ALBERTOLLI
Famiglia di artisti ticinesi pittori, architetti e stuccatori, che nel sec. XVIII e nei primi decenni del successivo ebbe nell'Alta Italia notevole parte nel rinascimento delle arti del disegno volgenti alle forme neoclassiche. Ne fu capostipite Francesco Saverio, nato a Bedano nel 1701, il quale, col maggiore dei suoi figli, Michele (n. 29 sett. 1732), e più tardi coadiuvato da Giocondo, costruì il palazzo arcivescovile di Aosta e ivi ebbe mano nella costruzione di altri edifici notevoli. Figlio di Michele fu Alberto, stuccatore, autore della bella decorazione del salone e dell'atrio del palazzo arcivescovile di Aosta.
Giacomo, architetto, pure figlio di Francesco Saverio, nacque a Mugena presso Bedano, nel 1761; morì l'8 genn. 1805. Frequentò giovinetto l'Accademia di Parma, dove insegnava E. A. Petitot, passando poi a Milano a continuarvi gli studi col fratello Giocondo e con G. Piermarini. Fu particolarmente considerata la sua attività di insegnante quale professore di architettura, prima a Padova, dove si trovava nel 1790, e poi a Milano, come successore del Piermarini, dal 1798 al 1805.
Ferdinando, architetto e incisore, nacque a Bedano l'11 nov. 1781. Figlio di Giovanni, fratello di Giocondo, fu dal 1795 allievo, all'Accademia di Brera, dello zio Giocondo, del quale poi sposò la figlia. Fu poi nominato (1804) professore di architettura e di ornato al liceo di Verona, e a Verona disegnò e incise le fabbriche del Sammicheli (F. Albertolli, Porte di città e fortezze... di Michele Sammicheli...,Milano 1815); dopo un soggiorno a Venezia, dove insegnò all'Accademia, fu a Roma, ove incise i Fregi trovati negli scavi del Foro Traiano... (Milano 1824).
Nel 1812 successe allo zio nell'insegnamento dell'ornato architettonico nell'Accademia di Brera, incarico che tenne fino alla morte. Nel 1824 fu a Genova. Viaggiò anche all'estero, soprattutto in Grecia, ma si convinse, secondo quanto scrisse allo zio Giocondo, "non doversi per le arti del disegno cercare i tipi fuori d'Italia".
Morì a Milano il 24 apr. 1844.
Trattò abilmente l'acquatinta: eseguì con questa tecnica le tavole di G. Antolini per il Foro Bonaparte; incise al tratto e all'acquatinta le principali opere architettoniche di L. Cagnola (perduti i rami, ne rimase una serie di dieci copie presso l'archivio del Cagnola alla Rotonda di Inverigo, ora a Brera). Sua unica, ma squisita opera d'architettura fu il palazzo dei conti Taverna a Milano, in via Montenapoleone, costruito intorno al 1834.
Fedele, fratello di Ferdinando, nacque nel 1789 a Bedano. Da Ferdinando fu avviato all'Accademia di Belle Arti in Venezia, dove studiò sotto la disciplina del pittore Giuseppe Borsato, professore di ornato presso quella scuola. Fu scenografo e incisore, ma, particolarmente, come i suoi parenti, attese alla decorazione. Notevoli, fra gli ornati che eseguì per la Villa Reale di Monza sotto la guida di Giocondo, le decorazioni a motivi di fiori, fogliami e uccelli fantastici: tardo riflesso, in pieno fiorire delle forme neoclassiche, delle chinoiseries settecentesche.
Raffaele, nato a Bedano nel 1770, figlio di Giocondo, collaborò con il padre e gli fu a fianco nell'insegnamento dell'ornato all'Accademia di Brera; fu incisore valente e buon disegnatore; intagliò molti dei disegni paterni.
Bibl.: M. Guidi, Gli Albertolli,in Zeitschrift für Schweizerische Archaeologie und Kunstgeschichte, VIII (1946), pp. 243-251; C. Brun, Schweizerisches Künstler-Lexikon,I, Frauenfeld 1905, pp. 19-2 I (con bibl.); U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler,I, pp. 220-222; M. Guidi, Diz. degli artisti ticinesi,Roma 1932, pp. 15-19.