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Alcimo

di Giorgio Padoan - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Alcimo

Giorgio Padoan

Personaggio biblico. Secondo il racconto di I Machab. 7, 1-9 ss., quando Demetrio I Soter, figlio di Seleuco IV, si impossessò del trono di Siria, vennero a lui, per aizzarlo contro la loro stessa patria, alcuni empi Israeliti esponenti del partito filoellenico, con a capo A. che desiderava essere, contro i dettami della legge ebraica che non glielo permetteva, sommo sacerdote. A. in cambio di quella carica acconsentì a comportarsi da strumento di Demetrio nel sottomettere con la forza il popolo israelita, non trattenendosi neppure dal violare crudelmente le parole rassicuranti e i giuramenti con i quali si era presentato. La guerra divampò furiosamente e accanto a fulgidi successi gli Ebrei conobbero momenti di grave pericolo e tragici lutti; ma quando, risultate vittoriose le armi siriane, A. tentò di modificare il culto e ordinò che fossero abbattuti i muri interni del tempio, Dio lo punì con una paralisi facendolo morire tra gravi tormenti (160 a.C. circa). A. rimane pertanto esempio di sfrenata ambizione di onori sacerdotali, sino a porsi al servizio di un re nemico, macchiarsi di ogni nefandezza, tradire il proprio popolo, la propria missione e Dio stesso.

D. ricorda A. nell'epistola ai Cardinali (XI 8), per rinfacciar loro, in un'aspra invettiva, di aver condotto la cristianità verso il precipizio quando si accordarono " con Demetrio per eleggere Alcimo " (in Alcimum cum Demetrio consensistis): quando cioè si accordarono con Filippo il Bello, nemico della Chiesa e dell'Impero, nell'elezione papale di Clemente V, novello Alcimo.

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