PREDIERI, Alberto
PREDIERI, Alberto. – Nacque il 7 marzo 1921 da Alessandro, ufficiale di carriera, e da Anna Maria Serpieri, cugina di Arrigo Serpieri, studioso di economia agraria e sottosegretario al ministero dell’Agricoltura in epoca fascista.
Predieri trascorse la giovinezza passando da una città all’altra (Torino, Firenze, Chieti, Pola, Bologna). Si iscrisse nel 1939 alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bologna e nel 1941 fu chiamato alle armi quale sottotenente della brigata alpina Julia: combatté in Russia, dove gli vennero conferite due medaglie al valore e ricevette encomi in due ordini del giorno della Wehrmacht. Unico ufficiale superstite, dopo due giorni di combattimento sul terreno innevato, nel 1942, riuscì con il suo battaglione a sfondare l’accerchiamento delle predominanti forze sovietiche. Poco prima il padre, generale comandante della divisione Brescia, era caduto a El Alamein.
Rientrato in Italia, fu ricoverato nell’ospedale militare a Bologna per le conseguenze del congelamento di un piede, che fu parzialmente amputato. Riprese così i suoi studi e si laureò nel novembre del 1943 con una tesi in diritto internazionale con Gabriele Salvioli. Dopo l’armistizio (8 settembre 1943) andò a stabilirsi a Firenze, dove aderì al Partito d’azione e al movimento partigiano nelle file della formazione Giustizia e Libertà, dove per la sua eccezionale esperienza militare dette un rilevante contributo (ricevendo anche la croce al merito di guerra). Entrò nel contempo in contatto con l’élite della cultura fiorentina: Giovanni Michelucci, Carlo Ludovico Ragghianti, Carlo Coccioli, Edoardo Detti, Piero Calamandrei. Finita la guerra, cominciò a collaborare con quest’ultimo, sia con scritti sulla rivista il Ponte (in genere sui temi della guerra partigiana o comunque su argomenti militari) sia come assistente alla cattedra di procedura civile. Calamandrei lo indirizzò allo studio del diritto costituzionale, che necessitava di una completa rivisitazione a seguito della promulgazione della Costituzione, alla cui redazione Calamandrei aveva grandemente contribuito. Il primo saggio di Predieri venne appunto pubblicato nel Commentario sistematico alla Costituzione curato dallo stesso Calamandrei e da Alessandro Levi (Firenze 1950), ed era dedicato ai partiti politici, che avevano avuto un riconoscimento costituzionale ed erano un tema nuovissimo per la scienza giuridica. Subito dopo dette alla stampa la monografia Lineamenti della posizione costituzionale del Presidente del Consiglio dei Ministri (Firenze 1951), nella quale lumeggiò il ruolo di tale organo nel nuovo sistema costituzionale, in un’approfondita analisi storica e comparatistica. Ottenne così nel 1952 la libera docenza in diritto costituzionale davanti a una commissione presieduta da Vittorio Emanuele Orlando.
I primi scritti di Predieri rivelano una costante del suo metodo: grande attenzione ai dati storici, fattuali, e alla comparazione giuridica. Dopo la libera docenza insegnò per incarico diritto costituzionale all’Università di Siena dal 1958 al 1963; quindi fu ordinario di istituzioni di diritto pubblico all’Università di Firenze, presso la facoltà di scienze politiche Cesare Alfieri, di cui fu – insieme a Giuseppe Maranini, Giovanni Sartori, Giovanni Spadolini – uno dei docenti più illustri nel periodo d’oro di quella prestigiosa facoltà. Alla morte di Maranini si trasferì alla cattedra di diritto costituzionale italiano e comparato e infine a quella di diritto pubblico dell’economia. Nel 1988 fu chiamato alla cattedra di diritto pubblico generale della facoltà di giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma, di cui poi fu nominato professore emerito.
Nel 1992 venne nominato commissario liquidatore dell’EFIM (Ente partecipazioni e Finanziamento Industrie Manifatturiere), carica che tenne sino alla morte e che ha efficacemente assolto riuscendo in pochissimo tempo a cedere gli assetti più prestigiosi a prezzi di mercato e a realizzare un’opera di ‘pulizia’ nelle costellazioni delle società (e di incarichi e di prebende) che facevano parte del Gruppo EFIM. La sua azione fu orientata a mantenere la credibilità dello Stato nei confronti di tanti interlocutori stranieri che avevano contrattato con EFIM confidando nella solidità dello ‘Stato-padrone’.
