ALCESTI o Alcestide ("Αλκηστις, Alcestis)
Figlia di Pelia e di Anassibia, si distingue fra le Peliadi (che furono, almeno secondo una delle fonti più divulgate, Pelopia, Medusa, Pisidice e Ippotoe) per bellezza e pietà. Essa non prende parte con le sorelle alla cottura e allo smembramento del padre, a cui le Peliadi si lasciano indurre da Medea, che promette loro di restituire per tal via il vecchio Pelia a novella giovinezza. Tra i molti suoi pretendenti, il solo Admeto riesce con l'aiuto d'Apollo a soddisfare alle condizioni poste da Pelia per ottenere la donzella, e cioè ad aggiogare al cocchio un leone e un cignale. Alcesti diviene dunque sposa di Admeto e sposa amante e fedele al punto che, giunto Admeto nel fiore degli anni al momento di dover morire, essa sola si offre di morire per lui. E così Admeto, cui tale privilegio era stato ottenuto da Apollo, si salva. Ma anche Alcesti, secondo le più numerose leggende, si salva: solo secondo l'antica primitiva, essa rimane definitivamenta nell'Ade, mentre, conforme ad un'altra, Persefone, ammirata delle sue virtù, la rimanda al mondo, e, secondo la più abituale (Frinico, Euripide), Eracle, in riconoscenza della cortese ospitalità datagli da Admeto pur mentre la moglie gli stava morendo, affronta al momento della sepoltura Tanato, lo vince nella lotta, gli strappa Alcesti e la ridona al marito. Secondo una versione attestataci dallo pseudo-Apollodoro e da Igino, Eracle sarebbe addirittura sceso nell'Ade per ricondurre al mondo Alcesti. I casi di Alcesti furono spesso rappresentati e nel dramma e nell'arte figurata. Tra le più famose rappresentazioni figurate del mito d'Alcesti è quella di un rilievo su sarcofago della Villa Albani. Alcesti passa tra le virtuosissime eroine dell'antichità insieme con Penelope, Evadne, Laodamia.
Bibl.: Cfr. soprattutto l'art. Alkestis di Engelmann, in Roscher, Lexikon d. griech. u. röm. Mythologie, I, i, coll. 234-35; art. Alkestis di Wentzel ed Escher, in Pauly-Wissowa-Kroll, Real-Encycl. der klass. Altertumswiss., I, ii, coll. 1513-14; Preller e Robert, Griechische Mythologie, II, ii, 4ª ed., pp. 29-34; e si tenga sempre presente la mirabile Alcesti euripidea. V. anche admeto.