ALBERTO I, margravio di Brandenburgo, soprannominato l'Orso (der Bär)
Nacque circa il 1100 dal conte Ottone il Ricco, di Ballenstedt, e da Eilika, figlia del duca Magno di Sassonia. Successo al padre nel 1123, ottenne da Lotario, re di Germania, nel 1125, l'investitura della marca di Lusazia; ma tosto i rapporti fra i due uomini, prima amici, si guastarono. Sì che, quando nel 1128, alla morte di Enrico di Stade, Lotario concesse la marca del Nord non ad A., che l'agognava, ma al conte Ugo di Freckleben, A. mosse contro quest'ultimo; e Ugo cadde ucciso, nel 1130, per opera degli uomini del suo rivale. A. fu privato allora della marca di Lusazia (1131). Ma, avendo poi accompagnato Lotario nel suo viaggio in Italia, nel 1132, ne fu ricompensato, il 1134, con l'investitura della marca del Nord.
L'acquisto di tale vasto dominio, nel corso inferiore e sulla riva sinistra dell'Elba, in una regione di frontiera, doveva dare particolare valore all'azione politica di Alberto. In urto con i Vendi che costituivano in quei tempi il pericolo maggiore per le regioni tedesche sull'Elba, A. si trovò quasi subito: nel 1136, con una campagna militare, egli sottometteva il territorio di Havelberg sulla destra del fiume. Ma ancor più feconde di risultati dovevano riuscire le amichevoli relazioni con il principe vendo di Brandenburgo, Pribizlav, giacché questi, cristiano come sua moglie (laddove la popolazione venda era ancora pagana), non solo tenendo a battesimo il figlio di A., Ottone, gli donava la Zauca, ma riconosceva come suo erede, nella signoria del Brandenburgo, A. stesso. Effettivamente nel 1150, alla morte di Pribizlav, A. prese possesso del Brandenburgo, che riuscì ad assicurarsi definitivamente nel 1157, domando una rivolta capitanata dal principe Jacze, stretto parente di Pribizlav. L'acquisto del Brandenburgo compensava per A. l'infelice esito della crociata contro i vendi bandita nel 1147, di cui egli era stato uno dei due capi militari.
Nella marca del nord e specialmente nel Brandenburgo, definitivamente riconquistato, A. poté allora svolgere un'intensa opera di colonizzazione, la quale ha notevole rilievo nella storia dell'avanzamento del germanesimo verso oriente. Per ripopolare le terre, per sostituire ai Vendi, cacciati o decimati, nuovi coloni, A. fece venire nei suoi territorî Tedeschi renani, Olandesi, Fiamminghi; parecchi nuovi villaggi sorsero, altri furono ricostruiti; si costituì un ceto libero di contadini tedeschi. Tale azione di colonizzazione era già stata preparata e continuava ad essere perseguita assai attivamente dai Premonstratensi, introdotti nella regione da Norberto, arcivescovo di Magdeburgo: era quella l'epoca in cui risorgevano i vescovadi di Brandenburgo e di Havelberg, fondati nel 948 da Ottone I, ridotti a nome vano, dopo il 983, dalle irruzioni slave. A. favorì quindi l'opera delle missioni, strettamente connesse con la sua, e aiutò la ricostruzione delle chiese, pur cercando naturalmente di far sentire sull'autorità ecclesiastica la sua influenza.
Questa fu la parte duratura dell'opera di A., il quale però intervenne, continuamente, anche nelle questioni interne della Germania. Particolarmente notevoli i suoi contrasti con la casa di Baviera per il possesso del ducato di Sassonia: A. fu fiero nemico di Enrico il Leone duca di Baviera (v.), contro cui si unì in lega, il 1166, con i principi e i vescovi della Germania settentrionale.
Il 18 novembre 1170 A. morì. I suoi possessi andarono divisi tra i varî figli: il primogenito, Ottone, ebbe la marca di Brandenburgo e fu il capostipite dei margravî della casa ascanica; Ermanno ottenne i beni già della casa di Orlamünde; Alberto e poi Bernardo, Ballenstedt e l'Anhalt.
Bibl.: L. v. Heinemann, Albrecht der Bär, Darmstadt 1864; E. Lavisse, Études sur l'une des origines de la monarchie prussienne, Parigi 1875; Geyer, A. der Bär, 1897; Wäschke, Anhaltische Geschichte, I, 1912.