ALCALÁ YAlÑEZ Y RIVERA, Jerónimo de
Nacque nel 1563 in Segovia, dove morì nel 1632. Passato dagli studî filosofici e teologici a quelli medici, e dalla carriera ecclesiastica all'esercizio dell'arte medica, riflette tali condizioni di studio e di vita nel genere di varie sue opere, in cui talvolta si rispecchia la sua esperienza personale. Si ricordano pertanto i Milagros de Nuestra Señora de la Fuencisla (Salamanca 1615); le Verdades para la vida cristiana (Valladolid 1632); e soprattutto il romanzo dialogato d'avventure, in parte picaresco, El donado hablador Alonso mozo de muchos amos (parte I e II, Madrid 1624-1626). L'opera, dedicata a Luis Fojardo, marchese di Vélez, finge un dialogo tra il protagonista, converso di un monastero, e il suo vicario, quindi tra lui e il curato di Zoles, filo conduttore e artificio ad un tempo per tenere insieme una serie di avventure. non singolari, che danno modo però all'autore di toccare di paesi e di vita spagnuola non solo da un punto di vista esterno narrativo, ma anche da quello più intimo della satira del costume. Satira non esercitata a freddo, ma per diversa e diretta esperienza dell'autore, che viene alla satira più per raziocinio, che per intuizione. È notevole, nella seconda parte, l'episodio dell'ebrea Ester appunto alla Fuencisla; e soprattutto l'impegno stilistico dell'autore, che, proemiando, avverte le difficoltà d'entrare con onore nell'arringo letterario, quando tanti preclari ingegni de nuestra florida España ci si sono provati. Forse questa cura e il senso della diretta esperienza dànno maggior valore all'opera tra le tante congeneri e contemporanee, e spiegano la stima di qualche critico, forse eccessiva.
Bibl.: Novelistas posteriores à Cervantes, in Bibliot. de Autores Españoles, XVIII, pp. 491 segg.; A. Schultheiss, Der Shelmenroman der Spanier und seine Nachbildungen, Amburgo 1893, p. 29.