alcuno
Di questo pronome e aggettivo indefinito la forma scorciata del maschile singolare, alcun, è attestata 4 volte, tutte in poesia, nella Vita Nuova, ove ricorrono 27 volte il femminile singolare alcuna e 20 il maschile singolare alcuno, sia di fronte a consonante che a vocale (cfr. XXIII 13 alcuno ammonimento, XXXVIII 6 alcuno appetito, XL 7 alcuno altro apostolo).
Nelle Rime, al maschile singolare è attestata 16 volte la sola forma alcun (in penultima sede 5 volte su 10 nelle Rime di sicura attribuzione dantesca, 2 volte su 4 nelle Rime dubbie, e nessuna volta nelle integrazioni dubbie); al femminile singolare, alcuna ricorre 5 volte, tutte in penultima sede, sia nelle Rime di sicura attribuzione che in quelle dubbie e nell'unica attestazione fra le integrazioni dubbie.
Nel Convivio la forma scorciata del femminile singolare, alcun', è attestata una sola volta di fronte a vocale a-, alcun'altra di III II 6. Altrove, il femminile uscente in -a, con 97 attestazioni, è costante anche di fronte a parole inizianti con a- (cfr. I XI 7 in alcuna arte, III XI 11 alcuna altra gente) oltre che con altra vocale (I I 14 alcuna oscuritade). Il maschile uscente in -o, con 117 occorrenze, è costante di fronte a vocale (I I 12 alcuno settatore di vizii, I X 10 alcuno illitterato) e a consonante: soltanto in III II 5 si legge in alcun modo, unica attestazione del maschile scorciato, mentre in II II 4, III IX 4, XI 6, XV 6, IV XXIV 18 in alcuno modo. Del plurale è attestato il solo maschile alcuni, IV XXI 10.
Nella Commedia le 62 attestazioni del tipo scorciato alcun del maschile singolare prevalgono sulle 7 della forma uscente in -o, che in alcune tradizioni manoscritte è attestata anche là dove l'ipermetria lo renderebbe inaccettabile: così in If IX 17 Eg reca alcuno, Mad arcuno. Il tipo in -o, con chiara distribuzione, ricorre 2 volte in rima (If XIII 36 e Pd XIX 27, posposto al sostantivo di cui è attributo, non trovandoli in terra cibo alcuno; cfr. Pg XXVIII 29 parrieno avere in sé mistura alcuna), 4 di fronte a vocale (If IV 49, XV 103, Pg VII 37, XVII 110) e una di fronte a sibilante implicata (Pg XXX 144 alcuno scotto, ove però alcun di Ga e La fa pensare a una forma con prostesi vocalica, iscotto, la quale è accettabile anche dopo alcuno della vulgata).
Il tipo scorciato del femminile, reso con alcun', si trova 2 sole volte, di fronte a parola iniziante con a-, in If III 53 (ove alcuni codici recano d'alcuna menda in luogo di d'alcun'ammenda: cfr. Petrocchi, ad l.) e Pg IV 80, mentre la forma intiera, alcuna, occorre 39 volte. Al plurale, si trova un solo caso di alcuni, If VII 50, in rima.
La predilezione per l'uso di a. in posizioni determinate si rivela dalla frequenza con la quale a. ritorna in penultima sede: alcuno, 2 volte su 7 (per la posizione in rima, v. sopra); alcuna, 19 volte su 39 (nel Paradiso 7 volte su 8, di cui la rimanente in rima); alcun', 1 volta su 2; alcun, 26 volte su 62. In inizio di verso o dopo determinate congiunzioni o proposizioni inizianti il verso, a. ricorre in If III 42, XII 9 ch'alcuna (cfr. Pg IV 2 che alcuna); If XIII 90, XV 75, Pg VI 87 s'alcuna; If XX 129, Pg XXIV 65 alcuna volta; Pg XVII 80 alcuna cosa; alcun' in If XIII 53, alcun in If VI 62 (s'alcun), XXIII 74, Pg XXX 121, Pd IV 60 (in alcun vero), IX 122 (in alcun cielo).
Tra le varianti di a. si impone per la sua regolarità quella che sostituisce -l- con -r-, negli arcuno, arcuna, arcuni, arcun di Mad; mentre si intenderà come puramente grafica la variante alquno di Eg, lascia perplessi quella alcuono di Pr (ad es., If XV 103).
