ALCIATI DELLA MOTTA, Giovanni Paolo
Nato a Savigliano (Saluzzo) da nobile famiglia intorno al 1515-20, abbracciò da giovane la carriera delle armi. Venuto a contatto con un gruppo di anabattisti antitrmnitari a Vicenza, si unì ad essi accogliendo le nuove dottrine.
Quando, nel 1546, il gruppo fu disperso dall'autorità, l'A. fuggi a Ginevra con altri riformati italiani e strinse amicizia con M. Gribaldi e G. Biandrata ed altri eretici fuorusciti. Nel 1555 ebbe la cittadinanza ginevrina e fu eletto diacono della Chiesa italiana, di cui divenne, l'anno successivo, Anziano. Nella Ginevra di Calvino questi esuli italiani formavano un gruppo a sé e professavano tesi teologiche estreme. Il loro radicalismo destò i sospetti delle autorità ginevrine, le quali, nel 1558, incaricarono Calvino stesso di formulare una confessio fidei da sottoporre al gruppo italiano con l'alternativa di firmarla o di esiliarsi. L'A., che era già venuto in urto con Calvino per la condanna al rogo di M. Serveto, preferì abbandonare Ginevra e si rifugiò, col Biandrata, a Basilea; successivamente, dopo un viaggio a Torino e una seconda breve sosta in territorio svizzero, raggiunse il Biandrata a Pinczów in Polonia (1562).Qui egli riprese la propaganda e strinse rapporti col compatriota Prospero Provana; ma incontrò molti sospetti sia da parte dei calvinisti polacchi ammoniti da Calvino, sia da parte del re Sigismondo Il. Nel 1563 fu raggiunto dal Gentile e insieme ebbero una controversia con lo Stancaro. Rafforzatasi la reazione calvinista e divenute contemporaneamente più pressanti le insistenze del nunzio papale, cardinale Commendone, e del cardinale S. Hozjusz (Hosius), il re, il 7 Bg. 1564,con l'editto di Parczew espelleva i riformati stranieri. L'A., con altri eretici italiani, si rifugiò in Moravia, poi a Danzica, dove visse, probabilmente esercitando la professione di medico, fino al 1573 o più tardi.
Bibl.: A. Pascal, Gli antitrinitari piemontesi e La vita e le dottrine di G. P. A.,in Bollett. stor. bibliogr. subalpino,XXII (1920), pp. 3-12 e 12-62; Id., Processo contro P. A. Signor della Motta, ibid.,XXIII (1921), pp. 36-64; F. C. Church, I riformatori italiani,I, Firenze 1935, pp. 2953. C passim;D. Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento,Firenze 1939, pp. 214 s. e 222 s.; E. M. Wilbur, A History of Unitarianism,I, Socinianism and ies Antecedents,Cambridge (Mass.) 1947, pp. 51, 108, 224, 225, 227-229, 266, 312, 314, 315, 321 (con indicazioni di fonti e bibl.).