CURCI, Alberto
Nato a Napoli il 5 dic. 1886 da Pasquale e da Clotilde Milo, in un ambiente culturale che ne favorì il naturale talento artistico, fu avviato prestissimo allo studio della musica entrando come internoalconservatorio di S. Pietro a Maiella, ove fu allievo per il violino di Angelo Fermi a sua volta allievo di H. Vieuxtemps e Ch.-A. de Beriot. Diplomatosi a soli diciotto anni nel prestigioso conservatorio napoletano, allora diretto da G. Martucci, nel 1905, dqpo essere stato ascoltato a Napoli dal celebre pianista E. d'Albert, che intuì le sue singolari qualità concertistiche, fu inviato a Berlino per perfezionarsi con J. Joachim, figura tra le più prestigiose della scuola violinistica tedesca dell'Ottocento; ciò gli consenti di intraprendere presto una brillante carriera concertistica. Apparve infatti in pubblico a Berlino già nel 1906 e il sticcesso riportato gli procurò numerose scritture da parte di prestigiose società concertistiche tedesche; fu tra l'altro a Colonia su invito della locale Filarmonica, quindi dal 1908 fu invitato più volte ad esibirsi in Scandinavia e nel 1909, in occasione delle celebrazioni indette per il centenario della nascita di Felix Mendelssohn Bartholdy, venne invitato da istituzioni tedesche quale interprete del celeberrimo Concerto per violino e orchestra op. 64, da lui suonato con grandi consensi di pubblico e di critica in varie città tedesche.
Fu poi nuovamente a Berlino ove, sotto il patrocinio dell'ambasciata italiana, tenne un ciclo di concerti di musica da camera con la pianista Maria Carreras e il violoncellista C. Guaita, esibendosi contemporaneamente anche come solista nel Concerto per violino e orchestra op. 61 di Beethoven. Intorno al 1910 fu invitato a Praga dal circolo intitolato al violinista boemo Otokar Sevčik e costituito dai suoi discepoli più noti in campo internazionale come J. Kubelik, H. Wieniawski, E. Zimbalist e W. Schneiderhan.
Dedicatosi contemporaneamente anche alla carriera di compositore e di insegnante, nel 1910 fece rappresentare al Neues Operetten Theater di Amburgo l'operetta Liebesboykott su libretto di Johannes Bubendey che riscosse un particolare successo. Il lavoro che, ispirato alla Lisistrata aristofanesca, narrava con sottile e bonaria ironia lo sciopero coniugale di alcune donne inglesi decise a rivendicare il loro diritto al voto, alludeva con evidente attualità alle agitazioni delle suffragette britanniche di lady Pankhurst. Il successo dell'operetta, che fu la prima di autore italiano ad essere rappresentata in Germania, contribuì all'affermazione del teatro comico italiano all'estero (l'opera giocosa di Ferruccio Busoni Die Brautwahl fu rappresentata al teatro Nazionale di Amburgo il 12 apr. 19 12); il lavoro del C. fu acquistato dall'editore americano G. Lehman che pubblicò lo spartito, mentre i diritti per l'Italia vennero acquistati dall'editore R. Sonzogno; successivamente, in seguito alla precoce morte del Lehman, l'operetta venne riscattata dall'autore che con il fortunato lavoro, intitolato Guerra all'amore, diede inizio - in seno alle numerose iniziative della Fratelli Curci - ad una nuova attività editoriale e insieme con il fratello Alfredo fondò nel 1912 la C.E.D.O.V. (Casa editrice di operette e vaudevilles). A questa operetta (rappresentata per la prima volta in Italia nel giugno 1913 al teatro Vittorio Emanuele di Ancona) neseguirono altre, alcune delle quali presentate sotto lo pseudonimo di Réné Jeannin o di Willy; tra, esse si ricordano: Una notte al Moulin Rouge, La sirena del Nord, Champagne Club (da C. De Flers, traduzione di E. Golisciani, Napoli, politeama Giacosa, 17 luglio 1916), l'opera comica Rossini (scritta in collaborazione con Ettore Bellini su temi rossiniani, librettodi E. Corradi, Roma, teatro Eliseo, 18 maggio 1922), che ottennero ovunque un lusinghiero successo, favorendo l'affermazione dell'operetta "all'italiana" che ricalcava gli schemi della più celebre operetta di stile viennese, pur tuttavia arricchita nella scrittura melodica grazie agli apporti di una tradizione tipicamente nazionale.