Tale gravoso incarico non ebbe a distoglierlo dall’attività scientifica, come del resto non lo avevano sottratto né la sua attività professionale, sia come avvocato di affari soprattutto nel settore dell’editoria sia come consulente, sia come difensore in controversie che andavano dal diritto commerciale al diritto amministrativo al diritto d’autore al diritto costituzionale, né la sua attività di consigliere di amministrazione di importanti società quotate.
Fu in quel periodo, nel 1993, che sposò Francesca Rousseau Colzi, dalla quale non ebbe figli.
La produzione giuridica di Predieri è impressionante. Per il concorso a cattedra aveva presentato, oltre a numerosi saggi, tre monografie, una già ricordata, un’altra dedicata al Contraddittorio e testimonianza del cittadino nei procedimenti legislativi (Milano 1964) ricca di richiami comparatistici all’esperienza britannica e nordamericana e che costituisce la prima ricostruzione in chiave giuridica del metodo delle udienze conoscitive, e infine il volume – che è considerato un classico in tema di costituzione economica – dal titolo Pianificazione e Costituzione (Milano 1963), studio che affronta organicamente le disposizioni costituzionali in materia di rapporti economici e ne delinea i caratteri non sulla base di mere esegesi del dettato costituzionale, bensì tenendo conto di tutte le realtà economiche e sociali sottostanti, con particolare attenzione alle valutazioni politologiche e storiche. Si tratta del metodo tipico di Predieri: egli stesso (cfr. Carl Schmitt, un nazista senza coraggio, 1999, II, pp. 694 s.) ebbe a rilevare che il ricorso a tali discipline è necessario così come lo studioso di diritto commerciale che tratta di approvazione dei bilanci non può prescindere dagli apporti della ragioneria. Arrivò inoltre a scrivere ben 22 monografie (di cui una in due volumi), tre delle quali postume (La curva e il diritto, Milano 2003; L’Alpinia barocca, Milano 2004; Sharî᾽a e Costituzione, Bari 2006). Scrisse inoltre voci per l’Enciclopedia del diritto, per il Nuovissimo digesto italiano, per l’Enciclopedia giuridica Treccani, e circa duecento tra saggi, note, commenti, recensioni.
I suoi interessi si concentrarono prevalentemente, sino alla fine degli anni Settanta, su tre aree: l’attività legislativa, il diritto urbanistico e il diritto dell’ambiente, il diritto pubblico dell’economia. Successivamente accentuò i suoi studi di diritto dell’economia anche alla luce dell’evoluzione dell’ordinamento comunitario e dell’istituzione di autorità di garanzia e di regolazione, ma affrontò anche aree del tutto nuove, come quelle della storia del pensiero giuridico (i due volumi del citato lavoro su Carl Schmitt) o dei rapporti tra diritto, arte, culture e tradizioni (L’Alpinia barocca, La curva e il diritto) o del diritto islamico (Sharî᾽a e Costituzione). Peraltro, la confinazione per aree della produzione di Predieri non può che essere approssimativa, in quanto non c’è tema del diritto pubblico che non abbia trattato: oltre a quelli già ricordati vi sono studi su Regioni, enti locali, Corte costituzionale, libertà, magistratura. Non solo. La sua produzione non conobbe confini di disciplina: partendo dalla considerazione unitaria del fenomeno giuridico, e da una profonda conoscenza dei vari rami del diritto, i suoi studi si segnalano per la continua osmosi con istituti e nozioni tratti dal diritto privato, dal diritto commerciale, dal diritto del lavoro, dal diritto penale, dal diritto processuale.
Tra gli studi più significativi, quello sulla tutela del paesaggio (Urbanistica, tutela del paesaggio, espropriazione, Milano 1969): mentre in precedenza il paesaggio, tutelato dall’art. 9 Cost., era riferito alle sole bellezze naturali, Predieri dimostrò, avvalendosi della letteratura urbanistica, geografica e paesaggistica, come il paesaggio in realtà costituisca la forma del Paese così come si è andato a caratterizzare in virtù dell’opera della natura e dell’uomo, sì da coincidere con la nozione di ambiente, ed è dunque soggetto a una tutela oltremodo forte anche per le iterazioni tra tutela dell’ambiente e diritto alla salute (tesi questa poi ripresa dalla Corte costituzionale). La monografia su L’erompere delle autorità amministrative indipendenti (Antella 1997) fu ed è ancora il punto di riferimento della sterminata dottrina che ha trattato tale tema, avendone dimostrato il pluralismo di funzioni e la non riconducibilità negli schemi classici e nello stesso tempo la conferma dello Stato ‘osmotico’, cioè a compenetrazione continua e reciproca con la società.
