ALCMEONIDI ('Αλκμεωνίδαι o 'Αλκμαιωνίδαι)
Nella tradizione più antica ci appaiono come una stirpe ateniese: una tradizione più tarda fa gli Alcmeonidi insieme coi Peonidi discendenti di Nestore. Evidentemente agli Alcmeonidi si applica una tradizione, nota anche a Erodoto, che fa derivare dalla Messenia molte stirpi nobili ateniesi, a causa dell'omonimia di Neleo, il padre di Nestore, con Neleo divinita ateniese avente lo stesso carattere di divinità infernale (Dittenberger, Sylloge, 3ª ed., n. 93) e ritenuto padre di Melanto, presunto re ateniese. Gli Alcmeonidi hanno avuto una parte notevole nella storia d'Atene, e, qualora si accettasse la datazione della congiura di Cilone, repressa da un Megacle alcmeonide, nella seconda metà del sec. VII a. C., sarebbero noti alla nostra tradizione fin da questo periodo. Ma se la congiura di Cilone è da ritardarsi, e se a reprimerla fu il Megacle contemporaneo di Pisistrato, il primo alcmeonide che si conosca con un certo rilievo di contorni è Alcmeone padre di Megacle, il quale sarebbe stato ospite di Creso, e avrebbe prima condotto un esercito ateniese nella guerra sacra. Dati ambedue non facilmente accettabili; il primo avvenimento infatti è molto discutibile, poiché si accorda male con la cronologia, il secondo è cronologicamente possibile, ma non esente da dubbî. Stando alla tradizione stabilita fin da Aristotele, la congiura ciloniana avrebbe avuto luogo prima della legislazione di Dracone; e siccome le liste dei giuochi olimpici dànno Cilone come olimpionico nel 640, così l'azione repressiva del primo Megacle si sarebbe esplicata nella seconda metà del sec. VII. Megacle sarebbe stato condannato da un tribunale di trecento in seguito a un'accusa formulata da Mirone di Flia. Il linguaggio di Tucidide e di Erodoto fa invece supporre la congiura molto più recente, e il Megacle che l'avrebbe repressa sarebbe stato proprio il figlio di Alcmeone, che fu prima alleato e poi rivale di Pisistrato (v. cilone). Megacle infatti si alleò poi con Pisistrato contro Licurgo e gli diede in moglie la figlia; ma il matrimonio non valse a suggellare la conciliazione; onde Pisistrato per opera di Megacle fu sbalzato dalla tirannide. Rientrato Pisistrato dopo la vittoria presso il tempio di Atena Pallenide, gli Alcmeonidi furono cacciati e perseguitati. Tentarono, dopo l'uccisione d'Ipparco, di rientrare, e si fortificarono presso il Parnete a Lipsidrio; ma ebbero un grave insuccesso. Allora riedificarono il tempio di Delfo e ottennero così il favore della Pizia, la quale esortò gli Spartani a concorrere con essi per la cacciata dei tiranni. Gli Spartani, dopo un'infruttuosa spedizione comandata da Anchimolio, mandarono il re Cleomene, il quale liberò Atene dai Pisistratidi, onde Clistene, figlio di Megacle, si sarebbe insediato nel potere e avrebbe fatto riforme democratiche. Ma avendo Isagora, oligarchico, cospirato contro di lui ed essendosi guadagnato l'appoggio di Sparta, Clistene, rimasto vincitore, chiuse nell'Acropoli Cleomene e Isagora, che uscirono sotto condizioni. Clistene poi, secondo una tradizione poco attendibile, perché la legge dell'ostracismo non può essere anteriore alla sua prima applicazione (487-86), sarebbe stato ostracizzato. Di lui non sentiamo più parlare; suo fratello Ippocrate, padre di Agariste, omonima della figlia di Megacle, fu il nonno materno di Pericle. Un figlio di Clistene, Megacle, fu per la figlia Dinomaca l'avo materno di Alcibiade. Abbiamo anche notizia di un Ippocrate figlio di Megacle, che fu colpito dall'ostracismo; di un Megacle che fu segretario dei tesorieri di Atene (428-27); e anche di un Alcmeone che formulò una regolare denuncia contro Temistocle. Ma tutti questi sono personaggi di second'ordine; Clistene, il fondatore della costituzione di Atene a base topografica, è la personalità più spiccata della stirpe.
Una tradizione abbastanza antica attribuisce agli Alcmeonidi una complicità coi generali di Dario nella spedizione che si era terminata con l'insuccesso di Maratona. I Persiani avrebbero, dopo Maratona, girato con la flotta il promontorio Sunio, e si sarebbero diretti verso il Falero, e gli Alcmeonidi avrebbero fatto ad essi dei segnali per indicare che la sorpresa avrebbe avuto esito felice. Erodoto rigetta senz'altro questa tradizione: pure essa ha avuto ai giorni nostri qualche fortuna. Si osserva che in questo periodo, in cui con tutta probabilità Clistene era morto, gli Alcmeonidi erano in ribasso, e, cercando perciò di recuperare l'antico potere, non avrebbero avuto difficoltà di allearsi coi Pisistratidi, come una volta Megacle si era alleato con Pisistrato; e tra gli amici dei tiranni è annoverato Megacle figlio di Ippocrate, che fu ostracizzato nel 487. Ma sul rigore di questa illazione vi è molto da dubitare; fu colpito infatti d'ostracismo Santippo, il padre di Pericle e marito di Agariste figlia di Ippocrate, fratello di Clistene; ma, richiamato, godé la piena fiducia del popolo, che lo elesse stratego per l'anno 479-478, al principio del quale insieme col re spartano Leotichida vinse a Micale. Questa famiglia, se non si estinse, rimase oscura nel secolo seguente, in cui nessun discendente del fondatore della democrazia ateniese salì alle supreme magistrature.
Per l'origine della stirpe: Erodoto, V, 62; VI, 125; Pausania, II, 18, 9. Per la cronologia della congiura di Cilone, v. sotto cilone (cfr. Erod., V, 71-72; Tucidide, I, 126-127; Arist., Resp. Ath., 1; Plutarco, Sol., 12; Eusebio, I, 198 Schöne). Per Alcmeone, Erodoto, VI, 125; Plutarco, Sol., 11. Per la condanna di Megacle: ibid., 12. Per le relazioni di Megacle con Pisistrato: Erodoto, I, 59-60. Per la persecuzione degli Alcmeonidi: Isocrate, XII, 25-59. Per i tentativi di ritornare in Atene dopo la cacciata di Megacle: Erodoto, V, 62, 63; Aristotele, Resp. Ath., 19. Ritorno degli Alcmeonidi e vicende successive: Erodoto, V, 72-75; Aristotele, ibid., 19, 20. Per Megacle, figlio di Ippocrate, v. Aristotele, Resp. Ath., 22, che parla del suo ostracismo nel 487-86. Per Agariste: Erodoto VI, 131.
Bibl.: Toepffer, Att. Genealogie, Berlino 1889, p. 225 segg. e id., in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswiss., I, coll. 1556-1562. Su tutti i personaggi v. J. Kirchner, Prosopographia Attica, Berlino 1901-1903. Cfr. ancora: J. Beloch, Griech. Gesch., I, ii, 2ª ed., Strasburgo 1913, pp. 154, 292, 302; G. De Sanctis, ΑΤΘΙΣ, 2ª edizione, Torino, 1912, pp. 280-83; V. Costanzi, Ciloniana, in Rivista di filologia, XXX (1912), pp. 558-59.