Buscaino Campo, Alberto
, Medico e letterato (Trapani 1826 - 1895). Compì gli studi, piuttosto irregolari, a Trapani e poi a Palermo. Tentò il teatro e la lirica, ma il suo nome rimane legato agli scritti filologici, linguistici, critici e storico-letterari. Ebbe in mente un nuovo commento della Commedia, ma dovette rinunciarvi perché distolto dalla partecipazione attiva alla vita pubblica. Un primo campione della sua perspicace disposizione esegetica è costituito dal saggio sul pie' fermo, redatto in forma di lettera indirizzata a Gaetano Daita (Sopra un verso della D.C. non inteso dalla comune degli interpreti, Palermo 1861, poi ripubblicato col titolo Del pie' fermo di D.A. non inteso dalla comune degli interpreti, Trapani 1865), dove si afferma che D. procede come lungo una spirale attorno a un cono, avendo quindi il fianco sinistro sempre un poco più alto del destro, sicché il piede sempre più basso deve coincidere col piede destro; e si chiarisce che il piede sinistro sta a significare lo sforzo di conseguire la virtù.
Altre precisazioni sul primo canto dell'Inferno si trovano nelle lettere al Pasquini, Sul tempo del viaggio, e nel saggio L'uscita di D. dalla selva (in " L'Alighieri " II [1890-91] 355-361): vi si sostiene che D. ha inteso far coincidere la sua uscita dalla selva col plenilunio, e precisamente col venerdì 25 marzo, col quale, secondo l'uso fiorentino, iniziava il nuovo anno ‛ ab incarnatione Christi '. Circa poi la piaggia diserta (La via di D. per la piaggia deserta: lettera al prof. G. Brambilla, Trapani 1870), il B. la intende come l'erta, il pendio abbastanza ripido del colle; e per quanto riguarda il verso che mena dritto altrui per ogne calle, ritiene che D. abbia voluto dare uno speciale senso a dritto (pianeta cioè che conduce sulla via a destra, o che conduce bene quando illumina pienamente da destra, accompagnando da dritta chi segue un cammino destro). Altre chiose: la lonza simboleggia l'invidia, la lupa la lussuria oltre che l'avarizia (La lupa di D., in " L'Alighieri " III [1891-1892] 246-248); dicendo animai grazioso e benigno, Francesca pone in rilievo, più che le note spirituali, quelle della sensualità, della materialità, della lussuria di D. (O animal grazioso e benigno: lettera al prof. Petrocchi, in " Lambruschini " I [1892] 11); la dispensa di Pd V 39 vale " cantina " (La " dispensa " di D., in " Lambruschini " i [1892] 11); la concubina di Titone antico è intesa nel senso di falsa moglie e quindi di falsa aurora, cioè di albore lunare; e così via. Questi e altri scritti su D. (Un'interpretazione sbagliata; Il cammino simbolico; Quistioni di cronologia; La prima scala del Purgatorio; Del verbo " intuarsi "; La cima d'un titolo; Il paragone delle colombe; La notte e il plenilunio; Una variante; D. e lo Scartazzini; Che " amara " ?; Del Veltro; D. e il potere temporale de' Papi; Il concetto fondamentale della D. C.; Un riscontro storico; Il bandolo d'una matassa; La selva fonda; Il vanto del mare; Albero o Alberto da Siena?; Una chiosa del Camerini; L'adultèro; Una dimostrazione geometrica), tutti segnati da una cultura filologica e letteraria vasta e approfondita, si trovano raccolti nel volume Studii danteschi (Trapani 1894).
Bibl. - C. Alestra, A. B., Trapani 1908; M. Genna, A. B., Saggio critico seguito da frammenti inediti, ibid 1921; F. L. Oddo, Gli studi danteschi di A. B., in " Nuovi Quaderni del Meridione " III (1965) 9, 98-124.