ALBERTO Longobardista
Sotto il nome di questo giureconsulto del sec. XII venne edito dall'Anschütz nel 1855 un Commentario alla Lombarda,un commento cioè al testo rielaborato in forma sistematica verso la fine del sec. XI degli editti longobardi e del Capitulare italicum. Insieme con tale commento, avente il carattere di una Summa titulorum,venne pubblicato dall'Anschütz un altro cronologicamente anteriore, e la cui attribuzione ad un altro giureconsulto, Ariprando, venne compiuta sulla base della inscriptio esistente in uno dei ms.: "Legis Langobardorum Ariprandi comenta incipiunt". L'esistenza di questi due giuristi, fossero essi dottori o semplicemente giudici e pragmatici, ci è invero attestata nel contesto dei due commenti. Ma sia Ariprando nel primo sia Alberto e lo stesso Ariprando nel secondo ci appaiono sempre nominati in terza persona e le loro opinioni (molto probabilmente glosse) vi sono riferite dall'ignoto compilatore (e forse il testo che noi abbiamo è una reportatio di scolari dalle lezioni di un maestro) col senso critico di chi adduce il pensiero di due eminenti conoscitori del diritto longobardo, del resto quasi sempre in contrasto tra loro, e si permette a sua volta di dissentirne. Non è possibile determinare con sicurezza il luogo in cui i due testi si sono formati; è stata però affacciata l'ipotesi che la loro origine sia bolognese, in quanto è in essi chiaramente percepibile l'influsso della Scuola romanistica che allora colà fioriva. In particolare, per il commento cosiddetto di Alberto è da dire che esso, nella redazione pervenutaci, è in due soli libri, mentre quello di Ariprando, pur essendo più breve, comprende anche un parziale commento al terzo libro della Lombarda. Che quello detto di Alberto sia posteriore, anzi sia una rielaborazione ampliata di quello di Ariprando, lo dimostra il fatto che in esso alle opinioni di Alberto sono fatte precedere appunto quelle di Ariprando. Inoltre l'utilizzazione del diritto romano nel commento detto di Alberto si dimostra più intensa e profonda, anche se neppure in esso sono rilevabili citazioni precise dai testi giustinianei. Una discussione riferitavi in fatto di prescrizione sembra però riecheggiare una questione dibattuta dai famosi "quattro dottori" allievi di Irnerio a Bologna. Questa circostanza permetterebbe dunque di avanzare come probabile data del commento i primi decenni della seconda metà del sec. XII. L'insieme della compilazione ha carattere di notevole discontinuità ed è di valore diseguale, conseguenza forse anche di successive manipolazioni subite; al commento vero e proprio precede un proemio sulla storia del popolo longobardo, di cui si dichiara autore un certo "Albacrucius", e che in parte è tratto da Paolo Diacono. In tale proemio vien citato un passo del Digesto.
Bibl.: A. Anschütz, Die Lombarda-Commentare des Ariprand und Albertus, Heidelberg 1855 (con ediz. critica dei due comment.); H. Siegel, Die Lombarda-Commentare,in Sitzungsberichte der k. Akademie der Wissenschaften, philos. hist. cI., XL (1862), pp. 164-176; K. Lehmann, Der sog. Kommentar der Ariprandus im Berliner Codex,in Juristische Festgaben für R. v. Jhering... gewidmet von der Rostocker Jur. Fak., Stuttgart 1892, pp. 81-84 (presenta una redazione intermedia tra il commentario di Ariprando e quello di Alberto).