Senza sostanziale differenza tra le opere di D., il significato di a., usato con funzione di pronome, corrisponde, in frase positiva, all'attuale " qualcuno ", " uno " e, in determinati contesti, ha la funzione dell'attuale ‛ si ' impersonale; in frase negativa è variante di ‛ nessuno '. Tuttavia la indefinitezza deittica si colorisce di una certa carica affettiva, in Vn XIX 8 24-26 or sofferite in pace / che vostra spene sia... / là ᾿v'è alcun che perder lei s'attende, / e che dirà ne lo inferno, ove è chiara la trasposizione allusiva operata dal pronome indefinito.
L'uso aggettivale oscilla tra il valore di " qualche " delle attestazioni in frase positiva e quello di " nessuno " in frase negativa.
L'uso pronominale di a. nella Vita Nuova è limitato a 8 casi, di cui 3 in frase negativa (XIX 12 56 là ᾿ve non pote alcun mirarla fiso; XLII 2 io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d'alcuna; III 15 Lo verace giudicio del detto sogno non fue veduto allora per alcuno). Nelle Rime ricorre 7 volte, tra le quali nelle Rime dubbie XIX 5, notevole per il contrasto con altri: ch'alcun gioioso diven per amare, / e altri amando languisce sovente. Nel Convivio è soprattutto frequente con questa funzione il maschile alcuno, con 52 occorrenze; si possono considerare tipici i costrutti Potrebbe dire alcuno di II VIII 4, III IV 5, Potrebbe alcuno dicere di IV VII 14, potrebbe alcuno però dire di IV XVII 11 e XXIV 13 (cfr. IV XXVII 8 Potrebbe qui dire alcuno medico o legista, con IV XII 11 Potrebbe dire alcuno calunniatore de la veritade). Si noti il nesso con altro in I XII 5 lo volgare è più prossimo... che uno e solo è prima ne la mente che alcuno altro, e III VII 9; per la posposizione di a., cfr. II III 3 di fuori da esso non fosse altro alcuno [cielo] ; per l'uso in frase negativa cfr. III XI 9 Onde non si dee dicere vero filosofo alcuno che, per alcuno diletto, con la sapienza in alcuna sua parte sia amico: il susseguirsi di limitazioni ed esclusioni si impernia sull'uso (quasi ‛ legale ') di ‛ alcuno '.
Nell'uso aggettivale di a. nella Vita Nuova si segnalano alcuni sintagmi ricorrenti: alcuna cosa (V 4; VIII 3, IX 6, XI 1 - ove, però, a. è posposto - XXVIII 3, XXXII 2); alcuna fiata, volta (VIII 2, XXIII 3, XXXI 12 41); in, per alcuna parte (X 2, XXIII 1, XXIV 1, XXV 9; in XI 1 alcuna è posposto: quando ella apparia da parte alcuna).
L'uso di posporre a. si trova sia in poesia (Vn VII 3 3) sia in prosa, ad es. in XXV 8 non sanza ragione alcuna, per cui cfr. XII 16 sanza periculo alcuno; notevole è la posposizione in XXIX 3 sanza numero altro alcuno. Il sintagma con altro ritorna, senza peculiari caratteristiche, in VI 2 e XI 7. In II 10 però che soprastare a le passioni... pare alcuno parlare fabuloso, a. sembra significare " un certo ", " un tal quale ": si tratta - come sopra abbiamo osservato - di una indefinitezza affettiva, non misurabile quantitativamente, ma poeticamente approssimativa, come in XXXIX 4 uno colore purpureo, lo quale suole apparire per alcuno martirio che altri riceva. La levità semantica di a. è chiara in XXXVIII 6 maggiore desiderio era lo mio... di ricordarmi de la gentilissima donna mia, che di vedere costei, avvegna che alcuno appetito n'avessi già: il calore intenso di appetito è ovviamente attenuato dalla vaghezza di alcuno.
