ALCIONEO (᾿Αλκυονεύς)
Uno fra i Giganti più noti. Occupa un posto importante nel fregio della Lotta dei Giganti dell'altare di Zeus a Pergamo, e precisamente nel lato orientale, quale avversario di Atena, la quale, ghermito per i capelli A., alato e imberbe, cerca di trascinarlo via. La sua identificazione si ricava dalla figura di Ghe, sua madre, che gli appare accanto in preghiera, e che poteva conferirgli l'invulnerabilità finché egli fosse rimasto in contatto con lei. Nell'arte figurativa è soprattutto rappresentata la vittoria di Eracle su Alcioneo. Secondo le fonti letterarie (di cui la più antica è: Pind., iv Nem., 43 ss., e vi Isthm., 33 ss.), A. voleva rubare i buoi di Gerione ad Eracle, oppure era Eracle a voler rubare i buoi ad A.; questa leggenda non è in relazione con la grande gigantomachia; essa è stata più volte trattata nella pittura vascolare, fin dal tardo VI sec. La leggenda appare soprattutto nelle figure vascolari attiche e la più nota rappresentazione è quella di un'anfora panciuta a figure nere del Louvre, dove l'interpretazione è accertata dal nome di A. posto nell'iscrizione. Qui Eracle uccide con l'arco A., effigiato con la barba, che dorme. Accanto alle due dozzine circa di figurazioni vascolari attiche, ve n'è anche una su di una hydrìa ceretana al Vaticano dove Eracle, oltre che con l'arco, minaccia con la clava il mostro gigantesco disteso in terra. A. è quasi sempre rappresentato giacente ed addormentato. Tutte le immagini conservate su vasi appartengono alla tarda epoca arcaica.
Monumenti considerati. - Altare di Pergamo: Altertümer v. Pergamon, iii, 2, tav. 12; anfora del Louvre: C. V. A., iii, He, Tav. 23, 1, 2; hydrìa del Vaticano: C. Albizzati, Vasi antichi dipinti, n. 229, tav. 19.
Bibl: H. W. Stoll, in Roscher, I, cc. 251-252, s. v. Alkyoneus; K. Wernicke, in Pauly-Wissowa, I, cc. 1581-582, s. v. Alkyoneus.