CALDA, Alberto
Nacque a Piacenza il 6 ott. 1878 da Giuseppe e da Irene Bosi. Giovanissimo, partì volontario con una legione di garibaldini, che si schierò per la Grecia, nella guerra con la Turchia del 1897-98, e fu ferito a Domokòs. Dai trascorsi garibaldini all'adesione al giovane Partito socialista, nel quale si impone come "una delle figure più in vista", il passo fu breve. Ma occorre attendere l'anno 1909 per trovarlo direttamente impegnato nella lotta politica. è ormai un brillante e affermato avvocato del foro bolognese, quando, candidato del suo partito per il collegio di Bologna II - collegio che Costa, nel 1904, aveva tolto al liberale Marescalchi -, nel 1909, dopo un'accesa campagna elettorale, che ebbe risvolti giudiziari, riuscì a prevalere sul Marescalchi, grazie anche all'appoggio de Il Resto del Carlino.
All'interno del gruppo parlamentare socialista, si schiera dapprima con Bissolati. presentando, nella riunione del 5 giugno 1911, un ordine del giorno di pieno appoggio al suo passo presso il Quirinale, per slittare, nelle successive riunioni dell'8 e del 22 febbr. 1912, su posizioni più vicine a quelle di Turati, di condanna della guerra di Libia e di sfiducia all'operato di Giolitti. Resta memorabile il suo discorso al Parlamento, nella seduta del 10 maggio 1913, sulle risultanze dell'inchiesta parlamentare per le spese eccessive del palazzo di Giustizia di Roma. Un maggior successo ottenne alle elezioni del 1913, nello stesso collegio, contro un altro candidato liberale, il Chigi, nonostante la violenta campagna scatenatagli, questa volta contro, dal Resto del Carlino, che dal settembre del 1909 era passato a un gruppo di agrari bolognesi. Quello stesso anno, il C., eletto per il secondo mandamento, entrò con un nutrito gruppo di socialisti nel Consiglio provinciale; e nel giugno '14 mise piede in palazzo d'Accursio con la maggioranza socialista, su mandato della stessa circoscrizione, superato nelle preferenze solo da Zanardi, poi sindaco di Bologna, e da Bentini, poi presidente della provincia.
Ritenendo di essere stato oggetto di "un vero e proprio linciaggio morale", il C. querelò IlResto del Carlino, ed ebbe soddisfazione in prima istanza, ma non in appello. In parte per queste ragioni, ma anche per frizioni sorte localmente col partito, e per dissenso con la linea di "neutralismo assoluto", sostenuta dal partito in sede nazionale - lui che, pochi mesi prima in un discorso, pubblicato dall'Avanti! del 4 ott. 1914, pur senza svalutare le idee irredentiste di "tutta una gloriosa tradizione garibaldina", si era pronunciato per la neutralità - si dimetteva da tutte le cariche pubbliche e dallo stesso partito, dimissioni che il gruppo parlamentare accolse nella seduta del 12 febbr. 1915. Il ritiro dalla politica attiva non segnò tuttavia il distacco dal partito, ma piuttosto un ritorno più pieno alla professione di avvocato: giunse fino alla cattedra universitaria, ed insegnò procedura civile a Ferrara e a Bologna.
Anzi, nel primo dopoguerra, assunse l'incarico di consulente legale della Federterra, fornendo un prezioso contributo alle lotte agrarie nel Bolognese. Fu il C. a ispirare l'impostazione della vertenza aperta dai mezzadri del Bolognese, che la avviarono, dichiarandosi "coloni uscenti", e a firmare per la Federterra, il 25 ott. 1922, l'accordo che concluse la vertenza stessa. Durante il fascismo condusse un'esistenza riservata, pur conservando, come segnalava nei suoi rapporti la polizia, "i suoi principi e un discreto prestigio personale".
Morì a Bologna il 15 maggio 1933.
Fonti e Bibl.: Di scarsa importanza, la scheda personale, Archivio Centrale dello Stato, Casellario politico centrale, busta 47, n. 31327, menomata dall'interferenza con un suo omonimo, attivista comunista, espatriato in Spagna. Sommarie notizie biografiche in: A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1921, Milano 1940, I, p. 180; e nel necrologio (Figure che scompaiono)apparso su Problemi del lavoro, 1º giugno 1933, p. 5. Si veda ancora: A. Borghi, Mezzo secolo di anarchia, Napoli 1954, pp. 9, 109; L. Preti, Le lotte agrarie nella Valle padana, Torino 1955, p. 433; L. Valiani, IlPartito socialista italiano nel periodo della neutralità 1914-1915, Milano 1963, p. 76; G. Mammarella, Riformisti e rivoluzionari. Il Partito socialista italiano (1900-1912), Padova 1966, ad Indicem;N. S. Onofri, La grande guerra nella città rossa, Milano 1966, ad Indicem;B. Vigezzi, L'Italia di fronte alla I guerra mondiale, I, L'Italia neutrale, Milano-Napoli, 1966, ad Indicem;E. Santarelli, Storia del movimento e del regime fascista, Roma 1967, I, ad Indicem.