BORELLI, Alda
Nacque a Cava de' Tirreni (Salerno) il 4 nov. 1879 da Napoleone e Cesira Banti, attori.
Il padre, di famiglia reggiana, era stato volontario garibaldino; avvocato, aveva abbandonato la professione per il teatro: prima generico con L. Bellotti-Bon, E. Rossi e Adelaide Tessero, emigrato in Romania aveva diretto per sette anni il Teatro Nazionale di Iaşi; era infine rimpatriato e aveva, ottenuto discreto successo come caratterista nella compagnia del genero Alfredo De Sanctis, dal 1906 al 1913, anno in cui morì. La madre era figlia di un patriota morto a Bologna l'8 agosto del 1848 nell'insurrezione popolare della Montagnola.
Frequentato l'istituto magistrale a Bologna, la B. esordì sulle scene nel 1898 come seconda donna nella formazione di Pia Marchi Maggi; nel 1901 passò, sempre con lo stesso ruolo, in quella semistabile del Teatro dei Fiorentini di Napoli. Entrata nella compagnia di A. De Farro come prima donna, vi restò sei mesi, poi la lasciò, sempre nel 1901, per quella di A. De Sanctis, col quale nel settembre 1901 si sposò a Foligno. Le celebrazioni del centenario della morte dell'Alfieri le offrirono la prima grande occasione: accanto a Gustavo e Tommaso Salvini la B. impersonò Micol nel Saul. Ma il matrimonio, e il conseguente relegamento in parti fiancheggiatrici in un repertorio che aveva lo scopo di far risaltare il marito le impedirono di rivelare la sua precoce personalità, e la B. dette prestazioni discontinue.
Emerse, seppure a lunghi intervalli, coi personaggi di Flora Brazier in Ilcolonnello Brideau di E. Fabre, ricavato da Casa da scapolo di H. de Balzac; di Bianca in I corvi di H. Becque; di Nicoletta in La crisi di M. Praga; di Diana de Charance in La vergine folle di H. Bataille e del duca di Reichstadt in L'aiglon di E. Rostand.
Nel 1915 si separò dal marito. L'anno seguente, scritturata dalla casa cinematografica Tiber di Roma, apparve in quattro film, gli unici della sua carriera, dei quali due diretti e interpretati da E. Ghione (Tormento gentile e Il figliodell'amore). Volle anche prodursi come autrice nella commedia Controcorrente, recitata al Teatro Valle di Roma da U. Piperno nel 1918, ma non riscosse che un tiepido successo.
Maturata da queste disuguali esperienze, si ripresentò sul palcoscenico con rinnovato ardore, sempre nel 1918, entrando nella compagnia di C. Bertramo.
Indicative di questo nuovo periodo furono l'interpretazione, in prima italiana (dicembre 1919), di Federica in Sorelle d'amore del Bataille, quella di Anna in La donna di nessuno di C. V. Lodovici in prima assoluta al Teatro dei Filodrammatici di Milano (22 dic. 1919), e quella della protagonista in Monna Vanna di M. Maeterlinck al Teatro Quirino di Roma (1920).
Nel 1920 si associò al Piperno, e nel maggio al Teatro Quirino impersonò Mary Chardin in Sogno d'amore di I. Kossorotoff, un dramma a forti contrasti psicologici, che fece sensazione al suo apparire solo per l'apporto interpretativo della Borelli. Nel 1921 fu accanto a T. Carminati per pochi mesi, caratterizzati da una pregevole riedizione de La signora dalle camelie, di A. Dumas figlio, e da alcune novità (La danza del ventre di E. Cavacchioli e Ali di S. Benelli).
Il Praga, nel 1921, con un sussidio governativo, riuniva V. Talli come direttore, la B. come prima donna e R. Ruggeri come primo attore nella Compagnia Nazionale, che ebbe vita dall'agosto 1921 al febbraio 1923, e registrò per la B. clamorosi successi. Tra le prime rappresentazioni s'imposero Parisina di G. D'Annunzio (Teatro Argentina di Roma, 12 dic. 1921), nelle vesti della protagonista, e Nastasia di L. Ambrosini, ricavata da L'idiota di F. Dostoevskij (Teatro Olimpia di Milano, 19 genn. 1923), in cui impersonava la protagonista; tra le riprese apparvero Come le foglie di G. Giacosa (Teatro Lirico di Milano, 28 genn. 1922) e Vestire gli ignudi di L. Pirandello (Teatro Olimpia, 9 genn. 1923). Del 14 maggio 1923 è l'esperienza di Amara di P. M. Rosso di San Secondo. Nel 1923-24 formò una compagnia propria con il primo attore Marcello Giorda. Nel 1926 si associò con il regista tedesco Rudolf Frank e con Giulio Donadio: era la prova in un teatro che voleva essere d'avanguardia per effetto delle ingegnose messinscene dell'allievo del Reinhardt.
