PASINI, Albino
PASINI, Albino. – Nacque a Milano il 14 novembre 1888, nel palazzetto di famiglia in via Bocchetto 13, terzogenito di quattro figli maschi nati da Erasmo e da Ester Bazzoni.
Il padre, industriale, gestiva un’azienda conciaria e di lavorazione di pelletterie di pregio, fondata a Milano dalla famiglia Bazzoni sin dai primi decenni dell’Ottocento agli albori dell’industrializzazione in Lombardia. I due fratelli maggiori – Antonio e Luigi – proseguirono l’attività paterna mentre il fratello minore Mario, tenente e volontario come autista infermiere durante la Grande Guerra morirà per le conseguenze di inalazione di gas tossici dopo la battaglia di Caporetto. Negli anni Trenta fu costruito, con un lascito di Ester Pasini Bazzoni, il padiglione dell’Ospedale Maggiore di Milano dedicato alla memoria di Erasmo e Mario Pasini.
Pasini condusse gli studi secondari presso la sezione fisico-matematica dell’istituto tecnico Carlo Cattaneo di Milano conseguendovi nel 1906 il diploma; si iscrisse poi al Politecnico di Milano laureandosi nel 1911 in ingegneria civile. Qui, l’anno successivo, fu nominato assistente straordinario ai corsi di materiale mobile ed esercizio delle ferrovie e di costruzioni stradali e materiale fisso ferroviario collaborando con i docenti (e maestri) Filippo Tajani e Carlo Isnardo Azimonti. Dall’anno accademico 1919-20 divenne assistente effettivo di ruolo. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, nel 1923 conseguì la libera docenza in materiale mobile ed esercizio delle ferrovie. Nel 1925 lasciato l’assistentato di ruolo «a beneficio di qualche giovane che possa trarre vantaggio dalla retribuzione» (Milano, Archivio storico del Politecnico, fondo Docenti, f. ing. Albino Pasini), proseguì l’attività didattica al Politecnico con l’incarico di trazione elettrica. Nel medesimo anno, per le sue competenze nel campo delle costruzioni stradali, fu chiamato dal ministero dei Lavori pubblici a collaborare agli studi preparatori che avrebbero poi messo capo, nel 1928, all’istituzione dell’Azienda autonoma statale della strada (AASS, dal 1946 ANAS), l’ente preposto alla costruzione e alla gestione delle 137 Strade statali (per un complesso di circa 21.000 km).
Per assolvere questo compito intraprese a proprie spese un viaggio conoscitivo presso i governi di otto Paesi europei pubblicando un’apprezzata relazione. Interessato ai problemi dell’irrigazione, del regime delle acque e della bonifica realizzò diverse opere in Sicilia e in Lombardia. In questo campo l’intervento più rilevante fu l’approntamento, nel 1928, del nuovo progetto generale per il Consorzio di bonifica in sinistra del Sele che modificava e completava un precedente progetto del 1925 dell’ingegnere Angelo Omodeo. Il progetto mirava a realizzare opere che favorissero il risanamento dell’agro salernitano e della piana di Paestum grazie alla bonifica idraulica, alla costruzione di strade e acquedotti rurali, all’irrigazione, all’elettrificazione e all’approntamento di centri servizi e strutture mercantili, per l’insediamento e lo sviluppo delle attività rurali. La realizzazione del progetto di bonifica, che copriva una superficie di 12.000 ettari e avrebbe interessato oltre 20.000 coloni, impiegò diverse migliaia di operai e precedette di pochi mesi l’entrata in vigore della legge sulla Bonifica integrale (dicembre 1928) che riprendeva precedenti progetti già avviati in epoca giolittiana.
Pasini, dal gennaio 1924 iscritto al Partito nazionale fascista (e dal 1926 con la tessera ad honorem), ricevette nel 1928 l’incarico più prestigioso e impegnativo di tutta la sua vita professionale, la presidenza dell’Azienda elettrica municipale (AEM) di Milano. La gestione dell’Azienda, oltre a richiedere competenze professionali e capacità manageriali non indifferenti, sarebbe stata messa alla prova, di lì a qualche anno, dagli effetti della crisi del 1929.
L’AEM, formalmente costituita alla fine del 1910 era stata voluta dall’amministrazione liberale guidata dal marchese Ettore Ponti (1906-1909), noto industriale tessile, con il dichiarato intento di rompere il monopolio della Società Edison che imponeva tariffe tra le più elevate d’Italia. Il Comune di Milano, acquisite rilevanti derivazioni idrauliche in Alta Valtellina, con notevoli investimenti realizzò un’importante centrale idroelettrica. La concorrenza municipale consentì di portare le tariffe milanesi ai livelli più bassi d’Italia. Conclusa la breve fase concorrenziale le due imprese si accordarono per la determinazione delle tariffe e la ripartizione delle utenze sancendo un duopolio. Con il rilevante incremento della domanda elettrica iniziata con la Grande Guerra l’Azienda aveva sofferto di una cronica inadeguatezza degli impianti produttivi; solo nel 1928 l’entrata in servizio di nuove centrali supportate da un bacino di 20 milioni di mc raddoppiò la potenza disponibile, ristabilendo un margine di sicurezza tra domanda e offerta di energia.