Le sue tesi s’ispirarono sempre a una continua e concreta attenzione ai diritti sociali, assegnando all’art. 3, comma 2 Cost., un valore di supernorma tale da ‘piegare’ la lettura formalistica del dato normativo spesso dominante. Di rilievo, poi, il fatto che i suoi studi non aventi per oggetto temi costituzionalistici, come quelli dedicati all’ordinamento creditizio o alla disciplina del territorio, sono pervasi da una continua lettura in senso costituzionale di tutti gli istituti esaminati. Predieri è stato dunque, da un lato, costituzionalista nel senso più integrale del termine e, dall’altro, «come tutti i veri costituzionalisti, è stato anche un amministrativista» (Cassese, 1996, p. 1008). E nel contempo, con prosa spesso corrosiva, seppe attaccare di petto e sfatare tanti luoghi comuni.
Si può dire che Predieri ha influenzato non soltanto – come da tutti riconosciuto – gli studi sulla tutela del paesaggio, sulle autorità indipendenti, sulla disciplina urbanistica ed edilizia, ma interi filoni del diritto dell’economia soprattutto perché li trattò con una conoscenza del background finanziario ed economico sì da disvelare la funzione economica retrostante ai vari istituti e le conseguenze fattuali degli stessi: tipico è il volume su Euro, poliarchie democratiche e mercati moderni (Torino 2008), dove anticipava le ‘bolle’ provenienti dal ricorso indiscriminato ai derivati finanziari nell’economia della globalizzazione e nel contempo i rischi causati dall’assenza di regolamentazioni pure globali. Predieri – così ancora Sabino Cassese – è stato un giurista che «interroga continuamente la realtà che lo circonda» (p. 1005), quantomai attento alla concretezza, ai dati politici, sociologici, economici. Per di più con continuo ricorso alla comparazione, metodo di cui anzi è stato un precursore. Una sua caratteristica era altresì quella di far vedere in anticipo i problemi o di affrontare temi inesplorati: in Sharî᾽a e Costituzione si poneva il difficile problema della ‘coabitazione’ tra le costituzioni occidentali e le regole islamiche osservate da tanti immigrati, così come negli studi sulle reti o sulle società finanziarie regionali o sugli elaboratori elettronici nell’amministrazione pubblica o sulle udienze legislative o sull’indennizzo personalizzato affrontava argomenti sino ad allora del tutto negletti.
Grande organizzatore culturale, tanto che curò 14 volumi, sempre partecipandovi direttamente con contributi fondanti, come quelli sulle fonti nella Costituzione spagnola del 1978, sul Parlamento nel sistema politico italiano, sui fondi strutturali europei; famosissima e foriera di risultati originali fu la ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche da lui diretta su Il processo legislativo; fondò inoltre e diresse la rivista Il diritto dell’Unione Europea (Giuffrè), nonché quattro collane di monografie giuridiche (Territorio e casa, La persona e la comunità, Diritto e salute, Quaderni Cesifin).
Morì a Courmayeur (Aosta) il 16 agosto 2001.
Opere. Oltre a quelle citate, La legge 28 gennaio 1977 n. 10 sulla edificabilità dei suoli, Milano 1977; Il potere della banca centrale: isola o modello?, Firenze 1996; Carl Schmitt, un nazista senza coraggio, I-II, Scandicci 1999; La guerra, il nemico, l’amico, il partigiano. Ernst Junger e Carl Schmitt, Scandicci 1999. Per un elenco completo si rimanda alla bibliografia in Istituzioni mercato e democrazia. Liber amicorum per gli ottanta anni di A. P., a cura di S. Amorosino - G. Morbidelli - M. Morisi, Torino 2002, a cui sono da aggiungere le opere postume indicate nel testo.
Fonti e Bibl.: S. Cassese, Il contributo di A. P. alla scienza giuridica, in Rivista trimestrale di diritto pubblico, 1996, n. 1, pp. 1003-1008; M. Fioravanti, recensione a A.P., Carlo Schmitt, un nazista senza coraggio (Firenze 1998), e La guerra, il nemico, l’amico, il partigiano. Ernest Jünger e Carl Schmitt (Firenze 1999), in Quaderni fiorentini, XXVIII (1999), pp. 1095-1101; A. Tizzano, Saluto all’amico e al direttore, in Il diritto dell’Unione Europea, 2001, vol. 6, n. 2-3, pp. 211 s.; G. Morbidelli, Ricordo di Alberto, ibid., pp. 213-218; E. Cannizzaro, Il contributo di A. P. alla scienza del diritto dell’integrazione europea, ibid., pp. 219-225; C. Chinchilla, In memoriam: A.P., in Revista de administraciön publica, 2002, n. 157, pp. 5-7.