Allo scoppio della prima guerra mondiale il C. rientrò in Italia e, richiamato alle armi, tenne una serie di concerti per i soldati al fronte; attivo anche durante il periodo bellico, non trascurò l'attività editoriale pur limitando i rapporti con i paesi estranei al conflitto. Nel 1916 gli venne offerta da G. A. Fano, che era direttore del conservatorio di Napoli, una cattedra di violino principale nella istituzione partenopea; nel 1918, finita la guerra, dopo una fortunata tournée di concerti attraverso l'Europa, le Indie Olandesi e vari paesi dell'Oriente asiatico con il pianista Luigi La Volpe, riprese l'attività di compositore e, fatto ritorno in Germania, si mise in contatto con i maggiori editori tedeschi ristabilendo intensi rapporti culturali allo scopo di consentire la diffusione del repertorio musicale italiano e straniero rimasto sconosciuto per il veto imposto alla produzione dei paesi belligeranti. Per iniziativa del C., operette e commedie musicali di celebri autori come O. Straus, E. Kálmán, J. Gilbert [Max Winterfeld] entrarono nel repertorio editoriale della "Fratelli Curci", caratterizzando con la loro spumeggiante supefficialità un'epoca che andava risollevandosi dagli orrori della guerra e tentava di riconquistare una serenità irrimediabilmente perduta; l'affermazione di un repertorio leggero che includeva tra l'altro anche balletti, divenuti presto popolari come ad esempio Il velo di Pierette di Ertist von Dohnányi, non impedì al C. di riprendere un'attività di maggiore e più serio impegno; ripristinati i rapporti con l'estero e incrementata l'attività della casa editrice diretta con il fratello Alfredo, anche mediante l'acquisto di nuovo materiale musicale, il C. tornò definitivamente in Italia e nel 1919 fondò a Napoli, insieme con il fratello Alfredo e Oreste de Rubertis la società "Amici della musica", destinata a diventare una delle più attive associazioni concertistiche italiane; l'istituzione, che il C. diresse dal 1922 al 1932, presentò al pubblico napoletano interpreti tra i più prestigiosi del concertismo internazionale. Fu infatti per iniziativa del C. che artisti del prestigio di W. Backhaus, E. Fischer, W. Gieseking, A. Cortot, A. Rubinstein, R. Serkin, F. de Vecsey, A. Schnabel, J. Heifem, A. Busch, F. Kreisler, G. Cassadò furono invitati per la prima volta in Italia; accanto ad essi si affermarono i protagonisti più significativi del concertismo italiano, tra cui spiccano i nomi di A. Casella, M. Castelnuovo Tedesco, A. Serato, R. Principe, G. De Vito, A. Bonucci e molti altri, sia interpreti sia compositori, di cui sempre per iniziativa della "Fratelli Curci" venne favorita la diffusione della più recente produzione, privilegiando così una benemerita iniziativa editoriale indirizzata verso la divulgazione della musica contemporanea.
Stabilita la propria sede a Napoli, mentre il fratello Alfredo si trasferiva a Milano, il C. diede vita ad una collana di musica contemporanea e avviò la pubblicazione di grandi collezioni di musica classica; in particolare venne programmato un radicale rinnovamento del repertorio didattico mediante la pubblicazione di una serie di capolavori di autori classici e romantici presentati in revisioni affidate a nomi tra i più famosi del mondo didattico e concertistico internazionale. Si affiancò a questa attività la pubblicazione di monografle e di opere teoretiche sia italiane sia straniere, molte delle quali tradotte in italiano dallo stesso Curci. Non meno significativa fu la sua attività creativa legata prevalentemente alla letteratura violinistica e che sotto vari aspetti affiancò la lunga attività didattica svolta presso il conservatorio di Napoli per circa un quarantennio e che gli consentì di formare valorosi allievi in campo sia didattico sia concertistico.
