Pseudonimo dello scrittore, pittore e musicista Andrea De Chirico (Atene 1891 - Roma 1952), fratello di Giorgio. A Parigi (dove soggiornò a più riprese, frequentando anche i surrealisti) pubblicò sulla rivista Les soirées de Paris il poemetto drammatico Le chants de la mi-mort (1914). Collaborò successivamente alla Voce e alla Ronda, ma il suo gusto tendente al metafisico, al surreale, al magico, lo avvicina piuttosto al Bontempelli delle esperienze "novecentiste". La sua narrativa (Hermaphrodito, 1918; La casa ispirata, 1925; Angelica o la notte di maggio, 1927; Tragedia dell'infanzia, 1937; Achille innamorato. Gradus ad Parnassum, 1938; Infanzia di Nivasio Dolcemare, 1941; Narrate, uomini, la vostra storia, 1942; Casa "La vita", 1943; Tutta la vita, 1945) si segnala per il gusto del pastiche, del capriccio, della fantasia capace di cogliere inedite analogie tra l'uomo e le cose, oltre che per un'ironica rivisitazione dell'eredità classica che caratterizza anche la sua opera teatrale (Il capitano Ulisse, 1934; Emma B. vedova Giocasta, 1949; Alcesti di Samuele, 1949; Orfeo vedovo, 1950). E se talvolta sul sentimento poetico prevale il gioco intellettualistico, questo è tuttavia reso in una prosa nitida ed elegante, la stessa che caratterizza la sua opera di saggista (Dico a te, Clio, 1940; Ascolto il tuo cuore, città, 1944; La sorte dell'Europa, 1945; Vita di Enrico Ibsen, post., 1979) e la sua copiosa produzione critica e giornalistica, raccolta in numerosi volumi postumi (Scatola sonora, 1955, che comprende scritti musicali; Nuova enciclopedia, 1977; Torre di guardia, 1977; Il signor Dido, 1978, brevi racconti apparsi sul Corriere della sera tra il 1949 e il 1952; Il sogno meccanico, 1981, scritti sul cinema; Palchetti romani, 1982, che riunisce le cronache teatrali scritte per Omnibus tra il 1937 e il 1939). Un gusto analogo a quello dello scrittore si ritrova nel S. pittore e disegnatore, nel quale a volte più esplicito è il gioco sui dati della mitologia e della storia, svolto in termini fra onirici e ironici, in opere che sono nelle principali collezioni italiane e straniere. Per la sua produzione di musicista si segnalano i balletti Perseo (1924), La morte di Niobe (1925), Ballata della stagione (1925).