ALCIONE ('Αλκυόνη, Alcyŏne)
1. Una delle Pleiadi, figlia di Atlante; rapita da Posidone (e il ratto era rappresentato sul trono di Apollo Amicleo), gli generò Etusa, Irieo ed Iperenore, e, secondo Pausania, anche Anthes e Ipere (se pure Ipere non è forma abbreviata di Iperenore), i quali tutti furono fondatori ed eponimi di altrettante città. Questa A., se si tien conto della diversa localizzazione della leggenda, è probabilmente colei che da Antedone generò Glauco pontio, non solo perché le due città di Iria (fondata da Irieo) e di Antedone sono vicine tra loro, sì da far supporre facilmente un'origine affine, ma anche perché Glauco pontio si fuse e confuse con Glauco corinzio, la cui madre era Merope, sorella di A. e, anch'essa, una delle Pleiadi. Del resto, secondo un'altra tradizione, la città di Antedone era stata fondata da Anthes, figlio di A. e di Posidone e nonno di Antedone, il che conferma la identificazione proposta. Ma v'è forse anche un'altra A. da identificare con questa: colei che era ritenuta moglie di Periere e madre di Alirrotio, padre di Sero, vincitore con la quadriga ad Olimpia al tempo di Eracle. Infatti Alirrotio passava anche per figlio di Posidone (e di Baticlea).
2. Identiche erano probabilmente in origine, e si distinsero più tardi, le due coppie seguenti:
a) A. figlia di Eolo (che era a sua volta figlio di Ellene e nipote di Deucalione) e moglie di Ceice, figlio di Eosforo o di un fratello di Anfitrione.
b) A. figlia di Eolo, dio dei venti, e moglie di Ceice, figlio di Eosforo. Poiché essi, spinti da insana superbia, vollero prendere rispettivamente i nomi di Era e di Zeus, questi, per punirli, li cambiò in uccelli marini: Alcione in quello che porta questo nome, Ceice in uno smergo. Siccome le onde portavano via i nidi dei loro piccoli, ed essi piangevano, Zeus, vinto da pietà per il loro dolore, ordinò ai venti di non soffiare durante i giorni della loro cova: quei giorni si chiamano alcionei. Si riferisce anche una diversa ragione della metamorfosi accennata: Ceice morì in naufragio, procurando un così gran dolore ad Alcione, che questa si annegò. Perché rimanessero uniti eternamente, ambedue vennero trasformati in uccelli.
3. Simile metamorfosi fu adattata anche ad A., figlia del bandito Scirone: il padre la gettò in mare per punirla della sua lussuria, e nel mare ella venne mutata nell'uccello alcione.
4. Cleopatra, moglie di Meleagro, fu chiamata A. a causa delle lacrime versate da Marpessa, sua madre, quando fu rapita da Apollo. Ma anch'ella meritò quel nome per conto proprio, poiché, dopo la morte di Meleagro, pianse fino a morirne. È evidente il collegamento con l'A. del n. 2.
5. A. è una sorella di Euristeo. Il centauro Omado le fece violenza, e fu perciò ucciso da Eracle.
Font1: 1. Hes., fr. 86 e 275 Rzach; Paus., II, 30, 8 e III, 18, 7; Apollod., III, 111; Hygin., fab. 157. - 2. Ps. Lucian., Alc., 1 seg.; Apollod., I. 9 segg.; Hes., Sc., 353 segg.; Aristoph., Aves, 1594; Aristot., Hist. anim,, V, 9; Ovid., Metamorph., XI, 410 segg. - 3. Prob., Ad Verg. Georg., I, 399. - Hom., Iliad., IX, 561 segg. - 5. Diodor., IV, 12, 7.
Bibl.: Stoll, in Roscher, Lexikon d. gr. u. röm. Mythol., I, col. 249 segg.; Wernicke, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altert., I, col. 1579 segg.; Grupe, Griech Mythologie, p. 843.