Pasini si trovò ad assumere la presidenza dell’Azienda in una fase particolarmente delicata e dovendo fronteggiare problemi diversi: da un lato, le ricadute del rallentamento della domanda di energia per la contrazione dell’attività produttiva legata alla stabilizzazione della lira a «quota 90»; dall’altro, i ricordati effetti della crisi del 1929. Tutto ciò proprio mentre, nel 1932, la potenzialità dell’Azienda riceveva un ulteriore incremento per il completamento dei lavori già impostati a metà anni Venti. Per ridurre l’ampio sovradimensionamento della capacità produttiva Pasini agì su più fronti.
Avviò un drastico programma di contenimento delle spese, ottenendo una ripresa degli utili aziendali. Intervenne poi, sia sul piano dell’organizzazione aziendale istituendo tre direzioni: affari generali, tecnica e amministrativa; sia su quello produttivo affidando lo studio dell’ottimizzazione dello sfruttamento delle acque valtellinesi a Gaudenzio Fantoli, noto esperto di idraulica e rettore del Politecnico; sia ancora sul fronte del trasporto dell’energia e della rete di distribuzione raddoppiando le linee ad alta tensione che portavano a Milano l’energia valtellinese ed elevando al contempo la tensione delle vecchie linee preesistenti. Il radicale riordino del sistema di trasporto e distribuzione dell’energia, avviato con la costruzione della Ricevitrice Nord (1932), venne completato con la Ricevitrice Sud (1934) e con altre sottostazioni che formarono un anello ad alta tensione attorno alla città a tutt’oggi asse portante della distribuzione elettrica milanese.
Nel 1935 con la ripresa del ciclo economico e in omaggio alle direttive di politica autarchica, Pasini impresse nuovo impulso allo sviluppo aziendale riprendendo i lavori, interrotti nel 1930, della centrale di Stazzona (la maggiore d’Europa costruita in caverna, 40 MW) entrata in servizio nel gennaio 1938. Riuscì, inoltre, a collocare presso altre imprese elettriche le eccedenze estive di energia scambiandole con rilevanti quantità di energia invernale a prezzi contenuti eliminando così la necessità dell’integrazione a vapore durante i periodi invernali. Il nuovo piano autarchico del 1939, che intensificava i preparativi bellici, assegnava alle municipalizzate elettriche un incremento produttivo superiore a 1000 GWh annui. L’azienda milanese avviò dunque nel 1939 i lavori per un nuovo bacino di ritenuta (lago di San Giacomo) per 64 milioni di mc e la costruzione di una nuova centrale (Lovero, 44MW) i cui lavori, iniziati nel 1942, si conclusero solo nel 1948.
La guerra interruppe anche i lavori della diga di San Giacomo; per la costruzione dell’imponente sbarramento – lungo più di 1000 m e posto a oltre 2000 m di quota – fu realizzato un villaggio per le maestranze (Digapoli) costruito in modo da attenuare il disagio del lavoro in quota e in condizioni climatiche ostili. Per il trasporto dei materiali, effettuato per ferrovia, fu realizzata nel tratto finale una filovia dotata di autocarri elettrici su gomma.
Anche sul fronte dell’autofinanziamento Pasini riuscì a garantire all’Azienda nuove risorse grazie a una serie di misure contabili. Tali risorse consentirono di ripianare l’indebitamento della precedente gestione e di avere buone disponibilità per gli investimenti previsti dal piano autarchico. Durante il quindicennio della presidenza Pasini, l’AEM milanese riuscì dunque a consolidare la propria struttura sotto il profilo aziendale, industriale e finanziario, creando le premesse per i successivi sviluppi del dopoguerra.
In linea con le direttive di politica sociale proposte dal fascismo, l’AEM varò in quegli stessi anni un programma di assistenza ai dipendenti con l’istituzione di colonie estive alle quali il presidente contribuì anche personalmente. Analoghe donazioni furono destinate all’ampliamento dei laboratori del Politecnico di Milano. Di questi e altri atti di liberalità, da parte dell’azienda come a titolo personale, si ha traccia nelle motivazioni delle numerose onorificenze ricevute: nel maggio 1926 fu insignito del titolo di commendatore dell’ordine della Corona d’Italia, nel 1932 di quello di grand’ufficiale del medesimo ordine e nel 1936 di quello di cavaliere di Gran Croce, onorificenze tutte concesse per moto proprio sovrano. Al Comune di Milano fece dono della grande fontana posta di fronte al Castello Sforzesco dedicata in origine ai caduti milanesi della Grande Guerra.
Accanto all’impegno manageriale nell’Azienda proseguì l’attività scientifica e didattica al Politecnico: oltre all’incarico a titolo gratuito di trazione elettrica, dal 1932-33 tenne quello di costruzioni idroelettriche (dal 1937 costruzioni idrauliche).
Nel 1934 compì un viaggio negli Stati Uniti e in Canada visitando importanti impianti idroelettrici e tenendo numerose conferenze sull’industria elettrica fra le quali una particolarmente apprezzata all’Università di Toronto (Lecture on Italy’s contribution to the hydro-electric progress, University of Toronto, 1935).