Della sua attività di compositore si ricordano, in particolare per violino e orchestra e tutte pubblicate a Milano: Concerto romantico op. 21 (1944); Secondo concerto op. 30 (1963); Terzo concerto op. 33 (1966); Suite italiana in stile antico op. 34 (1966); inoltre Concertino per violino e pianoforte (1935) e composizioni varie sempre per violino e pianoforte anche con lo pseudonimo di Réné Jeannin, tra cui si ricordano: Ciarda. Le Filatrici (moto perpetuo), Mattinata andalusa, Mazurca brillante op. 26, Pastorale, Piccola suite, Polacca, Tarantella, Sognando un valzer ecc. Tra le numerose opere di carattere didattico, tutte pubblicate a Milano (s. d. salvo diversa indicazione) e per lo più adottate nei conservatoti di musica italiani si ricordano: L'arco e le basi della sua tecnica; La tecnica elementare delle scale e degli arpeggi (1949); Tecnica fondamentale del violino in sei parti (1952-58); 24 Studi elementari in prima posizione op. 23; 50 Studietti melodici e progressivi; 20 Studi speciali nell'ambito della prima posizione; Nozioni elementari di teoria musicale. Ha tradotto in italiano di Carl Flesch: L'arte del violino (Napoli 1924-30, poi Milano 1952-58) e Alta scuola di diteggiatura violinistica, ibid. 1960, (prima edizione assoluta); di Joseph Szigeti: Le opere per violino di Beethovert (1969) e Annotazioni di un violinista (1972); di Alfred Cortot: Alcuni aspetti di Chopin (1950) e Corso d'interpretazione (1959).
Vicepresidente della Società italiana autori ed editori (S.I.A.E.), per la sua intensa e lunga attività culturale ottenne vari riconoscimenti ufficiali; nominato accademico di S. Cecilia nel 1957, per due trienni ha fatto parte del Consiglio superiore delle belle arti al ministero della Pubblica Istruzione e nel 1958 gli venne conferita la medaglia d'oro del presidente della Repubblica per benemerenze nella scuola, nella cultura e nell'arte; per la sua attività svolta all'estero, gli venne conferita dal governo della Germania Federale la medaglia "Richard Strauss".
Il suo temperamento instancabile e costantemente rivolto alla promozione di nuove iniziative culturali lo indussero a dar vita alla "Fondazione Curci", istituita il 12 nov. 1966a Napoli con l'intento di stimolare e premiare l'attività artistica musicale mediante l'assegnazione di borse di studio a giovani studenti dei conservatori statali italiani. A questa iniziativa se ne aggiunsero altre anche di carattere internazionale; a tale scopo il C. destinò alla fondazione numerosi locali situati a Napoli e a Positano che furono utilizzati per lo svolgimento di una nutrita serie di manifestazioni culturali, la cui finalità era in gran parte indirizzata verso l'istituzione di una serie di concorsi nazionali e internazionali per composizioni sinfoniche, di opere liriche e balletti, cui se ne affiancarono altri per concertisti di strumenti ad arco, per complessi strumentali con preferenza per le formazioni di strumenti ad arco (con o senza pianoforte), nonché concorsi vocali, di liuteria e di saggistica musicale.
Particolarmente significativi si rivelarono i concorsi di esecuzione violinistica, cui parteciparono concorrenti provenienti da paesi di tutto il mondo e che premiarono interpreti poi divenuti famosi in campo internazionale. L'attività della fondazione, proseguita anche dopo la morte del C., avvenuta a Napoli il 3 giugno 1973, riscosse riconoscimenti sul piano internazionale e, nell'aprile del 1976, fu inclusa nella Fédération des "Concours internationaux de musique" di Ginevra. Da ricordare infine la partecipazione del C. alla Rassegna musicale Curci di cui fu direttore responsabile dal 1947 alla morte.
Fonti e Bibl.: Necr. in Il Corr. della sera, 4 giugno 1973; in Nuova Riv. musicale italiana, II (1973), p. 325; I cento anni di Casa Curci 1860-1960, Milano 1960, passim; V. Viviani, Storia del teatro napol., Napoli 1969, p. 590; R. Giazotto, Quattro secoli di storia dell'Accademia nazionale di S. Cecilia, II, Roma 1970, pp. 498 s.; A. Parente, La Fondazione "Alberto Curci", Napoli s.d. (ma 1976); Estratto del Catal. generale delle edizioni Curci, Milano 1976, pp. 7, 44, 46, 62, 77; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, I, Suppl., p. 221; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 228; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1928, p. 160; Encicl. della Musica Ricordi, I, p. 581; La Musica, Diz., I, p. 466; Encicl. della Musica Rizzoli Ricordi, II, p. 581; Riemann Musik Lexikon, Ergänzungsband, I, a cura di C. Dahlhaus, Mainz 1972, p. 247.