Alberto di Arnoldo
Scultore attivo a Firenze nel 14° secolo. Un Alberto fiorentino viene ricordato in due novelle di Sacchetti: la CXXXVI, in cui è definito "maestro d'intagli di marmi", e la CCXXIX, nella quale si racconta che era al servizio di Galeazzo Visconti. Il suo nome si ritrova in una serie di documenti: nel 1351 si impegnava a lavorare marmi bianchi per il campanile del duomo di Firenze (Milanesi, 1901, doc. 68); nel 1358 e nel 1359, sempre per conto dell'Opera del duomo, gli si chiese una consulenza riguardo alla prima porta verso N del duomo (Guasti, 1887; Poggi, 1909). Nel 1359 gli vennero inoltre commissionate le statue della Madonna e di due angeli portacandelabro per l'oratorio del Bigallo (Poggi, Supino, 1904, docc. 1, 2), per le quali fu pagato nel 1364 (Cicognara, 1823); nel 1361 intanto aveva ricevuto il pagamento per il rilievo con la Madonna e il Bambino nella lunetta sulla porta dello stesso oratorio; le suddette opere per il Bigallo sono le uniche sicure di Alberto.
Le figure della lunetta sono caratterizzate da un modellato piuttosto duro: i piani si interrompono bruscamente, la luce non riesce a creare passaggi chiaroscurali e vi si riflette invece come su una superficie metallica. La Madonna dell'oratorio è affiancata da angeli molto diversi tra loro nella resa del volto e del panneggio, ma che dovrebbero essere comunque entrambi di A. (Toesca, 1951).
Reymond (1893) gli attribuì una lunetta con la Madonna sulla porta della cappella del Bargello, una Madonna sul lato del campanile che fronteggia il duomo (Mus. dell'Opera di S. Maria del Fiore), più vicina tuttavia ad Andrea Pisano (Kreytenberg, 1977), e dei rilievi in Santa Croce: una Madonna non più in loco e alcuni rilievi con angeli (Mus. dell'Opera di Santa Croce). Più importante è l'attribuzione ad A. fatta da Frey (1885) dell'architettura e della decorazione della loggia del Bigallo. Che A. sia stato l'architetto della loggia non è accertabile (Kreytenberg, 1983), tuttavia è possibile individuare nelle raffigurazioni della loggia la stessa durezza di modellato presente nella Madonna della lunetta. Kreytenberg (1977), che ha analizzato lo stile e il programma iconografico del monumento, ha individuato nelle sculture la mano di A. e di un collaboratore. Valentiner (1928) ha riferito all'artista una statuetta di marmo (Londra, Vict. and Alb. Mus.) che, rispetto alle opere di sicura attribuzione, ha maggiore scioltezza, anche se richiama la Madonna nella lunetta della loggia del Bigallo per la realizzazione delle mani, del volto e per la posizione del braccio, in parte avvolto nel manto. Ancora Valentiner (1949) credette di poter individuare la mano di A. nel sarcofago di Vieri di Bassignana conservato a Milano (Castello Sforzesco, Civ. Raccolte di Arte Antica). Maggior rilevanza ha l'attribuzione ad A. di cinque dei rilievi con i sacramenti (Battesimo, Cresima, Penitenza, Estrema Unzione, Eucaristia; Becherucci, 1927) posti sul lato nord del campanile del duomo (Firenze, Mus. dell'Opera di S. Maria del Fiore). Questi, caratterizzati da essenzialità e da una visione geometrica della realtà, risalirebbero al quarto decennio del Trecento e potrebbero perciò essere la prima opera nota di Alberto. Sulla base di tale attribuzione, confutata da Kreytenberg (1977), sono state riferite allo scultore numerose altre opere: tra queste una statuetta al Mus. del Bigallo che ha notevoli analogie con il rilievo della Cresima (Kiel, 1973); una Madonna con il Bambino nella chiesa di S. Francesco a Figline Valdarno, da Ragghianti (1938) messa in relazione con il rilievo del Matrimonio (tra quelli non riferiti ad A. da Becherucci), e la statua lignea della 'Bentornata' nella chiesa di S. Lorenzo a Firenze (Castelfranco, 1933), che, per la squadratura del volto, la pettinatura e il trattamento delle vesti, si può ricondurre alla maniera di Alberto.
Bibliografia
Fonti:
Franco Sacchetti, Novelle, a cura di E. Faccioli, Torino 1970, novelle CXXXVI, CCXXIX, pp. 352-355, 701-705.
Letteratura critica:
L. Cicognara, Storia della scultura, III, Prato 1823, pp. 393, 419.
C. Frey, Die Loggia dei Lanzi zu Florenz, Berlin 1885, p. 105.
C. Guasti, S. Maria del Fiore. La costruzione della chiesa e del campanile, Firenze 1887, pp. LXXV-LXXVII.
M. Reymond, La sculpture florentine, GBA 10, 1893, pp. 307-332.
G. Milanesi, Nuovi documenti per la storia dell'arte toscana, Firenze 1901, pp. 48-52.
G. Poggi, I. B. Supino, La compagnia del Bigallo, RivA 2, 1904, pp. 189-214: 210-214.
E. Bertaux, La sculpture du XIVe siècle en Italie et en Espagne, in A. Michel, Histoire de l'Art, II, 2, Paris 1906, p. 646.
G. Poggi, Il duomo di Firenze, Berlin 1909, pp. XIX-XX.
L. Becherucci, I rilievi dei Sacramenti nel Campanile del duomo di Firenze, Arte 30, 1927, pp. 214-223.
W. R. Valentiner, A Marble Statuette by Alberto Arnoldi, ArtAm 16, 1928, pp. 264-270.
C. Castelfranco, La mostra del tesoro di Firenze sacra. Sculture toscane, BArte 27, 1933, pp. 264-284.
W. R. Valentiner, Tino di Camaino, Paris 1935, p. 5.
C. L. Ragghianti, La mostra di scultura italiana antica a Detroit (USA), CrArte 3, 1938, pp. 170-183.
W. R. Valentiner, Orcagna and the Black Death of 1348, ArtQ 12, 1949, pp. 48-72.
Toesca, Trecento, 1951, p. 334 ss.
I. Belli Barsali, s.v. Alberto di Arnoldo, in DBI, I, 1960, pp. 741-742 (con bibl.).
H. Kiel, Eine Marmorstatuette von Alberto Arnoldi im Museo del Bigallo, Pantheon 31, 1973, pp. 186-187.
G. Kreytenberg, Alberto Arnoldi e i rilievi della Loggia del Bigallo a Firenze, Prospettiva 11, 1977, pp. 27-33.
Id., s.v. Alberto Arnoldi, in AKL, I, 1983, pp. 848-849.