ALCÁNTARA (A. T., 39-40)
Città della Spagna, in provincia di Cáceres, situata a breve distanza dalla riva sinistra del Tago, non lungi dal confine portoghese. Ha circa 3500 ab. Ricevette il nome di Alcántara dagli Arabi. Ferdinando II di León, avendola conquistata nel 1166, l'affidò al suo maggiordomo principale, al quale poco tempo dopo i Mori la ritolsero. Nel 1214, Alfonso XI di León, sostenuto da Diego López de Haro e da 600 cavalieri inviatigli da Alfonso VIII di Castiglia, poté riconquistarla dopo due lunghi assedî, dei quali il secondo durò undici mesi. Egli consegnò la città ai cavalieri dell'ordine di Calatrava, che vi posero una forte guarnigione. Nel 1219, pur con l'intervento dello stesso re, si venne ad un accordo tra il maestro dell'ordine di Calatrava e Nuño, maestro dell'ordine di S. Julião de Pereyro di Portogallo, in forza del quale la città passava in possesso di quest'ultimo ordine, che vi fissò la sua sede e prendeva, lasciato il proprio nome, quello di Alcántara (v. sotto). Alla morte di Pietro I detto il Crudele, Alcántara passò al partito di Ferdinando re di Portogallo e fu assediata dai Portoghesi nel 1397. Ma, essendo accorso in suo aiuto il connestabile di Castiglia, l'assedio fu tolto. Nel 1432 il maestro di Alcántara cedette la città a Pietro, infante di Aragona; ma Gutierre Sotomayor, commendatore dello stesso ordine e nipote del maestro, se ne impadronì, tenendo prigioniero l'infante fino a tanto che il fratello non ebbe dato per liberarlo tutto ciò che possedeva. Nelle lotte politiche che dilaniarono il regno al tempo di Enrico IV, Alonso de Monroy, clavero dell'ordine di Alcántara e militante nel partito del re, pose l'assedio alla città; e nonostante che il maestro Gómez de Solís, del partito dell'infante Alfonso fratello del re, accorresse a liberarla, il de Monroy riuscì a penetrare nel castello e, raccolti i cavalieri dell'ordine e i religiosi che ne dipendevano, fece spogliare il Gómez della maestranza e si fece eleggere al suo posto. Nel 1479 ebbe luogo in questa città l'incontro della regina Isabella la Cattolica e della principessa Beatrice, per negoziare la pace tra la Spagna e il Portogallo e regolare la situazione di Giovanna la Beltraneja, figlia di Enrico IV.
Ordine di Alcántara - L'istituzione degli ordini cavallereschi religiosi e militari, in Ispagna risponde al desiderio di rivolgere l'attività dei nobili alla guerra contro i Mori. Dei quattro ordini che oggi ancora esistono, quello di Alcántara fu istituito nel 1136 da alcuni cavalieri di Salamanca, a capo dei quali era don Suárez Fernández Barrientos, e che combattevano contro i Mori nella fortezza di San Julião de Pereyro. E da qui l'ordine trasse il suo primo nome. I cavalieri, che dovevano dar prova della nobiltà e della purezza di sangue della loro schiatta, si obbligavano alla difesa della fede cattolica e alla lotta perpetua contro i Mori. Confermato dal papa, l'ordine adottò la regola cisterciense e fu arricchito di privilegi da pontefici e re: tra cui quello di dipendere direttamente dalla Santa Sede e non dai vescovi. Col XIII secolo, esso fissò la propria sede ad Alcántara, che era uno dei suoi feudi. Ebbe un periodo di splendore, poi di grande decadenza, dalla quale cercò di sollevarlo il suo maestro don Juan de Zúñiga. Ma egli si vide obbligato a dimettersi dalla carica, quando il re di Spagna ottenne dal papa che i magisteri degli ordini militari passassero alla Corona: il che significò la fine di ogni influenza dell'ordine. Dopo il secolo XVI fu permesso ai cavalieri il matrimonio; e il voto di castità fu sostituito con quello di difendere il dogma della Immacolata Concezione.
Bibl.: Biblia y definiciones de la orden y caballeria de Alcántara ecc. Madrid 1663; Fr. A. de Torres Tapia, Crónica de la Orden de Alcántara, Madrid 1763; A. F. Aguado de Córdoba, Bullarium... de Alcántara, Madrid 1759; M. Guillamar, De las órdenes militares de Calatrava, Santiago, Alcántara y Montesa, Madrid 1825. F. Bethancourt, Historia heráldica de la Monarquía espanola, Madrid 1902.