Che queste, poi, non fossero più che stupefacenti lo dimostrarono le trovate, di carattere esteriore, profuse non tanto in Orlando a Roncisvalle di L. Masala, con cui furono iniziate le recite della compagnia all'Olimpia (la B. vi ricopriva la parte di Orlanduccio con il suo consumato talento), quanto in L'avventuriera di E. Augier, per la prima volta rappresentata in lingua italiana, sempre all'Olimpia, nel febbraio di quell'anno, e che fu accolta con qualche perplessità. Fu poi Luciana D'Oria nella prima del Vezzo di perle del Benelli al Teatro Olimpia il 6 marzo 1926, Regina Weber in La donnasulla bestia di B. Franck, accolta tiepidamente a Roma nel maggio, e Maria Heink in Ilconcerto di H. Bahr in ottobre.
Nel 1927 ritornò col Bertramo, ma nel dicembre 1928 se ne staccò per ritornare con E. Olivieri, già suo compagno d'arte nella Compagnia Nazionale. La crisi teatrale di quegli anni, il continuo disperdersi delle compagnie drammatiche, la indussero (1928) a lasciare le scene. Tornò alla ribalta quattordici anni dopo: nell'aprile 1943 accettava di dirigere il Gruppo artistico del Teatro Odeon di Milano. Il debutto avvenne il 14 giugno, nel ruolo di Bianca in La porta chiusa del Praga. Ricoprì poi la parte di Berta in L'ombra e di Anna di Bernois in La nemica, ambedue di D. Niccodemi, eccellendo nella seconda; seguirono il 30 giugno e l'8 luglio le regie di Addio giovinezza, di S. Carnasio e N. Oxilia, e di Amore senza stima, di P. Ferrari. Nel mese di agosto, a causa dell'imperversare dei bombardamenti aerei, la formazione si sciolse. Nel luglio 1952 la B. riapparve ancora in La nemica, questa volta al Teatro Manzoni, in occasione del Festival estivo del teatro.
La B. condusse in seguito vita appartata; il dolore per la perdita del figlio Beno, morto suicida a Milano il 10 marzo 1964, ne compromise irrimediabilmente la salute. Morì a Milano il 25 maggio dello stesso anno.
Fonti e Bibl.: Cava dei Tirreni, Municipio, Ufficio Anagrafe, Atto di nascita;necrologio, in Il Messaggero, 26 maggio 1964; M. Praga, Cronache teatrali 1919, Milano 1920, pp. 253-257; Id., Cronache teatrali 1920, ibid. 1921, pp. 7-10, 178-184; Id., Cronache teatrali 1922, ibid. 1923, pp. 49 s.; P. Gobetti, La frusta teatrale, Milano 1923, pp. 67-78; A. Lanocita, Attrici e attori in pigiama, Milano 1926, pp. 49-58; M. Praga, Cronache teatrali 1926, ibid. 1927, pp. 60 s., 66, 69 ss., 80, 92, 156, 162, 257, 260 s.; N. Leonelli, Viaggio intorno al mio camerino, Bologna 1928, pp. 151-163; G. Rocca, Teatro del mio tempo, s. 1, Osimo 1935, pp. 67-71; L. Ridenti, Ritorno di A. B., in Il dramma (Torino), 15 maggio-1º giugno 1943, pp. 31 s.; Commedie nuove e riprese,ibid., 1º luglio 1943, pp. 36 s.; Commedie riprese,ibid., 15 luglio-1º agosto 1943, pp. 35 s.; R. Simoni, Trent'anni di cronaca drammatica, I, Torino 1951, pp. 437, 440 ss., 447 ss., 545, 547-550, 635 ss., 639 ss., 674 ss.; II, ibid. 1954, pp. 5 ss., 14-17, 25 ss., 308 ss.; S. D'Amico, recens. in Il Tempo, 10 febbr. 1953; L. Ridenti, Ritratti perduti, Milano 1960, pp. 138-144; S. D'Amico, Cronache del teatro, I, Bari 1963, pp. 282-289; Id., in Encicl. ital., VII, Roma 1930, p. 466, sub voce; N. Leonelli, Attori tragici-Attori comici, I, Milano 1940, pp. 162-165, sub voce; A.Casella-A. Camilieri, in Encicl. dello Spett., II, Roma 1954, coll. 828 s., sub voce;R. Chiti, Filmlex. degli autori e delle opere, I, Roma 1958, col. 784.