Meno complesso il valore semantico di a. con funzione aggetti-vale nelle Rime, ove si ricorderà tuttavia XLIX 4 Merzé ... / di me vi rechi alcuna rimembranza. Tra le Rime dubbie cfr. XVIII 13 ch'i'senta gioia per alcun sentore. Tra le integrazioni dubbie, cfr. VI 11 credendo avessi alcuna bontaduzza. La posposizione di a. si trova soltanto in LXXXVIII 9 non hai respetto alcun del mi' dolore. Per l'uso in frase negativa cfr. CII 19 E mai non si scoperse alcuna petra.
Nel Convivio, tra le 158 attestazioni di a. con funzione di aggettivo, se ne osserva l'uso posposto non soltanto nel sintagma in parte alcuna (I I 16, I VII 8, II IV 7, II VIII 8, ecc.; però si incontra anche la disposizione opposta in I VIII 14, I XI 7, II III 13, ecc.), ma dopo due sostantivi coordinati, in I IV 9 santa familiaritade e conversazione alcuna, III I 2 o per familiaritade o per parentela alcuna, IV IX 14 sanza dubbio e sospetto alcuno). Come può dedursi anche da questi passi, non è rara la posposizione di a. nei costrutti con sanza: cfr. IV VI 9 sanza respetto alcuno, IX 10 sanza mezzo alcuno, XXVI 14 sanza legge alcuna (per la disposizione opposta cfr. II X 3 sanza alcuno discorrimento d'animo, ove, però, a. posposto al sintagma sarebbe stato equivoco). Il contrasto con altro si trova in I XI 7 ellino la loro usanza pongono in alcuna arte e a discernere l'altre cose non curano; il nesso con altro appare, invece, in III XI 11 questi cotali meno partecipano del nome del filosofo che alcuna altra gente, " di ogni altra gente ". Uso opposizionale di a. si trova in IV XV 5 pur alcuna gente è da dire nobile e alcuna è da dir vile. Per un valore che oscilla tra la indefinitezza quantitativa e l'approssimatività dell'immagine, cfr. IV VII 4 coloro dirizzare intendo ne' quali alcuno lumetto di ragione... vive ancora, XXIV 14 alcuno lume d'animo, XXV 7 alcuna imaginazione di venereo compimento avere si puote, II II 1 Beatrice... prese luogo alcuno ne la mia mente. Il sintagma alcuna cosa ritorna 14 volte; oltre a III VI 1 non vede alcuna cosa così gentile come costei, si ricordi specialmente III XII 14 Dio non vede... cosa alcuna tanto gentile quanto questa: dico cosa alcuna, ecc. Non infrequente è anche il nesso alcuna volta (II IX 6, III IX 5). Per il valore di " un certo ", " un determinato ", cfr. I XI 3 le cose... sono ad alcuno fine ordinate, I XI 6 le populari persone sono... occupate... ad alcuno mestiere, III VII 9 E se alcuno volesse dire... che alcuno uccello parli... e che alcuna bestia fa atti o vero reggimenti, sì come pare de la scimia e d'alcuno altro, ecc. Si osservi il valore esclusivo, fortemente definitorio, di a. in frase negativa, in II I 3 coloro che non hanno vita ragionevole alcuna sono quasi come pietre, III II 13 La [potenza] sensitiva... non si truova in alcuna cosa che non viva, II XII 6 non la poteva imaginare in atto alcuno se non misericordioso, XII 1 io rimasi di tanta tristizia punto, che conforto non mi valeva alcuno: si osservi l'efficacia espressiva dello sconsolato a. in fine di frase.