Nel corso degli anni Trenta ricoprì importanti cariche in ambito tecnico-scientifico, sindacale e amministrativo: membro del Consiglio nazionale delle ricerche, consigliere di amministrazione della Banca popolare di Milano, consigliere di amministrazione del Politecnico di Milano, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione nazionale degli ingegneri italiani e numerose altre.
Nel 1931 divenne vicepresidente della FNFAIM (Federazione Nazionale Fascista delle Aziende Industriali Municipalizzate) e dal 1934 al 1943 ne fu presidente succedendo ad Alfredo Giarrattana, di cui peraltro proseguì l’opera in difesa delle aziende associate dai tentativi di riprivatizzazione. Sulla rivista della Federazione, Le Industrie municipalizzate, pubblicò numerosi articoli sia sui nuovi impianti dell’Azienda milanese, sia su temi più generali riguardanti la municipalizzazione e le problematiche di carattere energetico.
Deputato nella XXIX legislatura (1934-39), fu nominato consigliere nazionale nella Camera dei fasci e delle corporazioni nella XXX legislatura (1939-43). Fu vicepresidente della corporazione Acqua, gas ed elettricità, fino all’ottobre 1941, quando venne nominato membro effettivo della Corporazione della chimica. Con gli avvenimenti dell’autunno 1943 lasciò la presidenza dell’AEM non avendo aderito alla Repubblica sociale di Salò durante l’occupazione tedesca 1943-45.
Nel dopoguerra si trasferì a Roma ritirandosi a vita privata. Dopo la separazione giudiziale del 1963 dalla moglie – Delfina Sotomayor, una cittadina messicana sposata nel 1937; dal matrimonio non nacquero figli – si ricongiunse con il fratello Luigi e la nipote Esther.
Morì a Rapallo (Genova) il 18 novembre 1972.
Tra i suoi scritti – oltre a quelli apparsi su Le Industrie municipalizzate: L’eliminazione delle portate solide dell’Adda e l’efficienza del dissabbiatore continuo Doufur dell’impianto di Grosotto, gennaio-febbraio 1938, fasc. 1-2; I gas naturali negli Stati Uniti d’America, 1938 fasc. 5-6 e 7-8, maggio-giugno e luglio-agosto; Orientamento dei laboratori di sperimentazione e problemi connessi al trasporto dell’energia in relazione alle direttive autarchiche, settembre-ottobre 1938, fasc. 9-10; Studio sulla funzionalità ed efficienza della centrale termica dell’Azienda elettrica municipalizzata di Milano, luglio agosto 1939, fasc. 7-8; Razionalizzazione del riscaldamento urbano in Italia, settembre-ottobre 1942, fasc. 9-10, – si ricordano: Nozioni sull’impianto delle stazioni, Pavia 1914; La locomotiva compound a tre cilindri, in Rivista dei trasporti, 1919, n. 5; Un nuovo sistema di lubrificazione applicabile alle boccole dei vagoni, ibid., 1920, n. 4; La forma razionale delle rotaie a gola, ibid., 1921, n. 5; Calcolo del risparmio relativo d’energia sulle linee a trazione elettrica esercitate con ricupero, Milano-Varese 1921; Costruzione delle strade ordinarie e ferrate (Legislazione, studio e scelta del tracciato, muri di sostegno ecc.), Milano 1923; Boulder Dam la più alta diga del mondo in costruzione negli Stati Uniti d’America, in Annali dei Lavori pubblici, vol. LXXII, fasc. 12, 1935; Lezioni di trazione elettrica svolte ai laureandi ingegneri elettricisti del R. Politecnico di Milano, Milano 1938; Equipaggiamento automatico e caratteristiche del sincrono da 15.500 Kva installato come rifasatore alla ricevitrice sud dell’Azienda Elettrica municipale di Milano, Milano 1940.
Fonti e Bibl.: Informazioni utili si debbono al nipote, senatore Carlo Scognamiglio Pasini, al quale va uno speciale ringraziamento. A Milano, si conservano materiali presso: l’Archivio storico del Politecnico (ASPM), fondo Studenti e fondo Docenti, f. ing. Albino Pasini); presso l’Archivio di Stato, Gabinetto di prefettura, I vers., cart. 871, f. Pasini, dott. ing. Albino di Erasmo, Onorificenze; presso l’Archivio storico dell’Azienda elettrica municipale (ora facente capo alla Fondazione AEM), Fondo Presidenza 1928-1943.
E. Novello, La bonifica in Italia. Legislazione, credito e lotta alla malaria dall’Unità al fascismo, Milano 2003, pp. 275-283; C. Pavese, Un fiume di luce. Cento anni di storia dell’AEM, Milano 2011, pp. 143-148, 159, anche l’app. iconografica a cura di F. Trisoglio e l’app. biografica a cura di S. Morosini, spec. p. 281; Annuario dell’Associazione laureati e allievi del Politecnico di Milano, ad nomen. Notizie anche nel sito ufficiale ANAS: www.stradeanas.it.