Tallone, Alberto
Tipografo (Bergamo 1898 - Alpignano, Torino, 1968). Figlio del pittore Cesare, vissuto in un ambiente ricco di fervidi interessi (la madre, Eleonora, fu sensibile poetessa) quanto scevro da ogni conformismo accademico, dopo un lungo noviziato nel mercato antiquario dei librai milanesi, nel 1932 scoprì la propria e più genuina vocazione di artista: quando, recatosi a Parigi, divenne apprendista tipografo nell'officina di Maurice Darentière. Da allora, e fino alla morte, egli rimase fedele alla lezione dei grandi tipografi del passato (da Manuzio a Didot a Bodoni), commisurandola alla propria nozione, ricca d'ideale bellezza, di ‛ tipografia pura ': estrinsecando questa passione in poco più di cento edizioni, tutte ‛ capolavori ' nel senso etimologico e ‛ artigianale ' del termine, dedicati amorosamente a grandi autori e testi: dai presocratici ai Vangeli ai classici italiani e stranieri di ogni tempo, scelti con rigorosa cura. In questa sede rammentiamo ovviamente soltanto le edizioni dantesche o d'interesse dantesco: dalla Vita Nuova in 4° del 1933 (esordio, nel nome di D., nell'arte tipografica), alla Commedia in 4° composta tra il 1939 e il 1941, alle Rime in 4° del 1942, alla Commedia in 32° del 1950-1951.
Rientrato in Italia e creata ad Alpignano un'ammirevole ‛ officina ', il T. volle celebrare solennemente il centenario dantesco del 1965 con una fioritura di opere: dalla ristampa delle Rime alla Vita Nuova in 4°, al Convivio in 4°, al volume dedicato a D. e il Piemonte. E siano anche ricordate, per le indubbie connessioni con l'Alighieri, le edizioni del Tesoretto e del Favolello (1967), delle Rime di G. Cavalcanti (1968), nonché del Trattatello in laude di D. del Boccaccio (1970). Tale amorosa dedizione al poeta ebbe l'ultimo sigillo nella postuma, monumentale edizione della Commedia nel nuovo testo curato da G. Petrocchi, in 4° grande, pubblicata nel 1968.
D. fu dunque l'alfa e l'omega di questo principe della tipografia pura, che all'aristocratica eleganza, alla naturale semplicità, alla sapienza tecnica, al rigore nella scelta dei testi, seppe disposare una vivacissima sensibilità per i problemi filologici e culturali: in questo (come nella scelta dei curatori, tutti eminenti specialisti) ricollegandosi strettamente alla lezione di Aldo Manuzio, e per ciò distinguendosi dagli altri, recenti maestri dell'arte tipografica.
Bibl. - E. Falqui, T., stampatore esemplare, in " La Nuova Antologia " n. 2008 (aprile 1968) 474-483; P. Pellizzari, L'opera tipografica di A. T. - Introduzione e descrizione con le testimonianze di E. Serra, E. Falqui, F. Mazzoni, G. Petrocchi, A. Pézard, P. Neruda, Alpignano 1974.