccolò scriveva al B. una lettera "a consolatione et conforto de te et di toi... per testimonianza de le tue bone opere et siate per littera de ben servito". Riferendosi al desiderio espresso dal B. di "riposare per questo tuo resto de vita", il marchese lo loda per "la toa meravigliosa fede et diligentia" durante "multi et multi anni", nei quali aveva avuto controllo delle entrate estensi. Da questa lettera, tuttavia, non sembra doversi desumere necessariamente che l'attività del B. al servizio degli Este cessasse nel 1439.
Da un inventario del 1436, che menziona nell'"arzentiere" di Niccolò d'Este una coppa d'argento dorato "cum l'arma et signo de Alberto bonacosi", si sa che il B. possedeva uno stemma nobile. Si ritiene che il B. costruisse a Ferrara il palazzo che divenne residenza della sua famiglia; egli sarebbe stato anche creato, secondo il Guarini, conte palatino.
Fonti e Bibl.: M. A. Guarini, Compendio historico dell'origine... della città e diocesi di Ferrara, Ferrara 1621, pp. 241 s.; A. Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara, III, Ferrara 1809, p. 425; P. Sitta, Saggio sulle istituzioni finanziarie del ducato estense nei secc. XV e XVI, in Atti della Deputaz. ferr. di storia patria, III (1891), pp. 105, 191, 195 nota; G. Bertoni-E. P. Vicini, Il castello di Ferrara ai tempi di Niccolò III, in Doc. e studi pubbl. dalla R. Deput. di storia patria per l'Emilia e la Romagna, III (1909), p. 162; G. Bertoni, Guarino da Verona fra letterati e cortigiani a Ferrara, Ginevra 1921, pp. 29 s. in nota; A. Lazzari, Parisina, Firenze 1949, pp. 59, 60.