alchimia
Il complesso di teorie e di tecniche finalizzate all’ottenimento della pietra filosofale e dell’elisir di lunga vita, o alla trasmutazione dei metalli vili in oro; in seguito ha assunto anche il significato di arte di trasformare utilmente le sostanze naturali. Elementi di cultura alchimistica furono presenti già nell’antica civiltà cinese e indiana; nel mondo occidentale, l’a. nacque nell’ambiente ellenistico dell’Egitto nel 1° sec. d.C., in particolare nella scuola alessandrina, dove le dottrine alchimistiche si svilupparono in tre fasi: l’a. come tecnica, basata sulle pratiche artigianali dell’Egitto pregreco; l’a. come filosofia, basata sulla rielaborazione delle teorie platoniche e aristoteliche sulla materia prima; l’a. come mistica, in cui si sarebbe operata una fusione tra il precedente patrimonio filosofico e la gnosi ermetica. L’a. ellenistica si trasmise poi alla civiltà islamica, innestandosi sui motivi magici elaborati sulla base di tecniche artigianali relative all’arte delle tinture, della fabbricazione del vetro e delle imitazioni. Per il tramite islamico l’a. passò in Occidente, dove, nel 13° sec., si ebbero per es. le opere di Arnaldo di Villanova (ca. 1240-1312); opere alchemiche sono state attribuite anche a Raimondo Lullo e Ruggero Bacone. L’a. ebbe il massimo sviluppo nei secc. 15° e 16° quando si moltiplicarono edizioni e raccolte di testi alchemici tradotti da originali greci o arabi, e anche testi pseudoepigrafi od originali, in cui la prospettiva filosofico-religiosa prevaleva sempre più sull’aspetto tecnico. Tra i più famosi cultori di a., di magia e in generale di scienze occulte possono essere annoverati C. Agrippa di Nettesheim (1486-1535), G. Cardano (1501-1576) e G.B. Della Porta (1535-1615). In questi secoli, tuttavia, l’a. si trasformò gradualmente nella iatrochimica, con il tentativo di isolare i principi attivi contenuti nelle erbe medicinali e di creare i primi rimedi sintetici di origine minerale. Con Paracelso (1493-1541) l’a. assunse il carattere di arte accessoria della medicina; con a. si cominciò a intendere anche qualsiasi pratica di trasformazione dei corpi naturali, per es. nell’opera del metallurgista V. Biringuccio (1480-1539). Nel corso del 17° sec. l’a., fortemente caratterizzata dall’ermetismo e collegata alla magia, tramontò con l’affermazione della filosofia naturale e con la nascita della chimica moderna, cioè una ricerca sistematica sulle sostanze organiche e inorganiche e sulle leggi che ne governano la composizione e le trasformazioni.