Con funzione pronominale, a. si trova nella Commedia 36 volte, di cui 27 alcun (una volta seguito da altro, Pd XV 60), 5 alcuna, 1 alcuni e 3 alcuno. Il valore indefinito, positivo di " qualcuno " si modifica ovviamente in contesti negativi o in interrogazioni retoriche, ove diviene sinonimo di " nessuno "; a questa differenza semantica si accompagnano, nella tradizione manoscritta, le varianti nessun (di Co, in If VIII 105 e IV 49) e neuno (di Ham, If IV 49). Con funzione aggettivale, a. ritorna nella Commedia 75 volte, di cui 35 alcun (una volta seguito da altro, If XXX 117), 2 alcun', 34 alcuna (19 volte in penultima sede; cfr. sopra), e 4 alcuno (cfr. If V 129 sanza alcun sospetto, con Pg XXVIII 79 tienvi alcun sospetto). In frase negativa troviamo le varianti veruna (Ash Urb in If IV 12; Ash Mad in Pg VI 64) e neuna (Eg in If IV 12). A. è posposto, in frase negativa, in If XXV 108 non facea segno alcun che si paresse, e Pd XXXI 74 occhio mortale alcun tanto non dista. In questi versi (come in If IX 21 faccia il cammino alcun per qual io vado, XIII 76 E se di voi alcun nel mondo riede, XX 104 se tu ne vedi alcun degno di nota, XXVII 65 non tornò vivo alcun, s'i'odo il vero, Pg V 59 non riconosco alcun; ma s'a voi piace, XXIX 136 L'un si mostrava alcun de' famigliari, Pd V 56 per suo arbitrio alcun, sanza la volta, nei quali passi a. funge da pronome) la struttura ritmica del verso presenta cesura dopo alcun, seguita da una clausola di cinque sillabe, con accento fisso sulla penultima e accento mobile sulla prima o seconda; questa posizione di alcun si trova già in Vn XIX 10 37 e quando trova alcun che degno sia, 12 56 là 've non pote alcun mirarla fiso.
Tra i sostantivi ai quali a. è accordato come attributo da D., 6 sono le occorrenze di ‛ a. volta ' (3 in. penultima sede e 2 in inizio di verso) e 2 di ‛ a. cosa '. Il contrasto con altro si trova in If XIV 22-24 Supin giacea in terra alcuna gente, / alcuna si sedea tutta raccolta, e altra andava continüamente. Il valore esclusivo di a. in frase negativa è chiaro in Pd XXV 52-53 La Chiesa militante alcun figliuolo / non ha con più speranza; XXXI 74 (cfr. sopra). L'indeterminato a. è trasparente sostituto di una precisa definizione, evitata di proposito da D., in Pg IV 80 'l mezzo cerchio del moto superno, / che si chiama Equatore in alcun'arte, Pd IX 122 Ben si convenne lei lasciar per palma / in alcun cielo de l'alta vittoria. Inversamente, la funzione espressiva di a. è estremamente indeterminata e approssimativa, in Pd V 11 e s'altra cosa vostro amor seduce, / non è se non di quella alcun vestigio, e IV 60 forse / in alcun vero suo arco percuote.
Nel Fiore il maschile apocopato alcun è attestato 6 volte con funzione aggettivale, in 4 delle quali come penultima parola del verso; tuttavia si confrontino, per la loro somiglianza metrica, XCII 6 che sed e' vien alcun gran litterato, e CXCVIII 4 sed i' t'apporto alcun buon argomento.
Nel Detto, alcun appare una sola volta, in penultima sede: Se tu sai alcun canto (416; v. sopra).
Del femminile apocopato 4 sono le attestazioni nel Fiore, 3 delle quali di fronte a or(a); cfr. LXIV 9 E se vien alcun or ch'ella ti tenza, CI 13 e giovane alcun'ora e vecchio chino. Tra le 5 occorrenze del femminile alcuna nel Fiore, si ricordi LXX 6 se sai alcuna via che sia più avaccia, LXXXVIII 5 alcuna volta per lo secol voe. Come aggettivo, alcuno si trova soltanto in Fiore CLXXI 9 O s'alcun ti mandasse alcuno scritto, di fronte a parola iniziante con sibilante implicata.
Alcun(o) (la forma con -o si trova soltanto in Detto 446, di fronte a parola cominciante per vocale: s'alcuno il diavol tenta) è attestato 6 volte su 7 in proposizione condizionale; cfr. sopra Fiore CLXXI 9, e XXIX 9 s'alcun lo si volesse approssimare, CLXXI 1 E s'egli vien alcun che ti prometta. È ripetuto, con valore di " l'uno... l'altro ", in LXXVIII 4 ad alcun priega e ad alcun comanda, mentre si alterna con altro in CXXVIII 5 Ed alcun prese scudo, altro pavese. Il nesso ‛ a. altro ' ritorna, nella stessa posizione del verso, in CXIV 1 e CLXXIX 1 E s'alcun altro non ha che donare.
Nell'uso di alcuna (5 volte nel Fiore) si confronti la somiglianza di struttura metrica e fonica fra LXV 9 Ched e' n'è ben alcuna sì viziata, e CLVII 14 sed e' non s'è alcuna disperata.